Se si dovesse scegliere un simbolo astronomico per questo mese esso è senz’altro la costellazione di Orione, alta nel cielo e ben riconoscibile. Racchiude un condensato di astrofisica con le sue stelle di diverso colore, Betelgeuse e Rigel, le nebulose con stelle in formazione e resti di antiche supernove.
Nel 2019, anno di ambientazione del film Blade Runner, la stella Betelgeuse – ossia i bastioni di Orione del film – ha dato segni di inaspettata variabilità, affievolendosi notevolmente come non mai e scatenando anche la paura di un suo scoppio improvviso. Sappiamo che la stella ha espulso un’incredibile parte consistente della sua massa, formando una nube oscurante davanti alla linea di vista, interrompendo così una sua intrinseca e regolare variabilità di 400 giorni.
Da un recentissimo studio storico, sembra che nell’arco degli ultimi duemila anni Betelgeuse abbia cambiato colore, da gialla a rossa. Oltre alla notizia in sé, è un pensiero a considerare che, sebbene i tempi della vita umana siano estremamente brevi rispetto ai tempi scala astronomici, da un’analisi approfondita scientifica e storica possiamo trarre informazioni preziose sull’evoluzione di oggetti celesti considerati, secondo il senso comune, immutabili nel tempo.
La più bella nebulosa visibile anche ad occhio nudo, sicuramente con un binocolo e spettacolare con un telescopio anche piccolo, o tanto meglio in fotografia, è M42 – o Grande nebulosa di Orione. In questa nebulosa nascono nuove stelle che sostituiranno quelle morenti come Betelgeuse, riciclando il materiale interstellare da esse espulse. È piuttosto facile trovarla, apparendo come una luminescenza intorno alla stella centrale della Spada di Orione, proprio sotto alla “cintura”.
Oltre ad M42 nel complesso di nubi troviamo l’Anello di Barnard, a forma di grande arco con il centro posto circa nella nebulosa di Orione, e la nebulosa Testa di Cavallo, quest’ultima una bellissima nebulosa oscura la cui inconfondibile forma rende conto del nome dell’oggetto celeste.
A metà strada tra Betegeuse e Procione, la stella principale del cane minore, c’è un ammasso stellare aperto Ngc 2264, chiamato anche ammasso Albero di Natale. Si trova nella costellazione dell’Unicorno. Non è molto difficile osservarlo, già dalle prime ore della notte, guardando a est. A bassi ingrandimenti si possono osservare una ventina di stelle disposte a triangolo con una forma che ricorda l’abete natalizio.
Prolungando verso il basso è possibile osservare Sirio, la stella più brillante del cielo. A sud di Sirio, nella costellazione del Cane maggiore, è possibile osservare M41, o ammasso del Piccolo alveare: un ammasso aperto di stelle visibile a occhio nudo come una piccola macchia e ben visibile al binocolo o con un piccolo telescopio.
Ora uno sguardo in calendario ai fenomeni celesti che interessano il nostro Sistema solare.
In questo mese Marte sarà splendidamente visibile per tutta la notte, Giove, brillantissimo, per tutta la prima parte della notte, mentre Saturno sarà ancora facilmente visibile all’inizio del mese e poi anticiperà sempre di più l’ora del suo tramonto nel cielo serale e tramonterà verso le venti a fine mese. Mercurio e Venere potranno essere osservati con un po’ di difficoltà nel cielo del tramonto, ma solo negli ultimi giorni dell’anno. In particolare, Marte sarà al perigeo il primo del mese e in opposizione l’8 dicembre, giorno in cui sarà occultato dalla Luna piena. Sarà una bella occasione per vedere un’occultazione tra due astri di colore diverso e ognuno alla massima luminosità. Purtroppo il fenomeno sarà visibile all’alba, con entrambi gli astri bassi sull’orizzonte, a partire da circa le 6 fino alle 7 passate del mattino. Non perdete l’occasione di poter ammirare comunque la congiunzione tra i due astri, che pian piano, dalla sera del 7 dicembre alla mattina dell’8, si avvicineranno tra loro fino a toccarsi prospetticamente.
Un’altra occultazione – prima di quella di Marte – sarà visibile il 5 dicembre. Questa volta sarà Urano a essere nascosto dalla Luna. A seconda della località di osservazione potrà essere visto da dopo le 17 fino a dopo le 18.
Il 2 dicembre Giove e la Luna saranno vicini in cielo a circa 2 gradi e mezzo di distanza l’uno dall’altra, e sarà bellissimo osservarli a occhio nudo o con un binocolo raggiungendo il punto più alto sull’orizzonte sud, intorno alle sette e mezza della sera.
Il 21 del mese, giorno del solstizio d’inverno, Mercurio si troverà alla massima elongazione est al tramonto, e potrebbe essere osservabile non lontano dal Sole; mentre la vigilia di Natale ci sarà una congiunzione tra Luna, Venere e Mercurio, ma sarà difficilissimo vederla, perché i tre astri saranno al tramonto, immersi ancora nel crepuscolo, e con la Luna appena visibile come una piccolissima e sottilissima falce. Sicuramente una sfida.
Nel giorno di Natale Mercurio sarà alla più alta altitudine, visibile al tramonto a sud-ovest, sempre insieme alla Luna e Venere. Il giorno seguente, a Santo Stefano, la piccola falce di Luna sarà in congiunzione con Saturno, sempre visibile al tramonto verso sud-ovest.
Il 29 dicembre Venere e Mercurio saranno vicinissimi ma bassi sull’orizzonte dopo il tramonto del Sole, mentre la Luna sarà in congiunzione con Giove, entrambi visibili verso sud da circa le 17 fino al tramonto dei due astri.
Per concludere, visto il periodo, si segnala la presenza della cometa C/2022 E3 ZTF, attualmente di magnitudine 8: potrà essere osservabile – ma con un binocolo o un telescopio – all’interno del semicerchio della costellazione della Corona boreale visibile in questo periodo dopo le 4 del mattino.
E infine, se state cercando un biglietto di Natale un po’ particolare o volete accendere Orione con qualche led e una batteria a bottone, scaricate e stampate il pdf della costellazione di Orione e seguite le istruzioni sulla piattaforma Play Inaf !
Buone osservazioni di fine 2022!
Guarda su MediaInaf Tv la videoguida al cielo di dicembre: