Se volete fare una giornata in spiaggia su un esopianeta, cercatelo attorno a una nana rossa. E se la trovate – una vera spiaggia, nel senso terrestre del termine – forse avrete anche trovato un esopianeta in cui è possibile la vita. Lo dice un nuovo studio teorico pubblicato su Nature Astronomy da due ricercatori giapponesi.
Sfatiamo innanzitutto un luogo comune: cercare pianeti nella cosiddetta “zona abitabile” (cioè che orbitano a una distanza attorno alla loro stella in cui la temperatura consente di mantenere acqua liquida sulla superficie) non è sufficiente affinché un pianeta sia davvero abitabile. Non significa, cioè, che sul pianeta possa davvero svilupparsi la vita o, addirittura, che sul pianeta possa esserci acqua. Apparentemente un controsenso, ma forse qui un esempio può aiutare.
Fra le stelle più adatte a ospitare pianeti rocciosi simili alla Terra che orbitano alla distanza giusta ci sono le nane rosse di tipo M. Diverse ricerche di esopianeti abitabili si sono concentrate su questo tipo di stelle nel tempo, e molte di queste hanno effettivamente trovato esopianeti con un’insolazione simile a quella della Terra. Il problema, però, è che spesso questi o non avevano acqua sulla superficie, o ne avevano troppa per permettere lo sviluppo della vita. Sulla Terra, sia gli oceani che i continenti svolgono un ruolo fondamentale nel ciclo geochimico del carbonio, che contribuisce a mantenere un clima temperato in cui possono esistere acqua liquida e vita. Per questo, per cercare pianeti simili alla Terra potenzialmente abitabili – che sviluppino forme di vita come le conosciamo noi almeno – è necessario trovare un luogo in cui terra e mare coesistano davvero. E, considerando l’esito delle ricerche condotte in precedenza, molti autori avevano concluso che trovare pianeti abitabili attorno a nane rosse di tipo M dovesse essere raro.
Fino a ora. Prendendo in considerazione l’acqua prodotta dalle interazioni tra la superficie ancora fusa di un giovane pianeta e la sua atmosfera primordiale, le nuove simulazioni hanno mostrato che ci si può aspettare un’ampia gamma di contenuti finali di acqua. All’interno di questa gamma, diversi pianeti di dimensioni approssimativamente terrestri in zone abitabili dovrebbero avere quantità d’acqua adeguate a un clima temperato. Più precisamente, secondo le stime circa il 5-10% dei pianeti con raggi più piccoli di 1.3 volte quello terrestre, in orbita attorno a nane M, potrebbe avere una quantità di acqua marina adeguata all’abitabilità.
Possibile trovarli? Secondo gli autori, sì. La percentuale sarebbe sufficientemente elevata perché missioni spaziali come Tess e Plato riescano a trovarle nei prossimi anni.
Per saperne di più:
- Leggi su Nature astronomy l’articolo “Predicted diversity in water content of terrestrial exoplanets orbiting M dwarfs“, di Tadahiro Kimura e Masahiro Ikoma