CON UN COMMENTO DI ERNESTO PALOMBA (INAF), RESPONSABILE DI VISTA

Il cubesat Milani è pronto per la missione Hera

Giovedì scorso il cubesat Milani è stato consegnato ufficialmente a Hera, missione europea di difesa planetaria il cui lancio è previsto nell’ottobre 2024 e che avrà il compito di studiare il sistema binario di asteroidi Didymos e Dimorphos. A bordo del nanosatellite ci sarà anche Vista, lo strumento italiano che dovrà individuare l’acqua e altre specie volatili intorno ai due asteroidi

     19/03/2024

Il cubesat Milani. Crediti: Tyvak International

La scorsa settimana, giovedì 14 marzo, il cubesat Milani è stato consegnato ufficialmente al team di Hera, missione europea di difesa planetaria – con lancio previsto nell’ottobre 2024 – che avrà il compito di studiare il sistema binario di asteroidi Didymos e Dimorphos e compiere una valutazione dettagliata del test dell’impattatore cinetico Dart della Nasa. Il passaggio di consegne è avvenuto a Torino presso la sede di Tyvak International, dove il nanosatellite è stato realizzato. Prossima tappa sarà il centro Esa Estec, nei Paesi Bassi, dedicato alla ricerca e la tecnologia spaziale. Qui il cubesat stazionerà fino al lancio per la fase di integrazione e la successiva convalida del sistema di collegamento intersatellitare con Hera e Juventas, l’altro piccolo veicolo spaziale della missione, dedicato all’imaging radar. Milani e Juventas saranno i primi cubesat dell’Esa a operare nello spazio profondo.

«Questo è un risultato fondamentale per noi», spiega Margherita Cardi, vicepresidente dei programmi di Tyvak International e responsabile del programma Milani. «Milani è ora pronto per essere consegnato all’Esa e per essere sottoposto ai test di sistema con Hera, per garantire la validazione delle interfacce e della comunicazione end-to-end prima del lancio. Il viaggio non è finito, ma siamo un passo più vicini a Didymos».

Milani è un veicolo spaziale grande quanto una scatola di scarpe e incorpora una telecamera a luce visibile, un altimetro laser e un inseguitore di stelle per la navigazione, oltre a un sistema di propulsione a gas freddo. Il piccolo satellite effettuerà il rilevamento di Dimorphos e Didymos in una gamma di colori più ampia di quella visibile all’occhio umano, e sarà in grado di identificare la loro composizione minerale analizzando nel frattempo anche l’ambiente polveroso che circonda i due asteroidi. Il sistema di collegamento intersatellitare tra la navicella madre Hera e i due minisatelliti consentirà di monitorare i piccoli spostamenti dovuti alla forza di attrazione gravitazionale degli asteroidi, consentendo quindi di valutare la loro massa.

Durante la fase di crociera di Hera verso Didymos – che durerà circa due anni – i due piccoli satelliti saranno custoditi all’interno dei Deep Space Deployers, dopodichè verranno rilasciati uno alla volta e in modo parziale per verificare la funzionalità di ciascun CubeSat. Infine, saranno dispiegati alla velocità di pochi centimetri al secondo perché una velocità maggiore potrebbe causare una fuga nello spazio a causa della bassa gravità. Mentre Hera orbiterà a circa dieci chilometri di distanza dagli asteroidi, Milani si avventurerà a quote inferiori, avvicinandosi fino a due chilometri dalla superficie. Poiché non sarà possibile far orbitare il minisatellite intorno al sistema Didymos in modo tradizionale a causa della sua bassa gravità, Milani effettuerà una serie di “archi iperbolici” nelle sue vicinanze grazie a una serie di fly-by in cui i suoi propulsori aggiusteranno regolarmente la direzione del volo per permettergli di restare il più vicino possibile alla superficie dell’asteroide. Dopo questa fase, Milani tenterà un atterraggio su Dimorphos per cercare di raccogliere dati preziosi sulle proprietà della superficie dell’asteroide.

La consegna del cubesat Milani presso l’azienda Tyvak International Srl a Torino. Da sinistra: Andrea Longobardo (Inaf Iaps, team Vista), Diego Scaccabarozzi (Politecnico di Milano), Emiliano Zampetti (Cnr), Ian Carnelli (project manager della missione Hera), Ernesto Palomba (Inaf Iaps, responsabile scientifico dello strumento Vista), Fabrizio Dirri (Inaf Iaps, team Vista), Chiara Gisellu (Inaf Iaps, team Vista). Crediti: C. Gisellu

A bordo di di Milani si trovano due strumenti scientifici: Aspect e Vista. Aspect (Asteroid Spectral Imager) è uno spettrometro per immagini, sviluppato dal centro di ricerca tecnica finlandese Vtt, costituito da quattro sensori posti ai lati di Milani, con il compito di immortalare gli asteroidi nel visibile e nel vicino infrarosso. Il secondo strumento a bordo di Milani è Vista (Volatile In-Situ Thermogravimetre Analyser), di fabbricazione italiana e a guida scientifica Inaf. È un rivelatore di polveri basato sull’uso di cristalli di quarzo: per la precisione, un microtermogravimetro, sviluppato da un team interamente italiano guidato dall’Istituto nazionale di astrofisica in collaborazione con il Politecnico di Milano e il Cnr. Il suo compito sarà individuare l’acqua e altre specie volatili intorno ai due asteroidi.

«Vedere concretizzarsi l’idea che ho avuto quasi 15 anni fa, ovvero mandare una microbilancia per misurare polveri e composti volatili nello spazio, è stato molto emozionante», dice a Media Inaf  Ernesto Palomba, dirigente di ricerca all’Inaf Ipas di Roma e responsabile dello strumento Vista. «Nel caso di Hera la sfida era molto impegnativa, ovvero realizzare uno strumento pronto per essere lanciato nello spazio in meno di due anni. In questi mesi tutto il gruppo di ricerca ha dovuto lavorare alacremente e in maniera totalizzante al progetto».

«Sulla Terra la stessa tecnologia di precisione dello strumento Vista viene utilizzata nei laboratori di analisi e per controllare i processi di deposito di film sottili di materiale. Il nostro strumento la utilizzerà per identificare l’acqua e altre specie volatili intorno agli asteroidi, nonché la presenza di polvere. Speriamo che il nostro strumento possa continuare a funzionare anche sulla superficie di Dimorphos» conclude Palomba.