Alcuni meteoroidi si sono schiantati su Marte e Insight se ne è accorto in diretta. Per la precisione, gli eventi registrati sono quattro e sono relativi a impatti avvenuti lo scorso anno, a meno di 300 chilometri dal lander della Nasa, che hanno inviato un segnale superiore a 5 Hz.
«Secondo le stime, su Marte avverrebbero circa 200 impatti di piccoli meteoroidi – dell’ordine di uno o due metri – ogni anno» spiega Alice Lucchetti, ricercatrice dell’Inaf di Padova, non coinvolta nello studio. «L’atmosfera di Marte è molto sottile, il che rende probabile che arrivino sul suolo anche oggetti molto più piccoli di quelli che riescono a raggiungere la Terra. Questi due aspetti insieme ci dicono che non stiamo parlando di eventi rari, anche se finora non siamo mai riusciti a vederne uno in diretta, come invece riporta questo ultimo studio».
Gli impatti dei meteoriti modellano le superfici planetarie formando nuovi crateri e alterando la composizione dell’atmosfera. Durante l’ingresso nell’atmosfera e l’impatto al suolo, i meteoroidi generano onde d’urto, che decadono in onde acustiche e sismiche. Prima d’ora, però, non era mai stato registrato in diretta un evento di collisione fra un meteoroide e un altro pianeta e, qualora fossero state registrate onde sismiche, queste non erano state associate direttamente a un cratere da impatto.
Nel nuovo studio pubblicato oggi su Nature Geoscience, invece, si riportano le osservazioni di onde sismiche e acustiche effettuate dal sismometro di InSight sulla superficie di Marte, che gli scienziati sono stati in grado di ricondurre a quattro eventi di impatto di meteoroidi. Gli scienziati hanno analizzato i tempi di arrivo e la polarizzazione delle onde sismiche e acustiche per stimare i luoghi di impatto, che sono stati successivamente confermati dalle immagini orbitali dei crateri associati.
Le onde meccaniche generate dagli impatti possono essere utilizzate sia per dedurre la struttura dell’atmosfera che per studiare la struttura interna di un pianeta. Nel caso di Marte, secondo quanto emerge dai dati analizzati nello studio, questi eventi corroborano gli attuali modelli di struttura della crosta del pianeta.
La rilevazione dei quattro eventi di cui parla lo studio è stata possibile grazie al Seismic Experiment for Internal Structure (Seis) e ai sensori di pressione sul lander. Insieme, questi due strumenti offrono un’opportunità unica di mettere in relazione l’ingresso dei meteoriti marziani nell’atmosfera e i processi di impatto al suolo, con le onde meccaniche che essi generano. Gli autori hanno utilizzato i tempi di arrivo delle onde per calcolare la posizione di ciascuno di questi quattro eventi e hanno poi richiesto le immagini del Mars Reconnaissance Orbiter per confermare i siti di impatto di tre di essi (il quarto era un evento sismico associato a un impatto precedentemente rilevato dalle immagini).
«Aver assistito in diretta a un impatto grazie a Insight è un evento eccezionale, una cosa mai successa prima d’ora», conclude Lucchetti. «Duecento impatti in un anno non sono pochi, ma Marte è un pianeta di grandi dimensioni. Il fatto che siano caduti asteroidi in prossimità di InSight durante il suo tempo di vita è raro e, pertanto, estremamente rilevante dal punto di vista scientifico. È molto interessante anche che, dopo aver rilevato le onde d’urto con il sismografo, le predizioni dell’angolo d’ingresso dell’asteroide e del punto di impatto al suolo si siano rivelate così precise entro le barre d’errore».
Per saperne di più:
- Leggi su Nature Geoscience l’articolo “Newly formed craters on Mars located using seismic and acoustic wave data from InSight” di Raphael F. Garcia, Ingrid J. Daubar, Éric Beucler, Liliya V. Posiolova, Gareth S. Collins, Philippe Lognonné, Lucie Rolland, Zongbo Xu, Natalia Wójcicka, Aymeric Spiga, Benjamin Fernando, Gunnar Speth, Léo Martire, Andrea Rajšić, Katarina Miljković, Eleanor K. Sansom, Constantinos Charalambous, Savas Ceylan, Sabrina Menina, Ludovic Margerin, Rémi Lapeyre, Tanja Neidhart, Nicholas A. Teanby, Nicholas C. Schmerr, Mickaël Bonnin, Marouchka Froment, John F. Clinton, Ozgur Karatekin, Simon C. Stähler, Nikolaj L. Dahmen, Cecilia Durán, Anna Horleston, Taichi Kawamura, Matthieu Plasman, Géraldine Zenhäusern, Domenico Giardini, Mark Panning, Mike Malin & William Bruce Banerdt