Vi potrebbe essere capitato, all’alba di una di queste torride giornate estive, di aver passeggiato su una spiaggia e di aver notato, tra la sabbia e i sassi, rifiuti di un passaggio umano: pezzi di vetro, lattine, bottiglie e tappi di plastica, trasportati dal mare o dal vento. Normalmente si raccolgono e si buttano, per contribuire a liberare l’ambiente dal nostro sconsiderato inquinamento.
Purtroppo, il nostro passaggio sta iniziando a lasciare tracce evidenti anche su altri mondi, in termini di rifiuti, dove non è altrettanto semplice rimediare. È il caso di Perseverance della Nasa, che quando è arrivato su Marte il 18 febbraio 2021, durante l’entrata in atmosfera, la discesa e l’atterraggio – quella fase conosciuta come Edl, acronimo di Entry, Descent, and Landing – ha “perso pezzi” che si sono distribuiti in superficie a distanza di sicurezza dal rover.
Parte di quell’hardware è stato successivamente ripreso, sia da Perseverance stesso che da Ingenuity. Ad esempio, al Sol 414 (19 aprile 2022), l’elicotterino marziano ha acquisito l’immagine a colori del paracadute e del guscio posteriore, riportata in questa pagina, posti a circa un chilometro a nord-ovest del sito di atterraggio.
Alcuni detriti sono andati distrutti in pezzi più piccoli quando hanno colpito la superficie. In particolare, questi ultimi sono stati individuati nelle immagini della regione Hogwallow Flats, circa 2 chilometri a nord-ovest della zona di impatto. A partire dal Sol 508 (24 luglio 2022), sono stati catalogati circa una mezza dozzina di pezzi sospetti in quest’area. Finora, sono stati avvistati pezzi di materiale utilizzato per coperture termiche, materiale per reti Dacron e un materiale simile a un filo che probabilmente è un pezzo di rete Dacron.
I detriti dell’Edl a Hogwallow Flats sono stati osservati dal Sol 411 (16 aprile 2022), mentre il rover Perseverance era ancora nella regione di Three Forks del cratere Jezero. Hanno individuato un materiale insolitamente luminoso in un’immagine Mastcam-Z delle colline circostanti, a circa 400 metri a nord-ovest del rover, che copriva 6 pixel di diametro nelle immagini Mastcam-Z completamente ingrandite, corrispondente a circa 15 centimetri di dimensione. Al materiale è stato assegnato il generico nome “materiale brillante”. In quel momento, nessuno sapeva cosa fosse.
Poche settimane dopo, Perseverance è entrato nella regione di Hogwallow Flats e ha acquisito un panorama a 360 gradi ad alta risoluzione con la Mastcam-Z. Mentre quelle immagini venivano scaricate sulla Terra, un membro del team scientifico in Europa ha individuato il materiale luminoso (alle 2:50 ora del Pacifico) in un’immagine ripresa al Sol 467 (12 giugno 2022) e ha immediatamente suggerito che poteva essere un detrito dell’Edl. Più tardi, quella mattina, è stato confermato dal team hardware Edl al Jpl che Perseverance aveva ripreso un pezzo di isolamento multistrato (multi-layer insulation, Mli), probabilmente dello skycrane, volato via dal sito di atterraggio di Perseverance dopo l’atterraggio. Il motivo a punti sul materiale corrispondeva al motivo delle coperture termiche installate sul veicolo spaziale, realizzate in due tipologie: Perforated Aluminized Kapton (Pak) o Mylar. Il “materiale brillante” era probabilmente uno di questi due. Le immagini successive del pezzo hanno mostrato che era impigliato in una roccia, svolazzante nella brezza marziana.
Mistero risolto?! Più o meno. Come è arrivato quel materiale fino a Hogwallow Flats? Il luogo dell’impatto dello skycrane si trova a 2 chilometri a sud-est. È possibile che l’energia dello schianto abbia prima espulso il materiale in aria, per poi arrivare fino a Hogwallow Flats. Oppure, più verosimilmente, il materiale è stato semplicemente trasportato dal vento nel corso di diversi giorni o settimane.
Man mano che più immagini dalla regione di Hogwallow Flats venivano inviate sulla Terra, più frammenti di detriti Edl sono stati individuati dai team operativi. Le immagini Navcam del Sol 474 (20 giugno 2022) mostrano un detrito che si sposta da un luogo all’altro nel corso di una settimana. Quel particolare pezzo di materiale aveva una forma insolita e non è stato identificato in modo definitivo fino a quando un’immagine ad alta risoluzione della Mastcam-Z non lo ha catturato al Sol 477 (23 giugno 2022), confermando che apparteneva a una rete Dacron, comunemente usata nelle coperture termiche.
Tre settimane dopo, un oggetto che appariva come una palla di materiale annodato, simile a un filo, è volato sotto la parte anteriore del rover (Sol 495, 11 luglio 2022). Prima che il nastro potesse essere ripreso dalle telecamere Mastcam-Z ad alta risoluzione, è stato spazzato via dal vento. Si sospetta si tratti di un altro pezzo di rete Dacron, per via del motivo a griglia osservato di 2×2 millimetri quadrati. In particolare, la rete sembra aver subito un significativo disfacimento/frantumazione, suggerendo che sia stata soggetta a forti forze.
Hogwallow Flats sembra quindi essere un punto di raccolta naturale per i detriti Edl trasportati dal vento. I membri del team di Perseverance stanno esaminando le immagini dei detriti, controllando se il materiale può rappresentare una potenziale fonte di contaminazione per i campioni raccolti in quest’area. Sebbene al momento non siano stati identificati problemi immediati, stanno documentando i materiali detritici dell’Edl man mano che vengono identificati. Inoltre, il rover trasporta una serie di tubi precaricati con materiali che sono sistematicamente esposti agli ambienti marziani per fornire ulteriore documentazione sulla pulizia dei campioni. Gli ingegneri hanno anche considerato la possibilità che i detriti di Edl possano essere una fonte di rischio di aggrovigliamento per il rover e hanno concluso che tale rischio è basso.
I detriti scartati sono comuni nelle missioni spaziali. All’inizio della missione Mars Science Laboratory (Msl), il rover Curiosity si è avvicinato a un presunto campo di detriti Edl e ha individuato un certo numero di pezzi di materiale luminoso che si crede provenissero dal sistema Edl. Tuttavia, nessuno dei materiali è stato identificato per via della mancanza di immagini dettagliate. Ancora, il rover Opportunity ha ripreso da vicino il suo scudo termico al Sol 335 (2 gennaio 2004). Quelle immagini hanno rivelato un campo di detriti che si estendeva per diversi metri e includeva materiale carbonizzato dello scudo termico, molle metalliche e materiale della copertura termica.
Con il continuo miglioramento della tecnologia impiegata per le fotocamere, i team di imaging saranno in grado di identificare più prontamente i detriti Edl nelle immagini. Gli ingegneri che progettano hardware Edl per missioni future dovranno considerare l’impatto (letteralmente) dei loro progetti sia su Marte che sui requisiti della missione. Nel frattempo, mentre Perseverance continua a raccogliere campioni per un eventuale ritorno sulla Terra, i team di imaging continueranno a rivedere le immagini del terreno alla ricerca di possibili detriti Edl… non proprio come accade passeggiando sulle nostre spiagge, ma quasi.