UN ARTICOLO CHE NON AVREMMO MAI VOLUTO SCRIVERE

Antonio con il suo sorriso, disarmante e contagioso

Martedì pomeriggio, al Pantheon della Certosa di Bologna, si è celebrata una funzione laica, una cerimonia toccante e un momento di raccolta fondamentale per ricordare e celebrare Antonio Sollima, ricercatore all’Oas di Bologna, che si è spento prematuramente all’età di soli 43 anni sabato 28 gennaio. Condividiamo con lettrici e lettori parti dei ricordi degli amici e colleghi

Antonio a La Silla, in Cile, ai telescopi dell’Eso

Antonio Sollima, ricercatore all’Oas di Bologna, si è spento prematuramente all’età di soli 43 anni sabato 28 gennaio. Antonio è stato una persona dal multiforme ingegno, applicato in diversi contesti che spaziano dalla musica, al teatro e all’astronomia. Come tutte le persone particolarmente brillanti ed intelligenti, era dotato di una straordinaria ironia, pungente ed irriverente. A noi piace ricordarlo proprio con il suo sorriso, disarmante e contagioso.

Martedì pomeriggio, al Pantheon della Certosa di Bologna, abbiamo celebrato una funzione laica per ricordarlo insieme ad amici, colleghi e familiari. Una cerimonia toccante, e un momento di raccolta fondamentale per ricordare e celebrare Antonio e la sua unicità.

Vorremmo condividere con voi piccole parti dei ricordi degli amici e colleghi:

Antonio, il precario gentile, definito così dal direttore dell’Oas Antonio è diventato ricercatore nel 2016 sotto la sua direzione. Nei 10 anni di precariato post dottorato, non ha mai usato toni forti per descrivere il disagio del precario, ma ha sempre cercato di trovare proposte ragionevoli per la soluzione di questo problema della ricerca italiana.

Due parole per descriverlo: Intelligenza e gioia, così lo ha ricordato Giacomo Beccari (Eso), sottolineando la capacità unica di Antonio di creare da solo gli strumenti necessari per l’analisi dati e i codici dinamici per l’interpretazione delle proprietà dei suoi amati ammassi globulari. La gioia e le risa che scatenava con i suoi immancabili sketch e con la sua musica originale e non.

Un astronomo geniale che si è sempre distinto per la sua indipendenza ed onestà di pensiero. Un amico sempre presente e fidato, capace di trovare le giuste parole di conforto nei momenti difficili. Il suo umorismo, che aveva sempre il sapore della sua amata Sicilia, ci ha regalato negli anni innumerevoli memorie indelebili di risa e gioia, rendendo momenti di condivisa quotidianità assolutamente indimenticabili. Così lo descriviamo noi che con Antonio abbiamo vissuto gli ambienti di ricerca ma anche la nostra vita personale.

Antonio è stato uno scienziato di punta dell’astrofisica stellare degli ultimi 20 anni. Pubblicando oltre cento articoli in prestigiose riviste internazionali, ha studiato le popolazioni stellari all’interno della Via Lattea e nelle galassie del Gruppo Locale. Dotato di capacità matematiche non comuni, ha affrontato sia gli aspetti osservativi che teorici del suo campo di ricerca, approfondendo in particolare lo studio della dinamica interna di sistemi stellari e la loro interazione col campo mareale galattico.

Antonio al sax durante lo spettacolo “Joe il fotone”

Da giovane studente di dottorato, si è subito distinto per la sua intelligenza, per la sua intraprendenza ed indipendenza di pensiero. Da sempre un po’ insofferente e refrattario alle dinamiche gerarchiche che talvolta contraddistinguono le grandi collaborazioni, Antonio ha avuto il coraggio di esprimere il suo pensiero, difendendo le sue idee e teorie con grande fermezza, ma al tempo stesso con profondo rispetto per i colleghi.

Antonio ha intrapreso il suo percorso in astronomia all’età di diciassette anni, iscrivendosi al corso di laurea in astronomia presso l’Alma Mater Studiorum Università di Bologna e conseguendo la laurea cum laude nel 2002 con una tesi di astrofisica stellare applicata agli ammassi globulari. Nel 2006 ottiene il titolo di Dottore di ricerca presso lo stesso Ateneo discutendo la tesi The puzzling origin and evolution of stellar populations in ω Centauri, che ottiene la Menzione speciale del Premio Livio Gratton 2007 (VII edizione). Nei successivi 10 anni, Antonio ha lavorato come postdoc presso diversi istituti nazionali ed internazionali: Dipartimento di astronomia dell’Università di Bologna (2006-2007), Instituto di Astrofisica de Canarias (IAC) a Tenerife (2007-2010), Osservatorio astronomico di Padova (2010-2012) e Oas di Bologna (2012-2016), dove è stato infine assunto a tempo indeterminato.

Nell’ultimo, surreale anno in cui Antonio si è trovato ad affrontare una malattia rara alla sua giovane età, ha pubblicato due articoli come primo autore, una caparbietà indescrivibile e una preziosa eredità per l’astrofisica. Negli ultimi mesi di attività scientifica aveva costruito modelli dinamici di sistemi stellari nella teoria gravitazionale alternativa MOND, includendo l’effetto del campo esterno, e stava usando tali modelli per testare la teoria con gli ammassi globulari. Purtroppo alcuni suoi lavori sono rimasti incompiuti, ma siamo sicure che vedranno la luce  grazie ai suoi più stretti collaboratori.

Lo salutiamo con un sorriso, di quelli che ci ha sempre regalato. Come tutti i suoi amici e colleghi siamo grate ad Antonio per aver condiviso con noi la sua breve vita, e gli dedichiamo le parole di Rebecca Elson scelte da Michele Bellazzini, il suo fratello maggiore spirituale:

“A volte, come antidoto
alla paura della morte
io mangio le stelle”

[da Io Mangio le Stelle, Collana di Poesia Rosada, Ed. Kurumuny: Trad. M. Bellazzini]