Se tutto andrà nel migliore dei modi, la prossima settimana due navicelle spaziali approderanno sulla Luna. Entrambe nello stesso emisfero, quello australe. Entrambe più o meno alla stessa latitudine, attorno ai 70 gradi, dunque molto elevata, non troppo distanti dal polo sud. Entrambe con lo stesso sogno: trovare ghiaccio d’acqua. Sono le missioni Chandrayaaan-3 e Luna-25, la prima battente bandiera indiana, la seconda russa. Se riusciranno nell’impresa, se anche solo una delle due riuscirà ad atterrare senza schiantarsi, sarà un successo non da poco: dal 1976 a oggi, infatti, solo la Cina è riuscita ad arrivare sulla Luna, con un lander e un rover nel 2013 e nel 2019, e con la missione Chang’e-5 per il trasporto sulla Terra di campioni lunari nel 2020.
La prima a giungere a destinazione – l’approdo nel cratere Boguslawsky è in calendario per lunedì 21 agosto – dovrebbe essere quella che è partita per ultima, la navicella russa, che ha lasciato la Terra solo la settimana scorsa ma, seguendo un tragitto molto più diretto, lo scorso mercoledì era già entrata in orbita lunare, da dove ha iniziato a inviare a terra immagini ravvicinate della Luna. Immagini acquisite con la camera Sts-L, uno degli otto strumenti scientifici a bordo del lander di Luna-25, dotato anche di un braccio robotico per la raccolta di campioni – da analizzare in situ – fino a 50 cm di profondità. Alimentato non solo da pannelli solari ma anche da un generatore termoelettrico a radioisotopi (Rtg), in grado di fornire energia anche durante le lunghe notti lunari, il lander di Luna-25 è progettato per funzionare un intero anno.
Ecco la prima immagine inviata dalla sonda russa #Luna25 dall’orbita lunare. Si tratta del cratere Zeeman, vicino al Polo Sud. Il 21 agosto previsto il tentativo di allunaggio di un lander robotico pic.twitter.com/QzznM0WE3O
— Andrea Bettini (@andreabettini) August 17, 2023
Nel frattempo anche il lander Vikram della missione indiana – che proprio ieri si è separato con successo dal modulo di propulsione, salutandolo su Twitter con un “Grazie per il passaggio, amico!” – sta condividendo immagini sempre più ravvicinate del suolo lunare. Destinazione che dovrebbe raggiungere – sperando in un destino migliore di quello che la sorte ha riservato nel 2019 al suo predecessore – alle 14:17 ora italiana di mercoledì 23 agosto, dunque due giorni dopo Luna-25.
«Questa volta siamo ottimisti che tutto andrà secondo i piani», ha detto Shri Nilesh M. Desai, direttore dello Space applications centre di Isro, l’agenzia spaziale indiana. Piani che prevedono non solo l’atterraggio morbido del lander, stipato di strumenti scientifici per una massa totale di ben 1752 kg, ma anche il rilascio di un piccolo rover a sei ruote – Pragyan, parola che in sanscrito significa ‘saggezza’ – dotato di uno spettrometro a raggi X, di uno spettroscopio laser e in grado di perlustrare il terreno circostante allontanandosi fino a mezzo chilometro. Per l’India il successo significherebbe anche l’ingresso nella ristrettissima cerchia dei paesi capaci di compiere un atterraggio morbido sul suolo lunare: impresa riuscita, nell’intera storia storia dell’esplorazione spaziale, solo a Unione Sovietica, Stati Uniti e Cina.
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