Il 30 marzo 2023 il Sole ha illuminato il cratere Jezero per più di 13 ore. È primavera inoltrata su Marte, a quelle latitudini, anche se la temperatura ha oscillato fra i -79 gradi (la minima) e i -21 gradi (la massima). Qui, ma più precisamente sopra il delta del cratere Jezero, Perseverance ha raccolto il primo campione della nuova campagna scientifica. Il diciannovesimo, in totale. A 750 Sol dall’inizio della missione, e dopo più di 16 km percorsi sulla superficie del Pianeta rosso, Perseverance ha raccolto la metà dei campioni a disposizione, e – come Pollicino, ma senza il rischio che facciano gola ad altri prima del tempo – ne ha depositati già 10 lungo il suo percorso, pronti a essere prelevati dalla prossima campagna Mars Sample Return.
Ogni campagna scientifica riguarda una nuova stazione nel viaggio di esplorazione di Perseverance. Finora, a partire dal 6 agosto 2021, il rover ha raccolto 19 dei 38 campioni a disposizione: due di questi sono di regolite (o roccia frammentata), 16 sono roccie carotate, mentre uno è un campione di atmosfera marziana. Il diciannovesimo è stato ricavato da una roccia che gli scienziati hanno chiamato “Berea”: è composto di roccia sedimentaria, ha un’altezza di 6.04 cm e si trova attualmente nella pancia di Perseverance. Qui sotto potete vedere il video del campionamento ripreso, in diretta, da una delle telecamere frontali del rover.
La prima ragione per cui è stato raccolto proprio questo campione è che, secondo le ipotesi degli scienziati, dovrebbe essere formato da depositi di roccia che sono stati trasportati a valle da un antico fiume fino a questa posizione. Il materiale di cui è composto, dunque, potrebbe provenire da un’area ben al di là dei confini del cratere Jezero (e dell’area che esplorerà il rover), ed è quindi estremamente interessante.
«La seconda ragione è che la roccia è ricca di carbonato», spiega Katie Stack Morgan, scienziata del Jet Propulsion Laboratory della Nasa che lavora alla missione. «Le rocce carbonatiche sulla Terra sono in grado di conservare forme di vita fossilizzate. Se in questa parte del cratere Jezero erano presenti tracce biologiche, potrebbe essere proprio una roccia come questa a custodire i loro segreti».
Inoltre, poiché i carbonati si formano per mezzo di interazioni chimiche in presenza di acqua liquida, studiarli può fornire agli scienziati molti indizi sul clima passato nel pianeta, e sui cambiamenti climatici che ha subito. Ora il campione si trova nella pancia di Perseverance, ma non è lì che è destinato a rimanere. Dopo aver raccolto un campione, infatti, la provetta viene consegnata a un piccolo braccio robotico interno e spostata alle stazioni di ispezione e sigillatura. Viene quindi sigillata ermeticamente, in modo che nulla possa più entrare o uscire. A questo punto, rimane nella pancia del rover fino a quando il team decide il momento e il luogo in cui depositarla. Al momento e nel luogo prescelto, i campioni vengono posati sulla superficie di Marte in un punto preciso che viene segnato con la dicitura “deposito di campioni”. La posizione prescelta deve essere ben documentata sia utilizzando punti di riferimento locali sia segnando le coordinate precise ricavate dalle misurazioni orbitali. Il tubo contenente il campione, a questo punto, rimane in attesa di essere prelevato e riportato sulla Terra.
Grazie al viaggio di Perseverance, sono stati raccolti campioni molto diversi in meno di due anni: dalle rocce del pavimento relativamente piatto del cratere durante la prima campagna, a quelle sedimentarie a grana fine depositate trovate alla base del delta del cratere, fino alle rocce sedimentarie a grana grossa depositate nel fiume che confluiva nell’antico bacino. E, naturalmente, non siamo che a metà percorso: Perseverance continuerà a risalire verso la prossima curva del letto del fiume asciutto, una località che si chiama “Castell Henllys”.
Guarda il video del campionamento sul canale YouTube del Jpl: