Scoperta il 28 dicembre 1904 a Marsiglia dall’astronomo francese Alphonse Louis Nicolas Borrelly, 19P/Borrelly è una cometa periodica dalla forma allungata – una sorta di cosciotto di pollo lungo 8 km e largo 4 km – appartenente alla famiglia delle comete gioviane. Il suo periodo orbitale è di soli 6.85 anni, dunque il suo passaggio in prossimità della Terra è piuttosto frequente; per questo motivo è stata osservata più volte nel secolo scorso, e nel settembre 2001 è stata anche visitata dalla sonda americana Deep Space 1. Nell’occasione di quell’incontro ravvicinato le immagini della sonda hanno permesso sia una definizione precisa della forma e dimensioni della cometa, sia (insieme a osservazioni da Terra) una determinazione dell’orientamento dell’asse di rotazione, del periodo di rotazione e della posizione delle aree attive. La presenza costante di una potente emissione di polveri da un’area attiva in posizione polare sotto forma di jet collimato, allineato quindi all’asse di rotazione della cometa, ha permesso a vari autori di determinare dapprima, e confermare poi, l’orientamento dell’asse anche nelle orbite precedenti e successive alla visita della Deep Space 1.
«Non vi era tuttavia accordo tra gli autori relativamente al fatto che fosse avvenuto, o meno, uno spostamento dell’asse di rotazione nel corso delle ripetute orbite della cometa a partire dalla sua scoperta nel 1904», dice a Media Inaf uno degli autori dello studio, Luigi Bedin dell’Inaf di Padova. «Mentre alcuni autori sostenevano che l’asse fosse rimasto sostanzialmente fisso, altri, in base ad analisi retrospettive, avevano individuato un lento spostamento dovuto probabilmente a un movimento precessionale su base secolare, oppure a perturbazioni di tipo non-gravitazionale secondarie a variazioni dell’attività emissiva del getto polare, con conseguenti accelerazioni e decelerazioni cicliche della rotazione del nucleo cometario. Un’eventuale precessione apparirebbe comunque caratterizzata da un modesto angolo e da un lungo periodo, e sarebbe pertanto difficile individuarla e stimarne le dimensioni».
Negli ultimi due passaggi al perielio la Borrelly, forse perché ritenuta ampiamente studiata a seguito dell’incontro con la sonda Deep Space 1, sembrava essere stata un po’ dimenticata. In occasione del recente passaggio vicino alla Terra, avvenuto a cavallo tra settembre 2021 e aprile 2022, un team italiano formato da astronomi professionisti e non, guidato dall’astrofilo Virginio Oldani della Stazione astronomica di Sozzago, in provincia di Novara, ha invece deciso di riprendere lo studio della cometa, raccogliendo numerose immagini riprese con vari telescopi, tra i quali lo Schmidt da 92 cm dell’Osservatorio astrofisico di Asiago. «Le analisi delle immagini», spiega Oldani, primo autore dell’articolo pubblicato questo mese su Icarus, «focalizzate sulle misure con elevato grado di precisione dell’orientamento del jet primario, e di conseguenza dell’asse di rotazione, hanno permesso di stimare in maniera inequivocabile uno spostamento del polo nord dell’asse della 19P di circa 8 gradi rispetto alle misure effettuate nel 2001-2 e nel successivo passaggio del 2008-9. La modellizzazione della morfologia della chioma interna della cometa mediante un software appositamente sviluppato dal nostro team ha confermato la nuova posizione dell’asse».
«Il nostro studio, che ad oggi risulta l’unico al mondo effettuato dal penultimo passaggio della cometa nel 2008 (nel 2015 le condizioni osservative non erano favorevoli)», aggiunge il secondo autore dell’articolo, Federico Manzini, sempre della Stazione astronomica di Sozzago, «conferma l’esistenza di un lento movimento precessionale dell’asse di rotazione, come ipotizzato da alcuni autori dopo che la cometa 19P era stata visitata dalla sonda Deep Space 1».
Le previsioni per il prossimo passaggio della 19P, nel dicembre 2028, mostrano che le condizioni osservative saranno molto favorevoli per lo studio della morfologia della chioma interna. Il team italiano è già pronto per effettuare nuove osservazioni e confermare ulteriormente i risultati appena ottenuti.
Per saperne di più:
- Leggi su Icarus l’articolo “Comet 19/P Borrelly in 2021–22: Change in the spin axis orientation versus previous apparitions”, di Virginio Oldani, Federico Manzini, Paolo Ochner, Andrea Reguitti, Luigi R. Bedin, Raoul Behrend e Jean Gabriel Bosch