UN ALTRO PASSO VERSO IL RITORNO SUL NOSTRO SATELLITE, PREVISTO PER IL 2025

Ecco la tuta che porterà la prima donna sulla Luna

È solo un prototipo, ma rimane poco da immaginare. Pensate di sostituire il colore nero con il bianco, e davanti ai vostri occhi avrete la tuta che accompagnerà la prossima campagna di esplorazione umana sulla Luna, durante la missione Artemis III. A occuparsi della costruzione e produzione della divisa spaziale è l’azienda statunitense Axiom Space

     16/03/2023

Il prototipo della tuta spaziale Artemis III, l’AxEmu. Sebbene questo prototipo utilizzi un materiale di copertura grigio scuro, la versione finale sarà completamente bianca quando sarà indossata dagli astronauti della Nasa sulla superficie della Luna, per mantenere gli astronauti al sicuro e termicamente stabile. Crediti: Axiom Space

Una tuta spaziale nera non s’è mai vista. Tutti gli astronauti mai comparsi nel cinema, nella narrazione, ma soprattutto nella storia dell’esplorazione spaziale, erano vestiti di bianco. Una tuta grigio scuro su sfondo altrettanto scuro, come quella proposta nella foto qui a fianco, invece, ha poco a che fare con l’immaginario dell’astronauta classico. E anche con la funzione che la tuta dovrebbe adempiere: quella di riflettere la maggior parte dei raggi solari e proteggere, quindi, dagli sbalzi termici estremi dato che sulla Luna non c’è atmosfera. Quella che vedete in foto infatti è solamente il prototipo, approvato dalla Nasa, della nuova tuta spaziale per la missione Artemis III. Il grande ritorno sulla Luna avrò scritto Axiom Space sull’etichetta, si chiamerà AxEmu (acronimo di Axiom Extravehicular Mobility Unit), e sarà bianco. L’ha annunciato l’agenzia spaziale statunitense ieri, mercoledì 15 marzo, durante un evento che si è tenuto al centro spaziale di Houston, in Texas.

Dettagli stilistici a parte, è la funzionalità che fa la tuta, e quella di Axiom space si è già guadagnata l’appellativo di “tuta di nuova generazione”. Basata sull’idea di sviluppare i prototipi di tuta spaziale della Nasa, la divisa degli astronauti di Artemis III incorpora una tecnologia più recente, consente una maggiore mobilità e garantisce una miglior protezione dai rischi che pone l’ambiente lunare. Gli esperti della Nasa hanno definito gli standard tecnici e di sicurezza fondamentali nell’ideazione di una tuta spaziale, e Axiom Space è stata in grado di sviluppare il prototipo più adatto a soddisfarli. Il punto forte è l’adattabilità della tuta al movimento, in termini di vestibilità e flessibilità necessarie per esplorare meglio il paesaggio lunare. Non solo, la tuta si adatta a un’ampia gamma di stature e stazze: sarebbe in grado, secondo l’azienda produttrice, di accogliere almeno il 90 per cento della popolazione maschile e femminile degli Stati Uniti. Perché, lo ricordiamo, Artemis III porterà anche la prima donna sulla Luna. Infine, dal momento che la missione non partirà prima del 2025, Axiom Space ha dichiarato che continuerà a rinnovare il prototipo applicando le più recenti innovazioni tecnologiche nei sistemi di supporto vitale, negli indumenti a pressione e nell’avionica.

Durante la presentazione del prototipo, è Russel Ralston, vice responsabile del programma per le attività extraveicolari (Eva) presso la Axiom Space, a descrivere la tuta e le sue funzionalità. Innanzitutto, la tuta si indossa entrando dal retro, attraverso una vera e propria porta d’ingresso che si apre assieme a uno zaino rigido incorporato. Si tratta del “portable life support system”, e contiene tutto il necessario per mantenere un astronauta in vita durante le attività extraveicolari. Poi, ci sono una serie di luci poste attorno alla visiera del casco, utili per illuminare lo spazio circostante all’astronauta condizioni di scarsa visibilità, o nel caso in cui debba usare strumenti particolari. A lato del casco c’è anche una videocamera, attraverso la quale sarebbe possibile vedere in alta definizione (dalla stazione lunare ma anche dalla Terra) tutto quel che vede e fa l’astronauta. Prima della missione, l’azienda testerà la tuta in un ambiente simile a quello spaziale, ma non ci sarà spazio per un test nello spazio, o nella Stazione spaziale internazionale.

E così, anche per l’abbigliamento, l’agenzia spaziale statunitense continua una tendenza che ormai possiamo dire consolidata: affidarsi ad aziende per produrre componenti e attrezzature in modo più veloce ed economico rispetto alla produzione in casa.

Guarda sul canale YouTube della Reuters il video di presentazione della Nasa: