Forse ricorderete quel razzo che si è schiantato sulla Luna lo scorso 4 marzo. Inizialmente si diceva fosse il secondo stadio del razzo Falcon 9 di Space X, intrappolato nel sistema gravitazionale Terra-Luna ma finito in un’orbita caotica a causa del poco propellente rimasto, poi lo stesso autore della prima ipotesi – Bill Gray di Project Pluto – ha ritrattato, dicendo che probabilmente si trattava uno stadio della missione lunare cinese Chang’e 5-T1. L’origine comunque non è mai stata confermata.
Che fosse l’uno, l’altro, o un altro corpo ancora, il Lunar Reconnaissance Orbiter della Nasa aveva successivamente individuato il cratere risultante nel lato nascosto della Luna. Sorprendentemente però, il cratere è in realtà costituito da due crateri, uno orientale (18 metri di diametro) e uno occidentale (16 metri di diametro).
Questo doppio cratere fa dubitare ulteriormente gli scienziati rispetto alla natura del corpo impattante: potrebbe infatti indicare che il corpo del razzo aveva grandi masse a ciascuna delle sue estremità. Un razzo esaurito, in genere, ha una massa concentrata all’estremità del motore, mentre il resto dello stadio consiste principalmente in un serbatoio vuoto.
Studiare la fisica dell’impatto, quindi, potrebbe essere fondamentale per gettare luce su quanto accaduto lo scorso marzo. Nessun altro impatto di un corpo razzo sulla Luna, finora, aveva creato crateri doppi. I quattro crateri Apollo S-IVB avevano un profilo piuttosto irregolare ed erano molto più grandi (più di 35 metri) di ciascuno dei crateri doppi.