Avevamo appena archiviato l’asteroide 2023 DW, che il 14 febbraio 2046 aveva una piccola probabilità di collidere con la Terra (ora scesa a zero), ed ecco presentarsi il caso dell’asteroide 2023 DZ2 che, con i sui 60 metri di diametro ha fatto di nuovo trattenere il respiro.
Scoperto nella notte del 27 febbraio 2023 con il telescopio da 2,5 metri di diametro dell’osservatorio di La Palma (Istituto de Astrofisica de Canarias) quando era di magnitudine +20, questo asteroide è stato ufficializzato con la circolare Mpec 2023-F12 del Minor Planet Center (Mpc). Una curiosità: 2023 DZ2, oltre ad essere stato scoperto dall’Europa, non è mai apparso nella Neocp del Mpc, la pagina dove le scoperte dei Nea confluiscono per la conferma da parte di altri osservatori. Infatti, a La Palma, è stato osservato per tre notti di seguito e nella circolare con l’orbita preliminare compare solo questo osservatorio.
L’orbita di 2023 DZ2 è di tipo Apollo, quindi è un Earth crosser che si muove per lo più all’esterno all’orbita terrestre. L’inclinazione è praticamente nulla quindi si muove sull’eclittica. Avendo un semiasse maggiore di 2,16 au e un’eccentricità di 0,54 il perielio cade a 0,994 au ossia appena all’interno dell’orbita terrestre: in pratica, invece di avere due punti di intersezione ben distinti con l’orbita della Terra, c’è un’intera regione nello spazio in cui l’orbita dell’asteroide e quella della Terra sono molto vicine fra loro e la Moid nominale è di soli 7155 km.
Come per tutti i Nea appena scoperti la prima cosa che si fa è il calcolo della probabilità d’impatto con la Terra. Nei giorni antecedenti il 19 marzo 2023 la probabilità di collisione stimata dal Neocc dell’Esa è arrivata al valore massimo di 1/621 (0,16 %), per il 27 marzo 2026. Sembra poco, ma per un asteroide è una probabilità elevata: tanto per fare un confronto, al secondo posto della risk list c’è 2001 VB, un oggetto di circa 700 m di diametro che ha una probabilità di 1/350.000.000 di collidere con la Terra il 23 luglio 2023 (possiamo stare tranquilli). Grazie al numero di osservazioni astrometriche fatte con i telescopi negli ultimi giorni – ora siamo a 346 con un arco orbitale osservato di 68 giorni – la probabilità d’impatto per 2023 DZ2 è scesa a zero ed è uscito dalla risk list, come ha già fatto 2023 DW. Non deve stupire che siano gli asteroidi delle dimensioni di 50-60 metri ossia oggetti di classe Tunguska, a entrare e uscire dalla risk list: si tratta di asteroidi di piccole dimensioni e quindi molto numerosi, dal punto di vista statistico dobbiamo attenderci che la prossima collisione avverrà proprio con questo tipologia di oggetti, anche se non sappiamo ancora quando.
In ogni caso, 2023 DZ2 farà il passaggio ravvicinato con la Terra il 25 marzo 2023 alle 19:51 UT a una distanza di 175.500 km. Avendo un diametro di circa 60 metri e passando così vicino arriverà a brillare di magnitudine +11,2. Dall’Italia conviene osservarlo nella primissima serata del 24 marzo quando sarà di magnitudine +14. Non sarà visibile a occhio nudo, tuttavia basterà un piccolo telescopio computerizzato di 10-15 cm di diametro e una camera CCD/CMOS per riprenderlo senza difficoltà (da cieli bui). Per ottenere le effemeridi ossia le coordinate celesti verso cui puntare il telescopio, ci si può servire del servizio effemeridi del Neocc dell’Esa. Nella voce “As seen from” si può mettere il codice Iau dell’osservatorio più vicino alla vostra località (ad esempio per la Stazione di Loiano vicino a Bologna è 598, per l’osservatorio di Torino è 022, per l’osservatorio di Castelgandolfo è 036, per Palermo è 535 e così via), poi basta scegliere la data iniziale e finale e l’intervallo di tempo fra una posizione e quella successiva (ad esempio 15 minuti).
Con le effemeridi generate sarà possibile puntare il telescopio nella regione di cielo dove si trova l’asteroide in quel momento. Considerato che ha una velocità angolare di circa 30 arcsec/minuto, basterà una posa di 1-2 minuti per ottenere la “strisciata” dell’asteroide sull’immagine. Purtroppo la sera del passaggio ravvicinato non sarà osservabile dall’Italia perché troppo basso sull’orizzonte, si potrà tentare di riprenderlo all’alba del 26 marzo quando arriverà a circa 20° di altezza. Infatti l’asteroide supererà la Terra nel suo moto dirigendosi verso l’apice terrestre ossia tuffandosi nel cielo dell’alba, quindi è comodamente osservabile prima della fase di “sorpasso” e sempre meno mano a mano che si allontana da noi.