Oggi, 15 dicembre, la missione Juno della Nasa punterà gli “occhi” su Io, l’infernale luna di Giove. Ricordiamo che nel 2021 la sonda spaziale aveva effettuato un sorvolo ravvicinato di Ganimede e che all’inizio di quest’anno è stata la volta di Europa. «Il team è entusiasta che la missione estesa di Juno comprenda lo studio delle lune di Giove. Con ogni sorvolo ravvicinato, siamo stati in grado di ottenere una grande quantità di nuove informazioni», racconta Scott Bolton, principal investigator di Juno, del Southwest Research Institute di San Antonio. «I sensori di Juno sono stati progettati per studiare Giove, ma siamo entusiasti di quanto bene possano svolgere il doppio compito osservando le lune di Giove».
Io, il luogo più vulcanico del Sistema solare, rimarrà oggetto dell’attenzione del team di Juno per il prossimo anno e mezzo. Quello di oggi sarà il primo di nove passaggi ravvicinati, due dei quali da appena 1.500 chilometri di distanza. Gli scienziati di Juno useranno questi sorvoli per eseguire la prima campagna di monitoraggio ad alta risoluzione della luna ricoperta di magma, studiando i vulcani di Io e come le eruzioni vulcaniche interagiscono con la potente magnetosfera e l’aurora di Giove.
Per quanto riguarda i risultati dei sorvoli precedenti alle altre due lune, recentemente sono stati pubblicati su Journal of Geophysical Research e Geophysical Research Letters diversi articoli basati sul flyby di Ganimede del 7 giugno 2021, dove sono riportate interessanti scoperte sull’interno della luna, sulla composizione della superficie e sulla ionosfera, insieme alla sua interazione con la magnetosfera di Giove. Mentre i risultati preliminari del sorvolo di Europa del 9 settembre includono le prime osservazioni 3D del suo guscio di ghiaccio.
Durante i sorvoli, il Microwave Radiometer (Mwr) di Juno ha aggiunto una terza dimensione all’esplorazione delle lune gioviane, permettendo di indagare al di sotto della crosta di ghiaccio d’acqua di Ganimede ed Europa, per ottenere dati sulla sua struttura, purezza e temperatura fino a una profondità di circa 24 chilometri.
Le immagini a luce visibile ottenute dalla JunoCam, così come quelle ottenute dalle precedenti missioni, indicano che la superficie di Ganimede è caratterizzata da un mix di un terreno più antico e scuro, e un terreno più giovane e brillante, oltre a caratteristiche lineari che sono potenzialmente associate ad attività tettonica. «Quando abbiamo combinato i dati Mwr con le immagini della superficie, abbiamo scoperto che le differenze tra questi vari tipi di terreno non sono solo superficiali», spiega Bolton. «Il terreno giovane e brillante appare più freddo del terreno scuro, con la regione più fredda campionata che è il cratere da impatto Tros, delle dimensioni di una città. La prima analisi del team scientifico suggerisce che il guscio di ghiaccio di Ganimede potrebbe avere uno spessore medio di circa 48 chilometri o più, con la possibilità che il ghiaccio possa essere significativamente più spesso in alcune regioni».
Nel giugno 2021, durante l’incontro ravvicinato della sonda spaziale con Ganimede, gli strumenti Juno’s Magnetic Field (Mag) e Jovian Auroral Distributions Experiment (Jade) hanno registrato dati che mostrano prove della rottura e della riformazione delle connessioni del campo magnetico tra Giove e Ganimede, come si vede nell’animazione riportata in calce all’articolo, che illustra come il campo magnetico che circonda Ganimede (rappresentato dalle linee blu) interagisce con il campo magnetico che circonda Giove (rappresentato dalle linee arancioni). Lo spettrografo ultravioletto di Juno (Uvs) ha osservato eventi simili con le emissioni aurorali ultraviolette della luna, organizzate in due ovali che avvolgono Ganimede.
E tutto questo è solo un assaggio di ciò che ci aspetta con le missioni JUpiter ICy moons Explorer (Juice) dell’Esa ed Europa Clipper della Nasa, dedicate interamente all’esplorazione delle lune gioviane.
Guarda l’animazione della Nasa: