NELLA LORO COMPOSIZIONE, LA STORIA GEOLOGICA DEL PIANETA ROSSO

Rocce marziane alterate dall’acqua

Il raccolto di Perseverance si prospetta prezioso: i risultati delle analisi preliminari dei campioni di roccia prelevati dal rover della Nasa nel cratere Jezero, pubblicati oggi su Science, mostrano infatti che si tratta di rocce magmatiche cumulitiche molto promettenti, sia per ricostruire con precisione la geocronologia dell’ambiente in cui sono state raccolte sia per cercare eventuali tracce di vita passata su Marte

     26/08/2022

Da quando è atterrato nel cratere Jezero, il 18 febbraio 2021, Perseverance si è aggirato lungo i bordi di un’area chiamata Séítah, dove ha campionato le rocce in due siti, e ha visitato un’altra area chiamata Máaz, raccogliendo campioni di altre due rocce. Poi ha percorso un tragitto tortuoso verso una delle conformazioni principali del cratere, il delta di un antico fiume (in alto a sinistra). I punti rossi indicano le posizioni di campionamento del fondo del cratere. I punti blu indicano le posizioni attuali di Perseverance (a sinistra) e dell’elicotterino Ingenuity (a destra). Crediti: Nasa

Là fra le aride pietre dove oggi si aggirano il rover Perseverance della Nasa e il suo fido compagno alato Ingenuity un tempo c’era l’acqua. Non è una novità: già dalla conformazione del terreno si sospettava che il cratere Jezero, in un lontano passato, quando l’acqua scorreva a fiumi sulla superficie del Pianeta rosso, fosse sede del delta di un fiume – appunto – che alimentava un antico lago. Ma ora arrivano nuovi dati a corroborare questo scenario: i risultati delle analisi preliminari dei campioni di roccia raccolti sul posto da Perseverance, nonché quelli ottenuti sempre dal rover Nasa con la strumentazione di remote sensing durante i primi 286 sol – giorni marziani – trascorsi su Marte. Risultati descritti oggi in quattro articoli, due su Science e due su Science Advances.

Come riportato su Science nello studio guidato da Kenneth Farley, geochimico del Caltech, le rocce raccolte – e immagazzinate per essere spedite fra qualche anno sulla Terra – da Perseverance sono state alterate dall’acqua. Si tratta di rocce magmatiche raccolte da quattro siti sul fondo del cratere Jezero. Rocce magmatiche cumulitiche, vale a dire rocce formate dal raffreddamento del magma fuso. E che mostrano, appunto, tracce di alterazione da parte dell’acqua.

«Pensando ai campionamenti, è un risultato enorme», dice Farley. «Abbiamo la prova di alterazione acquosa delle rocce magmatiche: è questo che entusiasma, per quel che riguarda la comprensione di condizioni ambientali – successivamente alla formazione di queste rocce – potenzialmente compatibili con la vita».

Fotografia scattata dal rover Perseverance della roccia “Rochette”, nella quale sono evidenti i fori lasciati dai primi campioni prelevati con successo dal rover. Campioni di roccia destinati a essere portati sulla Terra per studi dettagliati, alla ricerca di segni di vita antica su Marte. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech

«Ci sono organismi, qui sulla Terra, che vivono dentro a rocce molto simili a queste», aggiunge a questo proposito una coautrice dello studio, l’astrobiologa dell’Università della Florida Amy Williams. «E l’alterazione acquosa dei minerali è potenzialmente in grado di registrare eventuali firme biologiche».

Non solo: rocce magmatiche cumulitiche come quelle raccolte da Perseverance sono le migliori per ricostruire con precisione la geocronologia della regione esplorata dal rover. E poiché i campioni di roccia prelevati sul fondo del cratere risalgono a un’epoca probabilmente antecedente al delta del fiume, la loro datazione fornirà informazioni cruciali sull’antichità del lago che lo riempiva.

Sia per questo che per la ricerca delle firme biologiche occorre però portare pazienza, almeno per una decina d’anni, fino a quando la missione Mars Sample Return dell’Esa e della Nasa non avrà portato i campioni sul nostro pianeta. Sono infatti richieste analisi molto più dettagliate di quelle compiute finora: analisi che non possono essere eseguite a bordo del rover, ma solo con la strumentazione presente nei laboratori qui sulla Terra.

Per saperne di più: