DUE LIBRI PER ANDARE ALLA SCOPERTA DI PANORAMI ALIENI

Cieli e terre d’altri mondi

Con il consenso dell’autrice, l’astrofisica Patrizia Caraveo, vi proponiamo la doppia recensione – pubblicata domenica scorsa sul Sole24Ore – del libro “Altre terre”, di Giovanni Covone, dedicato alla storia della ricerca degli esopianeti, e di “Sotto cieli alieni”, di Philip Plait, che invita i lettori a un viaggio turistico nell’universo cercando d’immaginare cosa si proverebbe a esplorarlo

     16/11/2023

La vita sulla Terra dipende dal sottile strato di gas che inviluppa e protegge il nostro pianeta. L’atmosfera ha permesso lo sviluppo della vita, ma la vita ha modificato la composizione dell’atmosfera arricchendola di composti che gli astrobiologi chiamano firme biologiche. Parliamo di ossigeno, metano, acqua. Tutti possono avere origine geologica, ma sulla Terra metano e ossigeno sono presenti in straordinaria abbondanza perché sono prodotti dal metabolismo di animali e piante.

Giovanni Covone, “Altre terre. Viaggio alla scoperta di pianeti extrasolari”, HarperCollins, 2023, 336 pagine, 18,50 euro

Per questo, quando cerchiamo una nuova terra, è imperativo capire se il pianeta in questione abbia un qualche tipo di atmosfera e, in caso affermativo, quali gas la compongano. Jwst è una macchina straordinariamente potente e le notizie che più frequentemente vengono riprese dai giornali riguardano lo studio delle atmosfere di alcuni esopianeti. Non sono osservazioni facili, perché le misure non sono mai dirette, ma piuttosto in negativo. Bisogna cogliere il pianeta quando passa davanti alla sua stella per cercare di capire quali parti della luce della stella siano state assorbite dall’atmosfera del pianeta.

Niente assorbimenti niente atmosfera, quindi pianeta da cancellare. Assorbimenti in zone sensibili, invece, portano la notizia in evidenza con l’annuncio della presenza di anidride carbonica, metano o acqua. Non è stata ancora scoperta la nuova terra ma Jwst è attivo da solo un anno e non bisogna avere fretta, come descrive in modo molto efficace Giovanni Covone nel suo Altre Terre, un libro che mi ha colpito per la completezza della trattazione unita alla facilità di lettura. L’autore realizza un ottimo connubio tra il racconto dell’evolversi di un problema astronomico e la sua carriera da ricercatore. Ci racconta con franchezza che lui a studiare gli esopianeti non ci pensava proprio. Era andato dal suo professore per chiedere una tesi di cosmologia ed era rimasto un po’ male quando si era sentito dire che doveva invece occuparsi di esopianeti. Colto di sorpresa, si è messo a studiare e ha tracciato la storia della ricerca di pianeti intorno ad altre stelle fino dai suoi albori scoprendo, e ora raccontando, un’incredibile serie di tentativi falliti basati su decenni di osservazioni sfociati in scoperte non confermate, semplicemente perché basate su dati imprecisi. Una volta che un risultato viene confutato c’è chi si rifiuta di ascoltare e chi ammette l’errore. La più spettacolare ritrattazione risale al 1992, quando il mondo dell’astrofisica era stupefatto dalla scoperta di un pianeta in orbita intorno a una pulsar, una stella morta formatesi a seguito dell’esplosione di una supernova. Tutti si chiedevano come fosse possibile che dei pianeti potessero sopravvivere ai convulsi momenti dell’esplosione di una stella di grande massa. Le osservazioni erano state fatte da un gruppo tra i più prestigiosi, attivi nella ricerca radioastronomica, e nessuno sospettava che il pianeta fosse la conseguenza di un’imprecisione nella posizione usata nel corso della complessa analisi temporale dei dati. Il racconto della ritrattazione della scoperta mi ha portato indietro nel tempo, perché io ero presente e non avevo potuto fare a meno di immedesimarmi nel collega che era stato invitato a un prestigiosa conferenza per ricevere il plauso delle comunità ma che invece, con grande onestà intellettuale, si era presentato per assumersi la responsabilità di un errore che evidentemente non era stato fatto da lui. Ma tant’è. Alla fine, il primo vero pianeta extrasolare è stato una assoluta sorpresa, incredibilmente diverso da quello che si stava cercando, e questo spiega perché, fatto salvo il non pianeta visto dai radioastronomi, ci fossero stati così numerosi fallimenti delle ricerche in ottico. Generazioni di astronomi si erano incaponiti a cercare una copia del Sistema solare, dimostrando di avere tanti preconcetti e poca fantasia.

Philip Plait, “Sotto cieli alieni. Una guida turistica dell’universo”, Bollati Boringhieri, 2023, 290 pagine, 29 euro

Ora abbiamo le idee moto più chiare, tanto che possiamo persino cercare di immaginare come sarebbe vivere su un pianeta che ruota intorno a due soli, oppure su uno dei pianeti che orbitano intorno Trappist, una piccola stella con un sistema planetario composto da 5 pianeti di dimensioni grossomodo terrestri. È quello che scopriamo leggendo Sotto cieli alieni di Philip Plait, un noto divulgatore americano, che, per mantenere viva l’attenzione di chi legge, usa la prospettiva personale. Non descrive un pianeta, ma piuttosto ci invita a immaginare cosa proveremmo a visitarlo, che effetto ci farebbe passeggiare, che panorami potremmo vedere, di che colore sarebbe il cielo.  Non per niente il sottotitolo ci informa che si tratta di una guida turistica dell’universo. Si comincia dalla Luna e poi, via via si va sempre più lontano. Immaginando viaggi interplanetari che forse saranno realtà nei prossimi decenni, si fa una visita a Marte, agli asteroidi, a Saturno per spingersi fino a Plutone. Poi si sale direttamente sulle ali della fantasia astronomica, perché si vanno a esplorare i pianeti intorno alle nane rosse ma anche le fabbriche delle stelle nelle nebulose, per arrivare fino al sacro Graal del turista astronomico: i buchi neri.

Visto che la Nasa ha appena riportato a casa campioni dell’asteroide Bennu, non ho resistito e sono andata a leggere la visita agli asteroidi che inizia con la disavventura del turista sprovveduto che si avvicina a un asteroide molto poco solido, come Bennu, e affonda di diversi metri nel terreno sabbioso e morbidissimo. Lo devono venire a salvare e, dalla descrizione della manovra, si intuisce che non è la prima volta che un turista sprofonda in questi agglomerati di detriti che sono stati testimoni dell’inizio del Sistema solare.

Ma la disavventura è solo un modo per entrare in sintonia con un ambiente alieno dove il peso di un essere umano sarebbe di pochi grammi. Non ve ne siete quasi accorti, ma la visita immaginaria vi ha fatto imparare molto sugli asteroidi. Tutto sommato, avreste potuto leggere un capitolo di un testo di astronomia, ma una prospettiva personale è molto più coinvolgente.