L’universo è un giardino vivo, scoppiettante, in cui oggetti esotici nascono e si evolvono. L’ultima scoperta notevole, presentata all’annuale meeting dell’American Astronomical Society (Aas) da Dillon Dong e Gregg Hallinan del California Institute of Technology (Caltech), riguarda l’osservazione di una giovanissima stella di neutroni nella galassia nana Sdss J113706.18-033737.1, a 395 milioni di anni luce di distanza dalla Terra.
L’oggetto si chiama VT 1137-0337 e aveva fatto capolino a gennaio 2018 in un’immagine della Vla Sky Survey – un progetto della National Radio Astronomy Observatory iniziato nel 2017 per rilevare circa l’ottanta per cento del cielo visibile – e poi nelle successive osservazioni del 2019, del 2020 e del 2022.
I ricercatori ritengono che potrebbe trattarsi di una pulsar wind nebula, o plerione, un oggetto che si forma quando una stella massiccia esplode in supernova. «In alcune supernove, il nucleo della stella viene compresso fino a formare una stella di neutroni densa e altamente magnetizzata mentre il resto della stella, durante l’esplosione, viene lanciato verso l’esterno», dice Dong a Media Inaf. «Poco dopo la nascita, la stella di neutroni dà forza a un vento che viaggia quasi alla velocità della luce. Questo vento si schianta contro il gas prodotto dalla stella ormai esplosa, creando una bolla che cresce dall’interno».
Le pulsar wind nebulae rappresentano un laboratorio senza eguali per lo studio dei plasmi relativistici magnetizzati, e il confronto fra le simulazioni numeriche e le osservazioni rappresenta una conquista molto importante per la moderna ricerca astrofisica. Tuttavia osservarle non è semplice, perché l’emissione radio non riesce ad attraversare la spessa coltre di detriti provocati a seguito dell’esplosione di supernova. «Dopo un po’ il gas della stella si espande e diventa abbastanza sottile da poter essere attraversato dalle onde radio», spiega Dong. «A questo punto, la pulsar wind nebula diventa rilevabile come un radio-transiente».
La pulsar wind nebula è stata scoperta durante una campagna osservativa di routine alla ricerca di esplosioni extragalattiche utilizzando i dati del Vla Sky Survey. «Attraverso una combinazione di osservazioni di follow-up e analisi teoriche», prosegue il ricercatore, «siamo stati in grado di mettere insieme gli indizi e i risultati di una precedente indagine del cielo relativi a questa fonte e siamo giunti alla conclusione che molto probabilmente l’oggetto è apparso solo recentemente».
Secondo lo studio, infatti, in base alle sue caratteristiche, la pulsar risulta essere molto giovane, con un’età stimata fra i 60 e gli 80 anni. Durante i confronti e le analisi i ricercatori si sono, tuttavia, accorti che l’oggetto non appare in un’immagine della stessa regione realizzata dalla Vla First Survey nel 1998. «Ritengo probabile che la pulsar fosse già presente nel 1998, anche se è possibile che la stella non fosse ancora esplosa in quel momento», sostiene Dong. «Nel 1998, il gas della stella era ancora troppo denso per permetterci di rilevare la nebulosa al suo interno».
Uno degli esempi più famosi di pulsar wind nebula è osservabile nella Nebulosa Granchio, nella costellazione del Toro, il risultato di una supernova che esplose nel 1054. Oggi la nebulosa è facilmente visibile anche con piccoli telescopi. «L’oggetto che abbiamo trovato sembra essere circa 10mila volte più energetico della nebulosa Granchio, con un campo magnetico più forte», spiega Dong.
Restano ancora molte analisi da fare per confermare la presenza della pulsar; il suo campo magnetico potrebbe essere così forte da consentire alla stella di neutroni di qualificarsi come magnetar, una classe di oggetti supermagnetici. Le magnetar sono considerate all’origine dei misteriosi fast radio burst (Frb), i lampi radio veloci. «In tal caso, questa sarebbe la prima magnetar colta nell’atto di apparire e anche questo è estremamente eccitante», conclude Dong. «Aver scoperto una simile sorgente che si accende suggerisce che le sorgenti radio associate agli Frb potrebbero essere delle pulsar wind nebulae molto luminose».
Ora gli astronomi hanno in programma di condurre ulteriori osservazioni per scoprire di più sull’oggetto individuato e per monitorarne il comportamento nel tempo.
Per saperne di più:
- Guarda la presentazione al meeting dell’Aas “Discovery of an Extremely Luminous, Decades-Old Pulsar Wind Nebula in the Very Large Array Sky Survey“, di Dillon Dong