Sta per essere pubblicata una nuova mappa di Marte da 5,6 gigapixel. Copre l’86 per cento della superficie del pianeta rosso e rivela la distribuzione di dozzine di minerali. Osservando la distribuzione dei minerali, gli scienziati possono meglio comprendere il passato di Marte – quando si suppone che l’acqua fosse presente sulla sua superficie – e permettono di definire delle priorità nella scelta delle regioni da studiare in modo più approfondito.
Le prime porzioni di questa mappa sono state rilasciate il 29 giugno dal Planetary Data System della Nasa. Nei prossimi sei mesi ne verranno rilasciate altre, completando uno dei più dettagliati rilievi della superficie marziana mai realizzati.
L’autore di queste rilevazioni è il Mars Reconnaissance Orbiter della Nasa, che ha mappato i minerali marziani per 16 anni con lo spettrometro Crism, acronimo di Compact Reconnaissance Imaging Spectrometer. Utilizzando rivelatori che operano dal visibile all’infrarosso, il team di Crism ha prodotto mappe minerali ad alta risoluzione che forniscono una fotografia della formazione della crosta marziana e di dove e come è stata alterata dall’acqua. Queste mappe sono state fondamentali per aiutare gli scienziati a capire come i laghi, i corsi d’acqua e le acque sotterranee hanno plasmato il pianeta, miliardi di anni fa. Le mappe di Crism sono state utilizzate anche per selezionare i siti di atterraggio per altri veicoli spaziali, come nel caso del cratere Jezero, dove il rover Perseverance sta esplorando un antico delta del fiume.
Il primo pezzo di questa nuova mappa include 51mila immagini, ognuna delle quali rappresenta una “striscia” lunga 540 chilometri e larga 10 chilometri, catturata da Mro mentre la sorvolava. La risoluzione è inferiore rispetto alle mappe Crism ottenute da osservazioni mirate perché i dati sono stati acquisiti con lo strumento rivolto verso il basso, una strategia di imaging diversa progettata per coprire un’area molto più vasta del pianeta.
Per acquisire i suoi dati, Crism ha utilizzato due spettrometri, uno dei quali è stato progettato con tre criorefrigeratori per mantenere basse le temperature in modo da poter rilevare più chiaramente le lunghezze d’onda più lunghe della luce infrarossa solare riflessa. Utilizzati in successione, l’ultimo di questi criorefrigeratori ha completato il suo ciclo di vita nel 2017, e da allora le capacità dello strumento di visualizzare le lunghezze d’onda visibili sono limitate. Per questo motivo, questa sarà l’ultima mappa di Crism che copre l’intera gamma di lunghezze d’onda dello strumento. Lo strumento ora è in modalità standby e, prima di essere dismesso, potrebbe ancora registrare dati per qualche altra volta, nei prossimi mesi.
Un’ultima mappa verrà rilasciata entro l’anno, che coprirà le lunghezze d’onda visibili e si concentrerà solo sui minerali contenenti ferro; questa mappa avrà il doppio della risoluzione spaziale di quelle appena rilasciate.
«La survey di Crism è stata uno dei gioielli della corona della missione Mro della Nasa», afferma Richard Zurek, scienziato della missione presso il Jet Propulsion Laboratory della Nasa. «Le analisi basate su queste ultime mappe forniranno nuove informazioni sulla storia di Marte per molti anni a venire».