FOTONOTIZIA DA UN CITIZEN SCIENTIST

Eravamo Io e Giove

Scattata prima del 53esimo flyby della sonda Juno attorno al pianeta Giove, primo obiettivo della missione, questa immagine riprende il gigante gassoso in compagnia di una delle sue lune, Io. Fra gli obiettivi scientifici introdotti nella fase estesa della missione Juno, cominciata nel 2021, c'è anche lo studio dei satelliti gioviani. Io in particolare sarà oggetto di almeno due passaggi ravvicinati fra la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo

     13/09/2023

A sinistra una luna, a destra un pianeta. A sinistra Io, a destra Giove. Immersi in un’oscurità senza riferimenti e illuminati solo lateralmente dal (lontano) Sole, nulla sembra poterli smuovere. A guardarli, da vicino, da lontano, girandoci intorno e finendoci quasi dentro, la missione Juno. Orbita laggiù dal 2016, e ha scattato questa foto il 30 luglio 2023. Quel giorno la sonda ha sfiorato la luna vulcanica del pianeta, Io appunto, per poi completare (il giorno seguente) il suo 53esimo flyby ravvicinato di Giove. Al momento dello scatto, Juno si trovava a circa 51.770 chilometri da Io e a circa 395 mila chilometri sopra le cime delle nuvole di Giove.

Immagine del satellite gioviano Io (sinistra) assieme al pianeta gigante, scattata da Juno il 30 luglio 2023. Crediti immagine: Nasa/Jpl-Caltech/Swri/Msss; processing di Alain Mirón Velázquez

La superficie di Io, il corpo più vulcanicamente attivo del Sistema solare, è segnata da centinaia di vulcani che eruttano regolarmente lava fusa e gas sulfurei. Juno la osserva più da vicino di chiunque altro, e ne raccoglierà ulteriori immagini e dati durante i passaggi ravvicinati programmati per la fine del 2023 e l’inizio del 2024.

Nato per vedere sotto la densa coltre di nubi atmosferiche di Giove, Juno è oggi un esploratore dell’intero sistema gioviano, e come tale volge il proprio sguardo anche ai satelliti. La missione era stata infatti lanciata nel 2011, ed è arrivata su Giove nel 2016 per una missione della durata nominale di circa 5 anni. Dal 2021 si trova nella cosiddetta fase “estesa”, che durerà fino al 2025 o fino a quando il satellite riuscirà a rimanere in vita.

Ma torniamo all’immagine: il citizen scientist Alain Mirón Velázquez l’ha elaborata a partire dai dati grezzi dello strumento JunoCam, migliorandone il contrasto, il colore e la nitidezza. I dati che Juno invia alla Terra sono infatti disponibili sia agli scienziati di tutto il mondo che al pubblico, e possono essere visualizzati e processati grazie a una piattaforma messa in piedi dalla Nasa. Si possono scaricare, modificare, elaborare e poi ricaricare sul sito in modo che siano visibili a tutti e, chissà, diventino protagoniste di altre uscite come questa.