UN SEGNALE A 1140,604 MHZ FA DISCUTERE

Fast ha intercettato E.T.? È improbabile

Da qualche giorno spopola sul web la notizia secondo cui il radio telescopio Fast avrebbe raccolto segnali radio sospetti, probabilmente tracce tecnologiche di civiltà extraterrestri. In realtà, come si legge nel preprint che riporta i dettagli delle osservazioni, si potrebbe trattare di radiointerferenze strumentali. Con il commento di Andrea Possenti dell’Inaf di Cagliari

     21/06/2022

Il radiotelescopio cinese Fast – Five hundred meter Aperture Spherical Telescope. Crediti: Chinese Academy of Sciences

Gli astronomi cinesi hanno davvero captato firme tecnologiche di una lontana civiltà aliena?  Questa, probabilmente, è la domanda che vi siete posti dopo aver letto la settimana scorsa la notizia riguardo la scoperta di potenziali segnali extraterrestri d’origine artificiale da parte del radio telescopio cinese Fast. Qual è la risposta? Probabilmente no.

Ma partiamo dall’inizio. La notizia della scoperta di segnali radio anomali di origine potenzialmente extraterrestre è cominciata a rimbalzare sui media martedì 14 giugno scorso, il giorno in cui Science and Technology Daily, il quotidiano ufficiale del Ministero della scienza e della tecnologia della Repubblica Popolare Cinese, pubblicava un comunicato – poi rimosso dal sito originale ma visibile integralmente sul social media Weixin – dal titolo “Alla ricerca di civiltà extra-terrestri, Tianyan ha trovato segnali sospetti”.

Il comunicato cita Zhang Tong-Jie, professore alla Beijing Normal University di Pechino e a capo di una squadra di ricerca di civiltà extraterrestri, e fa riferimento a segnali insoliti rilevati dal radiotelescopio Tianyan. Letteralmente “occhio del cielo”, Tianyan è il soprannome con cui è conosciuto, appunto, il radiotelescopio Fast, acronimo di Five hundred meter Aperture Spherical Telescope: una parabola di 500 metri di diametro collocata nel sudovest della Cina. Si tratta del radiotelescopio ad antenna singola più grande del mondo, utilizzato per la ricerca astronomica in un’ampia gamma di ambiti di aree (è di appena due settimane fa l’annuncio della scoperta di una nuova sorgente di lampi radio veloci utilizzando la sua enorme padella). La ricerca di segnali d’intelligenza extraterrestre, Search for Extra-Terrestrial Intelligence (Seti) è una di queste.

I segnali sospetti ai quali si fa riferimento nel comunicato sono due gruppi di candidati segnali extraterrestri individuati dal team di Tong-Jie nel 2020, mentre venivano passati al setaccio i dati raccolti da Fast nel 2019, e un segnale più recente, captato nel 2022 durante una survey mirata di osservazione Seti. Nel comunicato Tong-Jie afferma che «si tratta di diversi segnali elettromagnetici a banda stretta diversi dal passato, che potrebbero essere candidati segnali extraterrestri». Tuttavia lo scienziato non esclude la possibilità che si tratti in realtà di interferenze radio.

Di questi segnali, in particolare di quello captato nel 2022, Tong-Jie e colleghi ne parlano dettagliatamente in un preprint – un manoscritto che un autore carica su un server pubblico ma che non ha ancora superato una revisione tra pari – dal titolo “The most sensitive SETI observation by multi-beam coincidence matching strategy towards exoplanet systems”. Nella pubblicazione gli autori riportano i dati ottenuti con una nuova strategia di osservazione Seti – chiamata multi-beam coincidence matching (Mbcm) – puntando Fast verso 33 nuovi sistemi planetari, scoperti tra il 2020 e il 2021, alla ricerca di segnali di vita extraterrestre. Di tutti i segnali radio captati, un segnale a 1140,604 MHz captato osservando in direzione di Kepler 438 b – un pianeta roccioso che orbita nella cosiddetta zona abitabile di Kepler 438, una stella nana rossa a centinaia di anni luce da noi – si è rivelato essere un candidato segnale extraterrestre, spiegano gli autori. Tuttavia, scrivono gli autori dello studio, ci sono indizi che portano a sospettare che l’evento Kepler-438 sia in realtà un segnale Rfi strumentale, dove la sigla ‘Rfi’ sta per radio frequency interference. Insomma, come per Blc1 (Breakthrough Listen Candidate 1, il segnale rilevato il 29 aprile di tre anni fa dal telescopio australiano Parkes ‘Murriyang’ e inizialmente considerato un candidato segnale extraterrestre), anche in questo caso la spiegazione potrebbe essere assai poco entusiasmante.

«Le interferenze, Rfi in inglese, sono il principale avversario di ogni osservazione radio», spiega a Media Inaf  Andrea Possenti, radioastronomo all’Inaf di Cagliari, che abbiamo contattato per un commento. «L’enorme sensibilità di tutte le principali antenne mondiali fa sì che esse siano infastidite, se non addirittura accecate, non solo da trasmettitori e radar – anche molto lontani – ma anche da motori elettrici e circuiti elettronici vicini all’antenna: un frullatore, un rasoio, un videoproiettore, un computer portatile, eccetera. Nel caso delle osservazioni di tipo Seti si cercano segnali radio proprio di questo tipo (ma di provenienza non umana…) e quindi non si possono usare i metodi di mitigazione delle Rfi che comunemente i radio astronomi mettono in campo. Per Seti, l’obiettivo non è cancellare le Rfi, ma distinguere le Rfi di origine terrestre e umana da simili segnali autenticamente extraterrestri».

«In questa prospettiva», continua Possenti, «l’esperimento di Fast è innovativo in quanto sfrutta l’osservazione simultanea di 19 regioni diverse di cielo. I segnali visti in direzioni diverse devono essere prodotti non troppo lontano dall’antenna, e quindi provengono dalla Terra o dai suoi paraggi, e possono così essere eliminati dalla ricerca. Analogamente, Fast compie la ricerca su due canali perpendicolari di polarizzazione radio, ossia due direzioni fra loro perpendicolari lungo le quali oscillano le onde radio. Su base statistica, ci si aspetta che un segnale extra-terrestre si distribuisca in modo quasi uniforme fra i due canali di polarizzazione osservati e quindi i ricercatori di Fast eliminano tutti i segnali che privilegiano troppo uno dei due canali».

Riassumendo: sebbene siano stati rilevati alcuni segnali candidati, nessuno di essi, almeno finora, è stato confermato come firma riconducibile alla presenza di intelligenze extraterrestri. Con lo sviluppo tecnologico i radiotelescopi hanno acquisito una sempre maggiore sensibilità, e la capacità di ascoltare miliardi di frequenze radio contemporaneamente. È dunque plausibile che Fast e altri telescopi trovino sempre più segnali di interesse. La maggior parte di questi si rivelerà essere un’interferenza, alcuni potrebbero essere nuovi fenomeni astrofisici, altri infine potrebbero rivelarsi candidati segnali di attività tecnologica extraterrestre la cui conferma, come diceva l’astronomo Carl Sagan, richiede prove straordinarie.

Per saperne di più:

Guarda il video sull’accensione del telescopio Fast su MediaInaf Tv: