Margaret Bryan era una maestra che scriveva libri di astronomia e fisica per giovani donne. Gestiva una scuola a Blackheath (un villaggio a sud-est di Londra) e sembrava avere una naturale predilezione per l’astronomia e la filosofia naturale, mentre il signor Bryan teneva una corposa corrispondenza epistolare con alcuni dei più illustri astronomi e matematici del tempo. Potrebbe ricordare l’incipit di un romanzo di Jane Austen, ma è la vera storia di una delle studiose più affascinanti ed enigmatiche del 19esimo secolo, che tra la fine del Settecento e il primo decennio dell’Ottocento aiutò molte giovani donne a intraprendere lo studio dell’astronomia. Della vita di Margaret Bryan, però, non si sapeva molto, nemmeno quale fosse il nome di suo marito e quello delle sue due figlie. Una nuova ricerca guidata da Gregory Girolami, professore di chimica dell’Università dell’Illinois Urbana-Champaign (Stati Uniti) e pubblicata questa settimana su Notes and Records: The Royal Society Journal of the History of Science, prova ora a far nuova luce sulla sua biografia. «Sebbene il lavoro pubblicato da Margaret Bryan e i suoi sforzi nell’educare le giovani donne siano stati a lungo apprezzati», spiega Girolami, «questa è la prima volta in cui osserviamo Bryan come persona, insieme alla sua famiglia, e la sua figura inizia a emergere dalle ombre in cui è stata avvolta per oltre due secoli».
Il mondo della scienza è stato considerato per secoli uno spazio per soli uomini, nonostante siano tante le donne brillanti che hanno contribuito al progresso scientifico e culturale della nostra società. La ricerca del passato sta nel saper scrutare tra la polvere del tempo per riportare alla luce voci nuove o dimenticate. «Quando ho iniziato la mia indagine», ricorda Girolami, «Margaret Bryan era solo un numero. Si sapeva che scriveva questi libri, che aveva due figlie e che gestiva un collegio, ma questo era tutto. Mi piacciono le sfide investigative di questo tipo, quindi ho deciso di provare a scoprire di più sulla sua vita.» In effetti, anche le più semplici informazioni su di lei – come la data di nascita e morte, il suo cognome da nubile e i nomi dei suoi familiari – sembravano ormai perdute per sempre. E sebbene il frontespizio della sua prima opera per ragazze, A Compendious System of Astronomy, riportasse un ritratto dell’autrice e delle sue due figlie, i loro nomi non erano citati da nessuna parte. Allo stesso modo, la prefazione del libro faceva intendere che al momento della pubblicazione nel 1797, Margaret fosse vedova ma del nome del marito non vi era traccia.
«Il libro di astronomia di Margaret Bryan è molto tecnico e completo e include alcune delle ultime scoperte dell’astronomia vista come scienza», prosegue Girolami. «La maggior parte delle donne a quel tempo non riceveva una buona istruzione. Quelle che appartenevano a famiglie benestanti erano ben istruite in letteratura, lingue, musica e arti domestiche, ma non era comune per loro imparare molto sulla scienza».
Tra le altre opere di Margaret Bryan figurano un libro di fisica, Lectures on Natural Philosophy, pubblicato nel 1806; un volume più piccolo, Astronomical and Geographical Class Book for Schools, del 1815; e persino un’edizione aggiornata di un gioco da tavolo educativo, Science in Sport or The Pleasures of Astronomy, del 1804.
Ma come è stata condotta l’indagine sulla sua biografia? Anzitutto Girolami si è accorto che tra gli abbonati ai libri di Margaret Bryan c’erano numerose persone con il cognome ‘Nottidge’. Molte di loro risultavano registrate come residenti nel villaggio di Bocking, nell’Essex. Ipotizzando si trattasse di probabili parenti, la ricerca di Girolami è partita dunque da lì, dove è riuscito a trovare informazioni su una prospera famiglia di mercanti di lana che gestiva mulini in diverse città a nord-est di Londra. Uno dei membri della famiglia, un certo Thomas Nottidge, scrisse un testamento nel 1794 che non solo menzionava la Bryan, ma ne rivelava anche i nomi delle sue figlie: Ann Marian e Maria. Il documento, però, non indicava in che modo le due famiglie fossero imparentate tra loro. Tuttavia, analizzando l’albero genealogico della moglie di Thomas Nottidge, Ann Wall, si è scoperto che nel 1768 suo padre, James Wall, lasciò un’eredità ai suoi tre nipoti: Oswald, James e Margaret Haverkam. Ecco così individuato il nome da nubile di Margaret. Dall’atto testamentario non è stato possibile risalire alla data di nascita della studiosa, tuttavia i documenti di battesimo indicano che fu battezzata nell’ottobre 1759 – presumibilmente da neonata, o comunque entro i due anni di età – fornendo almeno una datazione generale della sua nascita.
Non è finita qui, perché durante le ricerche salta fuori anche un certificato di matrimonio e il nome del marito, William Bryan, che Margaret sposò il 12 luglio 1783 a Londra, e al quale seguirono la nascita di Ann Marian e Maria, forse rispettivamente nel 1784 e nel 1786. Ciò che rimaneva ancora sconosciuto era la data di morte di Margaret, complicato dal fatto che il suo nome e cognome risultavano essere comuni al punto che non è stato facile estrarre le giuste informazioni dalla mole di documenti pubblici ed ecclesiastici. Ma la fortuna aiuta sempre gli audaci: Girolami trova un avviso di morte che cita “a much beloved and lamented, Mrs. Margaret Bryan, age 79” (una molto amata e compianta, signora Margaret Bryan, 79 anni), registrato il 30 marzo 1836 a Fortess Terrace, Kentish-Town, Londra. Secondo l’autore dell’articolo, questa potrebbe essere proprio l’informazione che stava cercando. Per di più la tempistica di quella morte è rafforzata da un’altra fonte: la volontà testamentaria di un avvocato di nome Thomas Barnard Pinkett, a cui l’autrice ha amorevolmente dedicato le prime edizioni dei suoi due libri più famosi. Il testamento di Pinkett non fornisce informazioni sulla natura della sua relazione con Margaret, ma rivela che lei e la sua primogenita Ann Marian erano già decedute quando il testamento fu firmato il 1 dicembre 1837, lasciando “50 sterline” alla figlia ancora in vita, Maria.
Importanti tasselli della vita di Margaret Bryan sembra dunque che siano stati messi al posto giusto, ma c’è ancora molto da scoprire. Ad esempio, quando è nato il suo interesse per l’astronomia? Come mai ha iniziato a scrivere libri di fisica e astronomia per ragazze, in un’epoca in cui la scienza era considerata così lontana dagli interessi ritenuti adatti a una donna? Girolami si augura che i risultati dei suoi ritrovamenti storici possano aprire la strada a ulteriori scoperte su di lei e sul suo appassionato e straordinario talento e interesse per l’astronomia.
Per saperne di più:
- Leggi sul sito della University of Illinois Urbana-Champaign l’articolo di Sharita Forrest “Research uncovers details about the mysterious author of early astronomy textbooks”
- Leggi su Notes and Records: The Royal Society Journal of the History of Science l’articolo “Margaret Bryan: Newly Discovered Biographical Information about the Author of A Compendious System of Astronomy (1797)” di Gregory S. Girolami