È uno degli strumenti che equipaggeranno l’Extremely Large Telescope (Elt) dell’Eso, si chiama Morfeo e ha da poco superato la cosiddetta preliminary design review. Il suo sistema di ottica adattiva utilizzerà speciali sensori per misurare gli effetti delle distorsioni introdotte dalla turbolenza dell’atmosfera terrestre, correggendoli con specchi deformabili. Ciò consentirà agli astronomi di ottenere una visione senza precedenti dell’universo, producendo osservazioni dettagliate di galassie remote e di stelle al centro della Via Lattea.
«ll superamento della preliminary design review è per me e per tutto il team di Morfeo motivo di grande soddisfazione», dice a Media Inaf il principal investigator dello strumento, Paolo Ciliegi, dell’Istituto nazionale di astrofisica. «La preliminary design review, per un progetto così complesso, è infatti una tappa cruciale, un po’ l’esame di maturità: certifica che è pronto per la fase finale. Il prossimo passo che ci attende, in calendario verso la fine del 2024, è infatti la consegna dei disegni finali con i quali si inizierà la fase di costruzione vera e propria nei laboratori di Inaf Oas di Bologna. La fase di costruzione, assemblaggio e test durerà diversi anni e se tutto andrà bene – e siamo tutti confidenti di ciò – lo strumento verrà impacchettato e spedito in Cile per essere montato sul telescopio Elt nel primo semestre del 2029».
I telescopi terrestri come l’Extremely Large Telescope dell’Eso possono funzionare al massimo delle loro potenzialità solo grazie ai sistemi di ottica adattiva: strumenti in grado correggere la turbolenza atmosferica, che fa tremolare la luce delle stelle e rende sfocata la nostra visione del cosmo. Morfeo (acronimo di Multiconjugate adaptive Optics Relay For Elt Observations), precedentemente noto come Maory, andrà ad affiancare i sofisticati sistemi – tra i quali il più grande specchio deformabile mai realizzato – che correggono le distorsioni dell’atmosfera mentre la luce attraversa Elt. E lo farà aggiungendo un livello di correzione cruciale, che permetterà a Elt di ottenere immagini nitide come quelle scattate nello spazio.
«Il cambio di nome da Maory a Morfeo», spiega Ciliegi, «è stato deciso in segno di rispetto della popolazione Maori in Nuova Zelanda, le cui proprietà culturali distintive, nome compreso, non possono essere rivendicate e usate da persone non direttamente collegate al gruppo».
Morfeo lavorerà in tandem con la fotocamera di Elt Micado (Multi-AO Imaging Camera for Deep Observations), che richiede immagini molto stabili e nitide per misurare con precisione le posizioni, la luminosità e i moti delle stelle – uno dei suoi obiettivi scientifici. Grazie alla ricostruzione dell’immagine della luce proveniente dal telescopio e a ulteriori correzioni delle distorsioni, Morfeo consentirà a Micado di acquisire immagini perfette su tutto il suo ampio campo visivo nel vicino infrarosso. Per raggiungere questo obiettivo, Morfeo si avvarrà di specchi deformabili e altri sistemi all’avanguardia, come le stelle guida laser di Elt, per correggere la turbolenza nei diversi strati dell’atmosfera terrestre. Questi sistemi consentiranno a Morfeo di produrre una mappa 3D della turbolenza atmosferica, così da poter correggere le immagini ottenute da Micado.
Quando al termine dei lavori di costruzione, previsti per la fine di questo decennio, Elt inizierà ad acquisire le sue prime immagini astronomiche, Morfeo sarà uno dei quattro strumenti presenti sul telescopio. Una volta operativo, Elt affronterà le più grandi sfide astronomiche del nostro tempo, dalla ricerca di esopianeti potenzialmente abitabili simili alla Terra allo studio delle primissime stelle e galassie.
Fonte: press release Eso