Dalle 16:20 ora italiana di venerdì scorso il Giappone è ufficialmente entrato nel ristretto circolo delle nazioni che sono riuscite ad approdare sulla Luna senza schiantarsi. Quinto dopo Unione Sovietica, Stati Uniti, Cina e India. E primo per understatement: mai dopo un’impresa spaziale di successo si era vista una conferenza stampa così lugubre come la live andata in onda sul canale YouTube della Jaxa subito dopo l’allunaggio. Conferenza nella quale i responsabili dell’agenzia spaziale giapponese hanno annunciato che il lander Slim è riuscito a compiere un atterraggio morbido, come confermato dall’invio della telemetria ad approdo avvenuto. È anche riuscito a sganciare i due piccoli rover ausiliari – uno “saltellante”, l’altro “rotolante” – e ad acquisire immagini. E tutto lascia supporre – anche se per averne certezza occorrerà circa un mese – che abbia toccato il suolo esattamente dove previsto, realizzando dunque quel 100 meters pinpoint landing che era l’obiettivo principale della missione.
Insomma, un risultato che spettacolare è dir poco: ci fossimo riusciti noi europei, per dire, si sarebbero stappate le migliori bottiglie, fra abbracci e scrosciare d’applausi. Lì alla Jaxa, invece, l’atmosfera sembrava talmente tetra che un giornalista non ha potuto fare a meno di chiedere come mai avessero tutti un’espressione così cupa, riuscendo almeno a strappare un mezzo sorriso al direttore generale dell’Institute of Space and Astronautical Science (Isas) giapponese Hitoshi Kuninaka. Il quale ha ribadito il perché di tanta apprensione: i pannelli solari.
Da subito è stato evidente che i pannelli solari non stavano funzionando. Come ha ricapitolato anche ieri su X la stessa Jaxa, dopo l’atterraggio non è stato possibile avere conferma dell’alimentazione dalle celle solari. Scesa a un livello di carica del 12 per cento, la batteria è stata scollegata (come previsto) per evitare che si scaricasse del tutto, precludendo così un’eventuale operazione di recupero che, invece, è ancora possibile.
Slim si è quindi spento alle 18:57, oltre due ore e mezza dopo l’approdo. Due ore e mezza durante le quali è riuscito a inviare a terra dati e immagini, la cui analisi è tutt’ora in corso, comprese informazioni di telemetria stando alle quali i pannelli solari di Slim risulterebbero rivolti verso ovest. Dunque non è escluso che al prossimo “tramonto” la batteria possa finalmente ricaricarsi, consentendo la ripresa di quelle attività che sancirebbero l’extra success della missione.
According to the telemetry data, SLIM’s solar cells are facing west. So if sunlight begins to shine on the lunar surface from the west, there is a possibility of generating power, and we are preparing for recovery. #SLIM can operate with power only from the solar cells. #JAXA
— 小型月着陸実証機SLIM (@SLIM_JAXA) January 22, 2024
Già, perché nella scala di possibili esiti positivi illustrata dalla Jaxa si parte dal minimum success, ovvero la riuscita dell’atterraggio soft, e questo è sicuramente avvenuto. Per il full success – il successo pieno – era richiesto che l’atterraggio fosse non solo morbido ma pure preciso, entro un raggio di cento metri dal sito programmato, e come dicevamo le probabilità che anche questo difficile obiettivo sia stato conseguito sono elevate. Per l’extra success, invece, era richiesta la prosecuzione delle attività dopo l’approdo, e per questo il giudizio è appunto sospeso almeno fino a quando il Sole non si troverà a ovest, dunque fra circa due settimane, sempre che l’elettronica di Slim resista alle rigide temperature lunari.
Maggiori informazioni sono comunque attese per la fine di questa settimana, ha twittato la Jaxa, concedendosi finalmente il lusso di dichiarare “siamo contenti di aver ottenuto così tanto e siamo felici di essere atterrati con successo”. Chapeau.
Rivedi la conferenza stampa di venerdì sera sul canale YouTube della Jaxa: