Si chiama 2011 AG5 l’asteroide che nei primi giorni del mese di febbraio ha sorvolato la Terra a una distanza di sicurezza di circa 1,8 milioni di chilometri, poco meno di cinque volte la distanza tra la Terra e la Luna.
L’asteroide è stato osservato dagli scienziati del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, in California, che lo hanno monitorato da vicino per determinarne le dimensioni, la rotazione, i dettagli della superficie e, soprattutto, la forma. L’insolito corpo roccioso si presenta largo circa 150 metri e lungo circa 500 metri – per intenderci, è come se vedessimo viaggiare nello spazio l’Empire State Building. Le dimensioni dell’asteroide sono state rivelate utilizzando la potente antenna da 70 metri del Goldstone Solar System Radar (Gssr) presso il Deep Space Network vicino a Barstow, in California. Non è la prima volta che questo strumento viene utilizzato per monitorare il passaggio di asteroidi. Mai però ne aveva “visti” di così poco tondeggianti. «Ad oggi, dei 1040 oggetti osservati dal radar planetario vicino alla Terra, questo è uno di quelli dalla forma più allungata mai vista», nota infatti Lance Benner del Jpl, membro del team osservativo.
Le osservazioni radar del Gssr si sono svolte dal 29 gennaio al 4 febbraio e sono state in grado di fornire ai ricercatori numerosi altri dettagli. Ad esempio, in uno dei due emisferi di 2011 AG5 è presente un grande e ampio avvallamento che, insieme ad altre sottili regioni scure e più chiare, potrebbe indicare la presenza di caratteristiche in superficie di poche decine di metri di diametro. Le osservazioni analizzate dai ricercatori hanno, inoltre, confermato che 2011 AG5 possiede un periodo di rotazione lento, circa nove ore. Se l’asteroide fosse visibile all’occhio umano, ci apparirebbe scuro come il carbone.
Ma non è finita qui. Le indagini del Gssr, oltre a contribuire alla comprensione di questo affasciante oggetto, forniscono delle precise misurazioni dell’orbita dell’asteroide attorno al Sole, aiutando gli scienziati del Center for Near Earth Object Studies (Cneos) della Nasa a perfezionare l’incedere del suo percorso orbitale. Il “sasso” spaziale, infatti, quando era stato individuato nel 2011 era stato classificato fra quelli potenzialmente pericolosi per la Terra, seppure a rischio molto basso. «Le continue osservazioni di questo oggetto», garantisce invece ora Paul Chodas, direttore del Cneos al Jpl, «hanno escluso ogni possibilità di impatto. E le nuove misurazioni, condotte dal team del radar planetario, ci diranno esattamente dove si troverà nel lontano futuro».
L’asteroide 2011 AG5 completa un’orbita attorno al Sole ogni 621 giorni e l’approccio più vicino alla Terra è previsto nel 2040, quando passerà sopra le nostre teste a una distanza di circa 1,1 milioni di chilometri: quasi tre volte la distanza fra la Terra e la Luna.