Partita l’ambiziosa missione cinese per la Luna, Chang’e 6 che punta a raggiungere il polo sud e riportare per la prima volta a Terra campioni di terreno dal lato nascosto del nostro satellite. Il lancio è avvenuto alle 11:27 ora italiana con un razzo Lunga Marcia 5 dallo spazioporto di Wenchang, e a bordo c’è anche uno strumento scientifico italiano dell’Istituto nazionale di fisica nucleare.
Dopo il successo della missione Chang’e 5, che nel 2020 aveva raggiunto la Luna e riportato a Terra 1,7 chili di campioni di terreno lunare, l’agenzia spaziale cinese Cnsa punta a replicare la missione dandosi questa volta un obiettivo ancora più ambizioso: il lato nascosto della Luna nei pressi del polo sud, il sito considerato più interessante per la realizzazione di futuri avamposti.
La missione, che come tutte le precedenti missioni lunari cinesi prende nome dalla divinità Chang’e, durerà complessivamente 53 giorni e si compone di 4 parti: un orbiter, un lander, un modulo di risalita e un modulo di rientro. L’obiettivo è riportare per la prima volta campioni del lato nascosto della Luna, che presenta molte caratteristiche differenti, ancora poco comprese, rispetto a quello visibile. La missione accoglie sono anche alcune partecipazioni straniere, tra cui uno strumento francese per il rilevamento di gas radon e il retroriflettore laser passivo italiano dell’Infn, denominato Innri (Instrument for landing-Roving laser Retroreflector Investigations), che aiuterà a controllare il posizionamento della sonda.
Concluso il lancio, Chang’e 6 ha iniziato ufficialmente il suo viaggio verso la Luna, che durerà diversi giorni, ma solo dopo aver completato una serie di orbita sempre più larghe attorno alla Terra. Una volta raggiunta l’orbita lunare, tra 5 giorni, la missione si dividerà in due: una parte composta da orbiter e modulo di rientro che resterà in orbita, l’altra composta da lander e modulo di risalita che scenderà verso la superficie. L’allunaggio è previsto nel cratere Apollo, un enorme cratere che occupa gran parte della regione polare e che si stima si sia formato in seguito a un violento impatto con un grande meteorite circa 4 miliardi di anni fa. Proprio per questo campioni di terreno di questa area risultano particolarmente interessanti per comprendere meglio alcune questioni ancora misteriose riguardo all’origine del nostro satellite.
Una volta sceso il lander userà un’innovativa trivella che tenterà di raccogliere campioni fino a 2 metri di profondità mentre a permettere le comunicazioni sarà il satellite Queqiao-2, lanciato a marzo 2024, che grazia alla sua potente antenna parabolica di ben 4,2 metri di diametro garantirà una sorta di ponte radio con il lato nascosto della Luna. I materiali raccolti saranno poi trasferiti a bordo del modulo di risalita che ripartirà per ricongiungersi con il modulo di rientro in attesa in orbita. Completata la manovra il modulo si dirigerà nuovamente verso la Terra per portare i campioni, si spera circa due chili.
Fonte: Ansa
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