Il 16 ottobre 2021 è stata lanciata dalla Nasa la missione Lucy, che analizzerà un certo numero di asteroidi troiani di Giove, sia del punto lagrangiano L4 sia di L5, per cercare di risolvere il problema dell’origine di questa primitiva e intrigante popolazione di asteroidi. I target di L4 che saranno esplorati a partire dal 2027 sono gli asteroidi (3548) Eurybates, (15094) Polymele, (11351) Leucus e (21900) Orus, mentre in L5 Lucy arriverà nel 2033 e studierà (617) Patroclus. Nel 2025 durante il passaggio nella main belt, verso l’orbita di Giove, Lucy – che prende il nome del primo scheletro di Australopithecus afarensis scoperto nel 1974 dal paleoantropologo Donald Johanson – farà anche un flyby con l’asteroide (52246) Donaldjohanson. Dopo il problema avuto nel dispiegare uno dei due pannelli fotovoltaici di cui la sonda è dotata, in questo momento Lucy è in navigazione verso il primo flyby con la Terra che ci sarà nell’ottobre 2022.
Nel frattempo si cerca di caratterizzare con osservazioni dal suolo gli asteroidi che saranno oggetto della missione, in modo tale da non arrivare – per quanto possibile -– impreparati. Per questo motivo il team scientifico della missione non si è fatto sfuggire l’opportunità di osservare un’occultazione stellare da parte dell’asteroide Polymele, avvenuta il 27 marzo di quest’anno. Durante un’occultazione stellare, l’asteroide transita prospetticamente davanti a una lontana stella di fondo e proietta la propria ombra sulla superficie terrestre: analizzando i momenti di sparizione e riapparizione della stella è possibile determinare la forma dell’asteroide o mettere in evidenza la presenza di eventuali satelliti o anelli, come è avvenuto nel caso del pianeta nano Haumea. La fascia dell’occultazione di Polymele attraversava gli Stati Uniti, quindi non è stato difficile organizzare diversi gruppi in modo tale da campionare in modo adeguato il percorso dell’ombra dell’asteroide sulla superficie terrestre. L’obiettivo delle osservazioni era determinare la dimensione esatta di Polymele, ma c’è stata una sorpresa: un satellite!
In effetti le curve di luce dell’occultazione non solo hanno mostrato il profilo di Polymele, ma anche quello di un nuovo corpo in prossimità dell’asteroide principale. Utilizzando i tempi di sparizione e riapparizione della stella, il satellite è risultato avere un diametro di circa 5 km. Polymele invece ha un profilo marcatamente ellittico, con l’asse maggiore lungo circa 27 km orientato verso il satellite. La distanza osservata tra i due corpi era di circa 200 km. Purtroppo non è noto il periodo orbitale del satellite, perché l’occultazione fa vedere la posizione dei due corpi come era a un certo istante, altrimenti – con la terza legge di Keplero – si sarebbe potuta ottenere la massa dei due corpi che, unita alle dimensioni, avrebbe permesso di ottenere una stima della densità media: un parametro fondamentale per avere informazioni sulla struttura interna degli asteroidi. Seguendo le convenzioni adottate dall’Unione astronomica internazionale, al satellite non verrà assegnato un nome ufficiale fino a quando il team non potrà determinarne l’orbita. Poiché il satellite è troppo vicino a Polymele per essere osservabile dai telescopi terrestri o spaziali che siano, l’assegnazione del nome è rimandata fino al 2027, quando Lucy si avvicinerà all’asteroide per studiarlo a fondo. Con Lucy una nuova e fondamentale tappa per capire l’evoluzione dinamica del Sistema solare è alle porte.