UN SIMPOSIO ORGANIZZATO DALLA SOCIETÀ ITALIANA DI FISICA

Passion for Science: affrontare le sfide globali

Il 2022 è l’anno internazionale della ricerca di base per lo sviluppo sostenibile, nel quale varie discipline contribuiscono ai 17 obiettivi dell’agenda 2030 dell’Onu. In questo contesto, la Società Italiana di Fisica il 21 e 22 giugno ha organizzato a Varenna il simposio Passion for Science: Facing Global Challenges, dove rappresentanti delle più importanti organizzazioni internazionali si sono incontrati con gli enti di ricerca italiani e non per discutere le attività in corso nel campo della sostenibilità declinata nei suoi molteplici aspetti

     24/06/2022

Per decisione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il 2022 è l’anno internazionale della ricerca di base per lo sviluppo sostenibile. Quindi, a differenza delle scelte monotematiche fatte fino ad ora con l’Anno internazionale della Fisica (2005), dell’Astronomia (2009), della Chimica (2011), della Luce (2015), il 2022 vuole sottolineare come tutti i tipi della ricerca di base possano (e debbano) contribuire ai 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile che sono parte dell’Agenda 2030 dell’Onu

Una brillante idea che ha generato un acronimo assolutamente impronunciabile Iybssd per International Year of Basic Sciences for Sustainable Development.

È in questo quadro che la Società Italiana di Fisica (Sif) il 21 e 22 giugno ha organizzato a Varenna il simposio Passion for Science: Facing Global Challenges dove rappresentati delle più importanti organizzazioni internazionali, ovviamente focalizzate sulla fisica, si sono incontrati con gli enti di ricerca italiani e non per discutere le attività in corso nel campo della sostenibilità declinata nei suoi molteplici aspetti.

Nelle registrazioni delle sessioni si possono seguire gli interventi delle massime cariche della International Union for Pure and Applied Physics (Iupap), la European Physical Society (Eps), la American Physical Society (Aps), la International Atomic Energy Agency (Iaea), lo International Center for Theoretical Physics (Ictp), la Facility for Antiproton and Ion Research (Fair) ed il Cern, insieme a quelli di rappresentanti di agenzie e laboratori dei paesi in via di sviluppo, quali Brasile, Sud Africa e Armenia. 

Ovviamente la parte del leone è stata fatta dalla medicina nucleare che, oltre a dimostrare la sua straordinaria potenzialità di cura, è un incredibile specchio della diversità tra i paesi ricchi che dispongono di numerosi impianti (a Pavia la fondazione Cnao è un esempio di assoluta eccellenza) e quelli poveri, dove gli acceleratori per la medicina nucleare si contano sulle dita di una mano. La scienza di base ha sviluppato le tecnologie ma adesso la sfida è renderle disponibili e gli scienziati hanno il compito di farsi sentire.

Inaf è stato presente nella tavola rotonda iniziale dove, su richiesta del Presidente, ho cercato di evidenziare i campi nei quali l’astronomia contribuisce ad alcuni degli obiettivi dello sviluppo sostenibile, a cominciare dall’educazione, grazie alla politica da sempre open nell’utilizzo dei dati, ed allo sviluppo della citizen science. Ma noi facciamo molto altro: l’utilizzo remoto della strumentazione permette di limitare gli spostamenti e diminuire l’impatto delle grandi strutture osservative sull’ambiente. Inaf è attento alla parità di genere ed è un convinto sostenitore della scienza per la pace. In un ambito ecologico globale, Inaf partecipa alla lotta all’inquinamento luminoso ed è preoccupato dall’eccessivo numero dei satelliti nelle orbite basse. La pandemia ha spinto anche Inaf ad occuparsi della lotta al Covid con lo studio e lo sviluppo di lampade Uv, a dimostrazione che il nostro Istituto è attento ai bisogni della società e che vuole contribuire al meglio delle sue capacità di innovazione e della sua inventiva all’implementazione dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite.