Potrebbe essere un cassonetto dato alle fiamme per una ragazzata l’origine dell’incendio che dalla mattina del 15 luglio sta devastando l’isola di La Palma, dove all’Osservatorio del Roque de Los Muchachos ha sede il Telescopio nazionale Galileo (Tng) dell’Inaf. Dal municipio di Puntagorda a nord le fiamme si sono estese rapidamente grazie al vento, le temperature elevate e la mancanza di pioggia da diversi giorni. I danni sono ingenti, diverse case e proprietà sono andate perse.
Il fronte dell’incendio si è spostato verso ovest entrando nel municipio di Tijarafe e poi ha cominciato a salire verso l’Osservatorio. Il pomeriggio di sabato 15 è stato deciso di far evacuare l’Osservatorio e sono rimaste solo cinque persone a vigilare la situazione. Intanto nei paesi sottostanti circa quattromila persone dovevano abbandonare casa e averi per spostarsi in posti più sicuri.
Ci sono otto elicotteri e due idrovolanti che combattono le fiamme dall’alto più diverse squadre di esercito, forestale, pompieri e protezione civile che da terra bonificano il terreno e proteggono le case.
Il cambio delle condizioni meteo della domenica ha aiutato a controllare l’incendio che, arrivato a circa 3 km dal Tng, ha cominciato a ritirarsi e spostarsi verso ovest. Grazie al migliorare della situazione, ieri (lunedì 17) la strada verso l’osservatorio è stata riaperta, e lo staff del Tng ha potuto ispezionare le condizioni della cupola.
«Il personale tecnico deve controllare che la cupola non sia ricoperta di ceneri, fuliggine e residui di rami o foglie che potrebbero cadere sul telescopio quando si apre per osservare». dice a Media Inaf il direttore del Tng, Adriano Ghedina. «Allo stesso tempo, i filtri dell’aria condizionata vanno ispezionati, puliti o cambiati. Non sappiamo quanto fumo abbia investito la cupola direttamente ma il fronte era abbastanza vicino».
L’incendio sfortunatamente è poi entrato nel Parco nazionale della Caldera de Taburiente, una zona impervia e ripida, fitta di alberi, che impedisce le operazioni da terra. Le pigne ardenti degli alberi si staccano e rotolano per centinaia di metri verso il fondo della valle allargando il fronte dell’incendio in modo aleatorio. Il fuoco continua a spostarsi e il fumo sale per le pareti della caldera invadendo la zona dell’Osservatorio, per cui anche la notte scorsa è stata persa a causa del fumo.
«Dovremo decidere di giorno in giorno, a seconda del vento e dell’evoluzione dell’incendio, prima di aprire la cupola e poter ricominciare le osservazioni», conclude Ghedina. «La nostra preoccupazione, oltre che per il telescopio, era per la casa di un collega che si trovava giusto nella direzione del fronte dell’incendio. Per fortuna le unità di terra hanno fatto un gran lavoro di preparazione e, quando è stato il momento, l’incendio è passato attorno alla sua casa senza fare grossi danni».