Si chiamano Orc, acronimo di odd radio circle: anomali cerchi radio. Come suggerisce il nome, sono stati visti solo utilizzando radiotelescopi, anche se li hanno cercati utilizzando telescopi ottici, infrarossi e a raggi X. Per ora ne sono stati trovati solo cinque. E dire che sono enormi: oltre un milione di anni luce di diametro, sedici volte più grandi della nostra galassia.
Da quando sono stati rivelati per la prima volta nel 2020 dal radiotelescopio australiano Askap (Australian Square Kilometre Array Pathfinder) – uno degli array di radiotelescopi più sensibili al mondo, situato presso l’Osservatorio radioastronomico di Murchison – hanno affascinato la comunità scientifica e non solo, e sono state proposte diverse teorie su ciò che li potrebbe causare, da onde d’urto galattiche ai più intriganti wormhole.
Ora, una nuova immagine estremamente dettagliata, catturata dal radiotelescopio MeerKat del South African Radio Astronomy Observatory e pubblicata su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, sta fornendo ai ricercatori maggiori informazioni per aiutare a restringere il campo tra queste teorie.
«Gli Odd Radio Circle (Odr) o ‘anomali cerchi radio’ sono oggetti osservati solo di recente grazie a grandi survey capaci di vedere aree di cielo grandissime», spiega all’Ansa Tiziana Venturi dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e direttrice dell’Istituto di Radioastronomia. «Non se ne capisce bene l’origine», continua Venturi. «In questi anni abbiamo imparato a escludere alcune possibilità, ad esempio che siano resti di supernove, e ora questo articolo, che ha prodotto un’immagine meravigliosa con un livello di dettaglio stupefacente, comincia davvero a incanalare le ricerche verso spiegazioni plausibili».
Le ipotesi capaci di spiegare gli Orc a questo punto sembrano essere tre: potrebbero essere il residuo di enormi esplosioni avvenute al centro della loro galassia ospite, come quelle indotte dalla fusione di due buchi neri supermassicci; potrebbero essere potenti getti di particelle energetiche che fuoriescono dal centro della galassia; potrebbero essere il risultato di onde d’urto generate da eventi di formazione stellare nella galassia.
«L’idea di fondo di tutte queste ipotesi è che siano comunque il risultato di fenomeni esplosivi molto grandi, che avvengono al centro delle galassie», dice Venturi.
Jordan Collier dell’Inter-University Institute for Data Intensive Astronomy, che ha prodotto l’immagine dai dati MeerKat, è convinto che continuare a osservare questi anomali cerchi radio fornirà ai ricercatori più indizi. Elaine Sadler dell’Australia Telescope National Facility del Csiro, che include Askap, ha affermato che per ora Askap e MeerKat stanno lavorando insieme per trovarli e descriverli, in modo rapido ed efficiente.
Per comprendere davvero gli anomali cerchi radio, gli scienziati avranno bisogno di poter accedere a radiotelescopi ancora più sensibili come quelli dell’Osservatorio Ska. «Senza dubbio i telescopi Ska, una volta costruiti, troveranno molti più Orc e saranno in grado di dirci di più sul ciclo di vita delle galassie», conclude Ray Norris, primo autore dello studio.
Per saperne di più:
- Leggi su arcXiv il pre-print dell’articolo “MeerKAT uncovers the physics of an Odd Radio Circle” di Ray P. Norris, J. D. Collier, Roland M. Crocker, Ian Heywood, Peter Macgregor, L. Rudnick, Stas Shabala, Heinz Andernach, Elisabete da Cunha, Jayanne English, Miroslav Filipovic, Baaerbel S. Koribalski, Kieran Luken, Aaron Robotham, Srikrishna Sekhar, Jessica E. Thorne, Tessa Vernstrom
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