Che il cielo ci stia “cadendo sulla testa”? A giudicare dagli ultimi eventi pare di sì, almeno nella vecchia Europa: nelle prime ore del mattino del 13 febbraio alcuni frammenti dell’asteroide 2023 CX1 sono caduti in Normandia, e nel pomeriggio del 15 – presso la cittadina francese di Doudeville – è stata recuperata la prima meteorite appartenente a questo corpo. In Italia, la sera del 14 febbraio attorno alle 19 ora locale, un brillante bolide di magnitudine assoluta -10 faceva la sua comparsa nei cieli di Puglia e Basilicata. Questo fireball, informalmente chiamato “bolide di San Valentino“, è stato ripreso da tre camere all-sky della rete Prisma coordinata dall’Inaf: Castellana Grotte, Tricase e Vasto. La visione migliore del bolide l’ha avuta la camera di Castellana Grotte, che l’ha immortalato mentre attraversava il cielo come una sfera di luce progressivamente più luminosa. Alla rete Prisma sono giunte anche 27 segnalazioni visuali tramite l’Imo, compiute da testimoni occasionali perché, data l’ora favorevole, è stato osservato da parecchie persone. Il bolide è stato visto anche dalla Croazia e dalla Slovenia.
Triangolando i dati di posizione ottenuti dalle tre camere, il team di Prisma è risalito alla traiettoria seguita dal bolide in atmosfera: ha iniziato a brillare a una quota di circa 90 km e ha seguito una traiettoria discendente inclinata di circa 60 gradi rispetto al terreno muovendosi con una velocità iniziale di 16-17 km/s da Bari verso Matera. Si tratta di una velocità tipica per un oggetto di origine asteroidale, come conferma l’orbita eliocentrica.
Mano a mano che un meteoroide penetra negli strati più densi dell’atmosfera subisce un rallentamento sempre più elevato fino ad arrivare al punto finale della traiettoria luminosa e qua c’è stata una gradita sorpresa: il risultato dei calcoli indica che la fase di bolide è terminata a circa 22-23 km di quota, con una velocità di 3,7 km/s e una massa residua di circa 400-500 grammi. Una volta estinto il bolide il residuo del meteoroide ha iniziato la fase di volo buio proseguendo la caduta verso il suolo, è stato sballottato dai venti dell’atmosfera ed è caduto – con una buona probabilità – pochi km a nord di Matera, fra Borgo Venusio e Iesce. Il profilo meteo dell’atmosfera, necessario per conoscere lo spostamento causato dai venti in quota, è stato calcolato da Raffaele Salerno di Meteo Expert per l’ora e la regione di spegnimento del bolide. Per fortuna la zona dello strewn field – ossia l’area potenzialmente interessata dalla caduta – si presenta abbastanza pianeggiante ed è costellata da campi coltivati che, data la stagione, non costituiranno un ostacolo per la ricerca sul campo. Quella che verrà organizzata da Prisma nei prossimi giorni sarà infatti una vera e propria “caccia alla meteorite“, come già accaduto in altre occasioni, ad esempio per la meteorite Cavezzo.
Come si può vedere dalla mappa dello strewn field, l’area in cui è più probabile ritrovare meteoriti è di forma ellittica, con l’asse maggiore di circa 4 km e il minore di circa 2. Si tratta di una zona abbastanza ampia e servono volontari: chi volesse far parte del gruppo per la ricerca della probabile meteorite materana può contattare Carmelo Falco, del Project Office di Prisma, al 391.7959891, che coordinerà le operazioni in loco.
In ogni caso, se vi capita di passare da quelle parti e di trovare qualcosa dall’aspetto di un sasso di qualche cm di diametro, molto scuro, con i bordi smussati e ricoperto da una patina nera che tende a staccarsi, queste sono le modalità da seguire per la raccolta corretta di una meteorite. Naturalmente la sospetta meteorite va segnalata via email al Project Office di Prisma (prisma_po@inaf.it) per gli approfondimenti del caso. La caratterizzazione scientifica è necessaria: infatti una meteorite, senza analisi chimico-fisiche e non presente nell’elenco delle meteoriti ufficialmente riconosciute, è praticamente priva di qualsiasi valore.