RIPRESA LA FASE DI PERFORMANCE VERIFICATION

Euclid: risolto il problema al sensore di guida fine

Grazie a un aggiornamento al software, la missione spaziale Euclid ha risolto i problemi di navigazione legati al puntamento del telescopio, mentre in parallelo sono stati riprogettati i prossimi sei anni di osservazione per evitare gli effetti indesiderati della luce solare diffusa. Termina così il commissioning del satellite, che sarà sottoposto nelle prossime settimane al test finale prima di iniziare la sua campagna scientifica

     06/10/2023

Illustrazione di Euclid mentre scruta il cielo. Crediti: Esa – Cc By-Sa 3.0 Igo

Dopo un’intensa campagna che ha coinvolto diversi team di scienziati e ingegneri da tutta Europa, tutto sembra funzionare correttamente a bordo del satellite Euclid dell’Agenzia spaziale europea (Esa). La missione ha dunque ripreso la cosiddetta performance verification, importante fase di collaudo finale prima dell’avvio della campagna scientifica vera e propria, che era stata interrotta lo scorso agosto.

La cosa più preoccupante era il sensore di guida fine (Fgs, dall’inglese fine guidance sensor) che a volte non riusciva a riconoscere correttamente le stelle guida del catalogo utilizzate per la navigazione. Il sensore, un sistema innovativo per le missioni spaziali europee, è fondamentale per poter puntare il telescopio di Euclid precisamente verso le regioni desiderate del cielo. Prima del lancio, questo sistema era stato testato rigorosamente a terra, ma una volta in orbita sono stati riscontrati degli imprevisti.

A intermittenza, i segnali spuri prodotti sulle osservazioni dai raggi cosmici – provenienti dall’universo lontano ma anche dal Sole – superavano in numero le stelle reali, impedendo al sensore di identificare le configurazioni stellari necessarie alla navigazione. In uno dei casi più estremi, non riuscendo a mantenere la posizione durante l’osservazione di un campo stellare, Euclid ha prodotto un’immagine solcata da scie vorticose di stelle: una situazione certamente poco desiderabile per una missione che dovrà realizzare misure di precisione della posizione e forma di miliardi di galassie.

In questa immagine dello strumento Vis a bordo di Euclid, le tracce stellari curve mostrano l’effetto del sensore di guida fine che perdeva in modo intermittente le stelle guida. Crediti: Esa / Euclid Consortium / Tas-I, Cc By-Sa 3.0 Igo

Per ovviare a questa problematica, i team di Euclid hanno messo a punto un aggiornamento del software. Dopo le verifiche eseguite a terra su un modello elettrico del satellite e un simulatore, l’aggiornamento è stato testato in orbita per dieci giorni, con risultati positivi: il sensore riusciva a rivelare un numero sempre maggiore di stelle.

«I nostri partner industriali – Thales Alenia Space e Leonardo – sono tornati al tavolo da disegno e hanno rivisto il modo in cui il sensore di guida fine identifica le stelle. Dopo un grande impegno e in tempi record, ci è stato fornito un nuovo software di bordo da installare sulla navicella», commenta Micha Schmidt, Euclid Spacecraft Operations Manager dell’Esa. «Abbiamo testato l’aggiornamento del software passo dopo passo in condizioni di volo reali, con input realistici da parte del Science Operations Center per quanto riguarda i target osservativi, e alla fine è stato dato il via libera per riavviare la fase di performance verification».

«La fase di performance verification interrotta ad agosto è ora pienamente ripresa e tutte le osservazioni vengono svolte correttamente», aggiunge Giuseppe Racca, project manager di Euclid per l’Esa. «Questa fase durerà fino alla fine di novembre, ma siamo fiduciosi che le prestazioni della missione si dimostreranno eccezionali e che le regolari osservazioni scientifiche potranno iniziare successivamente».

In misura minore, nelle scorse settimane erano state rilevate interferenze della luce solare diffusa e dei raggi X con gli strumenti di osservazione di Euclid. Anche queste sono state aggirate grazie a una complessa riprogrammazione della strategia di osservazione del cielo che la missione effettuerà nel corso dei prossimi sei anni.