“If this doesn’t scare you…”. È questo l’esordio del post dell’Agenzia spaziale europea che introduce il grafico che vedete qui sotto, in cui in rosso è rappresentato l’andamento delle temperature medie globali dell’aria nel corso dei mesi dell’anno corrente. Cosa ci sia di spaventoso nel grafico, non può sfuggire nemmeno allo sguardo più distratto: quella riga rossa raggiunge un picco negli ultimi valori registrati in corrispondenza dei due giorni del 17 e 18 novembre, che misurano rispettivamente +2.07 e +2.06 gradi rispetto ai livelli globali preindustriali. Abbiamo passato – in modo puntuale, sia chiaro – il limite dell’accordo di Parigi. Non solo: se guardiamo la tendenza degli ultimi mesi, ci accorgeremo che tutti – da giugno a novembre – si sono stagliati sopra le medie di tutti gli anni precedentemente monitorati (le curve con tratto più leggero, in secondo piano). In altre parole, la temperatura dell’aria – da giugno in poi – è sempre stata, mediamente, la più alta degli ultimi 120 anni. Se si considera come periodo di riferimento gli ultimi trent’anni, invece, l’anomalia registrata il 17 novembre presenta un eccesso di 1.17 gradi.
I dati che vedete sono stati pubblicati da Era5, la quinta generazione di rianalisi atmosferica del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio (European Centre for Medium-Range Weather Forecasts, Ecmwf) del clima globale, che copre il periodo da gennaio 1940 a oggi.
Si tratta di un set di dati che combina modelli atmosferici con dati osservazionali da satelliti e sensori terrestri per costruire l’andamento a lungo termine del clima. In particolare, fornisce stime orarie di variabili climatiche atmosferiche come temperatura dell’aria, pressione e vento a diverse altitudini, e variabili di superficie come precipitazioni, umidità del suolo e altezza dell’onda oceanica. I dati coprono la Terra con una griglia di 30 km e l’atmosfera con una divisione in 137 livelli dalla superficie fino a un’altezza di 80 km. I dati sono pubblici e scaricabili da chiunque da gennaio 2019.
«Il record Era5 contiene ora due giorni in cui le temperature globali hanno superato di oltre 2 °C il livello preindustriale», dice Carlo Buontempo, direttore del Servizio cambiamenti climatici di Copernicus (C3S) che ha prodotto Era5. «Il fatto che ciò accada nello stesso mese in cui i leader mondiali si riuniranno per fare il punto sui progressi compiuti verso il rispetto degli impegni dell’accordo di Parigi alla Cop28 invia un messaggio molto chiaro: è giunto il momento di agire in modo definitivo per affrontare il cambiamento climatico. Sebbene il superamento della soglia dei 2 °C per un certo numero di giorni non significhi che abbiamo violato gli obiettivi dell’accordo di Parigi, più spesso superiamo questa soglia, più gravi saranno gli effetti cumulativi di queste violazioni».