In una precedente news vi abbiamo mostrato le immagini, riprese dai telescopi spaziali Hubble e Webb, dei getti di polvere emessi nello spazio dall’asteroide Dimorphos in seguito all’impatto della sonda Dart della Nasa avvenuto lo scorso 26 settembre. Qui a fianco e più avanti vi mostriamo anche le immagini riprese da telescopi a terra che mostrano una sottile coda di polvere che si diparte dalla coppia di asteroidi e si perde nello spazio. La coda, analogamente a quello che accade nel caso delle comete, è generata dalla polvere espulsa nello spazio che viene “soffiata via” dalla pressione della radiazione solare in direzione opposta al Sole. Naturalmente qui la coda è stata generata artificialmente e la quantità di polvere espulsa è modesta, quindi la lunghezza è dell’ordine della decina di migliaia di km. Al contrario, una coda di polvere cometaria può arrivare a decine di milioni di km di lunghezza, come nel caso della splendida cometa C/2020 F3 (Neowise), che fu visibile a occhio nudo nel luglio 2020.
La prima ripresa che vi mostriamo viene dal Cile. Due giorni dopo l’impatto di Dart, gli astronomi Teddy Kareta (Lowell Observatory) e Matthew Knight (Us Naval Academy) hanno utilizzato il telescopio Soar (Southern Astrophysical Research) da 4,1 metri di diametro, presso il Cerro Tololo Inter-American Observatory, per catturare il vasto pennacchio di polvere e detriti espulsi dalla superficie di Dimorphos. La coda di polvere ha una lunghezza di almeno 10mila km a partire dal punto d’impatto.
Le osservazioni di follow-up sono molto importanti, perché consentiranno ai ricercatori di conoscere meglio la natura della superficie di Dimorphos, quanto materiale è stato espulso nella collisione e con che velocità. La distribuzione delle dimensioni delle particelle nella nube di polvere in espansione permetterà di capire se dall’asteroide sono stati espulsi frammenti macroscopici oppure se prevale la polvere fine, così da capire come ha “reagito” l’asteroide alla collisione.
Dall’Italia la coppia di asteroidi Didymos e Dimorphos è osservabile con difficoltà perché la declinazione fortemente negativa ne fa un oggetto ben visibile solo dall’emisfero australe. In pratica l’asteroide, per le nostre latitudini, arriva ad avere un’altezza sull’orizzonte massima di appena 19°. Per fortuna la declinazione sta aumentando e, con il trascorrere dei giorni, questo faciliterà le osservazioni anche per l’emisfero nord.
In ogni caso, questa condizione osservativa sfavorevole non ha scoraggiato l’astrofilo toscano Roberto Bacci, che ha ripreso Didymos e la coda di polvere di Dimorphos all’alba del 4 ottobre. Dall’immagine, ripresa senza filtri (la vedete qui sopra), risulta una coda della lunghezza di almeno 1 primo d’arco che – considerata la distanza attuale di Didymos dalla Terra di circa 11 milioni di km – equivale ad almeno tremila km nello spazio.
Il primo asteroide attivo artificiale è ancora tale, chi può ne approfitti per dare un’occhiata: l’attività non durerà ancora per molto.