Chissà cosa si chiedeva una giovane persona che giungeva a Cracovia nel Trecento. È possibile che, tra le maestose chiese e l’imponente castello che dominano la città polacca, si interrogasse anche sulle nostre origini: chi siamo, da dove veniamo? È la riflessione di Roger Davies, presidente della European Astronomical Society (Eas), in chiusura del meeting annuale tenutosi proprio a Cracovia questa settimana. Una considerazione che ricorda quanto siano antiche le domande su cui si interroga oggi, con nuova consapevolezza e strumenti all’avanguardia, la comunità astronomica: come si è formato il Sistema solare, da dove arrivano le molecole alla base della vita sulla Terra?
Il meeting ha raccolto in Polonia circa 1500 ricercatrici e ricercatori da tutto il mondo, affiancati da un centinaio di colleghi collegati virtualmente. Molteplici gli argomenti trattati, dagli esopianeti alla formazione stellare e l’evoluzione galattica, a un anno dalla pubblicazione delle prime, rivoluzionarie immagini di Jwst. Si è parlato anche dell’applicazione dell’intelligenza artificiale all’astronomia, della diversità della comunità di ricerca e delle sfide del public engagement. Secondo il rituale, al termine della cerimonia di chiusura, il comitato polacco che ha collaborato all’organizzazione del convegno ha passato la bandiera ai colleghi italiani: il prossimo meeting annuale dell’Eas si terrà infatti a Padova, dal primo al cinque luglio 2024.
«È una grande opportunità per l’Italia, anche per Padova ma sicuramente per tutta la comunità astronomica italiana, che spero riusciremo a utilizzare nel modo migliore», commenta Sara Lucatello, ricercatrice dell’Istituto nazionale di astrofisica a Padova e vicepresidente dell’Eas. «Non vedo l’ora di portare l’astronomia europea nel mio istituto e mostrare loro le grandi capacità astronomiche e la scienza all’avanguardia che si fa in Italia in questo momento».