SONO 14 GLI IMPATTI SULLO SPECCHIO PRIMARIO REGISTRATI FINORA

Come difendere Webb dai micrometeoroidi

Per prevenire impatti dannosi con micrometeoroidi, un team di esperti ha deciso di riprogrammare le osservazioni di Webb in modo che gli specchi siano diretti altrove rispetto alla direzione di provenienza delle particelle, specialmente nei punti dell’orbita più pericolosi. Una scelta che permetterebbe di prolungare il tempo di vita e la qualità delle osservazioni del telescopio spaziale

     21/11/2022

Lo specchio primario di Webb. Crediti: Nasa

Avete presente l’impatto con quel meteoroide che aveva fatto tremare, assieme allo specchio del telescopio spaziale James Webb, anche gli scienziati e gli ingegneri che lavorano alla missione? Se sì, ricorderete anche che era finita bene e che, nonostante l’entità dello scontro fosse ben maggiore rispetto a quanto era stato previsto potesse accadere, le ottiche non avevano riportato danni e non c’erano state conseguenze in termini di prestazioni osservative.

Quello, comunque, non è stato l’unico scontro avvenuto da quando il telescopio ha iniziato il proprio lavoro. Gli urti di micrometeoroidi sono infatti un aspetto inevitabile della vita di qualsiasi veicolo spaziale. Fanno parte del mestiere. Per questo ne avevano già tenuto conto durante la progettazione del telescopio spaziale James Webb: la previsione era che potessero esserci circa uno o due impatti al mese. In effetti, finora quelli misurabili sullo specchio primario sono stati 14. E gli errori ottici introdotti da tutti questi colpi, tranne uno, sono stati ben al di sotto di quanto era stato preventivato al momento della costruzione dell’osservatorio. In ogni caso, come dicevamo, anche in seguito all’evento più preoccupante, le prestazioni ottiche sono rimaste due volte superiori ai requisiti.

Lo spauracchio dello scorso maggio, comunque, non è stato a costo zero. Il team di Webb ha pensato che d’ora in poi sia meglio giocare in difesa. Prevenire altri eventi pericolosi, dunque, visto che curare con Webb non si può. La Nasa, pertanto, ha riunito un gruppo di lavoro di esperti di ottica e micrometeoroidi formato da ingegneri e scienziati del team Webb del Goddard Space Flight Center (Gsfc) della Nasa, del produttore degli specchi del telescopio, dello Space Telescope Science Institute (Stsci) e del Nasa Meteoroid Environment Office. Dopo un’analisi approfondita, il team ha concluso che l’impatto ad alta energia avvenuto a maggio è stato un evento statistico raro sia in termini di energia, sia per aver colpito un punto particolarmente sensibile dello specchio primario di Webb. Per minimizzare le possibilità che vi siano altri impatti di questa entità in futuro, il team ha deciso che le future osservazioni saranno pianificate in modo da “girarsi dall’altra parte” rispetto alla cosiddetta micrometeoroid avoidance zone, ovvero la zona da evitare per minimizzare il rischio di danni da micrometeoroidi.

«I micrometeoroidi che colpiscono lo specchio frontalmente (muovendosi in direzione opposta a quella in cui si muove il telescopio) hanno una velocità relativa doppia e un’energia cinetica quadrupla, quindi evitare questa direzione, quando possibile, contribuirà a mantenere la qualità delle prestazioni ottiche per decenni», dice Lee Feinberg, responsabile dell’elemento ottico del telescopio Webb presso il Gsfc della Nasa. Ciò non significa che queste aree del cielo non possano essere osservate, ma solo che le osservazioni di questi oggetti saranno effettuate in sicurezza in un momento diverso dell’anno, quando Webb si trova in una posizione diversa della sua orbita. Le osservazioni urgenti e non rimandabili, invece, saranno comunque effettuate, anche se dovessero cadere nella zona da evitare.

In generale, assicurano gli esperti, questa modifica alla programmazione delle osservazioni di Webb avrà un beneficio statistico a lungo termine. Modifica che sarà effettiva a partire dal secondo anno di attività scientifica di Webb, ovvero dal “Ciclo 2”. Tutte le informazioni sulle proposte osservative e la gestione del tempo per il Ciclo 2 si trovano nella pagina dedicata Jwst Observer News.