Sono passati cinquant’anni da quando ebbe inizio l’attività scientifica del telescopio Copernico, chiamato così in onore del grande studioso polacco Niccolò Copernico che rivoluzionò la nostra conoscenza dell’universo.
L’idea di costruire un nuovo telescopio di più grandi dimensioni rispetto allo storico telescopio Galileo, con un diametro di 122 centimetri, venne, verso la fine degli anni Sessanta, a Leonida Rosino, direttore dell’Osservatorio astronomico di Padova. Lo studio di oggetti sempre più deboli e lontani richiedeva infatti l’impiego di uno strumento di più grandi dimensioni, che avrebbe permesso all’Osservatorio astrofisico di Asiago di rimanere in linea con i maggiori istituti astronomici d’Europa. Tuttavia, l’espansione urbanistica della piccola cittadina montana in provincia di Vicenza aveva iniziato a danneggiare notevolmente il lavoro notturno dei telescopi. Pertanto, dopo varie discussioni e analisi, la scelta del luogo dove installare il nuovo sito osservativo ricadde su cima Ekar, a 1370 metri di quota e a circa 5 chilometri in linea d’aria da Asiago, e quindi un po’ riparato dalle luci del paese, ma allo stesso tempo facilmente raggiungibile. Così nel 1969 iniziarono i lavori di costruzione del telescopio di 182 centimetri che divenne, ed è tuttora, il più grande strumento ottico sul suolo nazionale.
Nella sua lunga e proficua attività, il telescopio Copernico ha permesso a ricercatori provenienti da tutto il mondo di sviluppare ricerche astronomiche di punta, di sperimentare nuove tecniche osservative e di testare nuove tecnologie. Infatti, grazie alla ricca strumentazione montata nel fuoco del telescopio, sono stati studiati importanti fenomeni celesti come nove e supernove, ammassi stellari, stelle variabili pulsanti, galassie attive, quasar e molto altro.
«Nell’ultimo decennio il telescopio Copernico è stato ulteriormente modernizzato» commenta Roberto Ragazzoni, direttore dell’Osservatorio astronomico di Padova. «Una scelta che ha consentito di continuare una ricerca scientifica che non si è mai fermata, neanche nei momenti più complicati della pandemia.» Infatti, il telescopio Copernico è sempre stato, e continua a essere, un insostituibile banco di prova per nuove tecnologie, dai primi sensori elettronici fino alle più moderne tecniche di ottiche adattive.
Per celebrare al meglio il mezzo secolo di attività del telescopio Copernico, oggi – 14 giugno 2023 – verrà scoperta una targa celebrativa dei 50 anni di attività collocata direttamente al telescopio a Cima Ekar. Inoltre, dal 14 al 16 giugno si svolgerà un congresso scientifico volto a raccontare la storia e descrivere il futuro di uno dei più importanti strumenti ottici italiani. Le tre giornate di studi, rivolte principalmente ai professionisti, saranno accompagnate da eventi per il grande pubblico, tra cui visite ai telescopi e una conferenza pubblica che si terrà il 15 giugno alle ore 21 presso il teatro Millepini di Asiago. Un fitto programma di eventi per raccontare i grandi successi del più grande telescopio sul suolo italiano.