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Speculoos-3 b, un pianeta simile alla Terra

Attorno a una stella nana piccola come Giove e due volte più fredda del Sole orbita un pianeta simile per dimensioni alla terra. Il sistema pianetario che lo ospita, Speculoos-3, a 55 anni luce di distanza da noi, è solo il secondo – dopo Trappist 1 – scoperto attorno a questo tipo di stelle

     15/05/2024

Rappresentazione artistica dell’esopianeta Speculoos-3 b in orbita attorno alla sua stella. Il pianeta è grande come la Terra, mentre la sua stella è leggermente più grande di Giove, ma molto più massiccia. Crediti: Lionel Garcia.

È bene dirlo subito: non è un pianeta adatto alla vita. Nonostante sia roccioso e simile per dimensioni alla Terra, il pianeta scoperto dal progetto Speculoos non ha le caratteristiche giuste per ospitare la vita. Ma si tratta comunque di una scoperta importante nella ricerca di pianeti potenzialmente abitabili, perché ha centrato in pieno l’obiettivo del progetto: trovare pianeti di tipo terrestre attorno a stelle nane ultrafredde.

Forse ricorderete il sistema planetario Trappist-1, il primo ad essere scoperto attorno a una stella dello stesso tipo, e che quanto a ricchezza – con i suoi sette pianeti terrestri – ha davvero esagerato. Il progetto Speculoos – letteralmente Search for Planets Eclipsing Ultra-cool Stars, e sì, il nome vuole ricordare i biscottini alla cannella – guidato dall’astronomo Michaël Gillon dell’Università di Liegi, è il suo erede più diretto. Il progetto è infatti nato nel 2017 con l’intento di cercare esopianeti intorno alle stelle nane ultrafredde più vicine usando come prototipo il telescopio Trappist.

La stella in questione si trova a 55 anni luce dalla Terra, ha dimensioni simili a Giove, è calda meno della metà del Sole, dieci volte meno massiccia e cento volte meno luminosa. Vivrà però circa cento volte più a lungo, tanto che stelle come questa si pensa rimarranno le ultime a brillare quando l’universo diventerà freddo e buio. Non si tratta di una categoria di stelle particolare, anzi, sono piuttosto comuni, ma è difficile osservarle perché sono – appunto – poco luminose e dunque poco visibili. E poco si sa anche dei loro pianeti, sebbene si ritenga che rappresentino una frazione significativa della popolazione planetaria della Via Lattea.

Per avere buone possibilità di individuare un transito di pianeti attorno a stelle nane ultrafredde, occorre osservarle una per una, per intere settimane. Cosa che richiede una rete dedicata di telescopi robotici professionali. Per questo gli astronomi dell’Università di Liegi hanno dato il via al progetto Speculoos (cominciato a livello prototipale con Trappist), gestito congiuntamente dalle università di Liegi, Cambridge, Birmingham, Berna, Mit ed Eth Zürich. I quattro telescopi robotici da un metro di diametro della rete australe del progetto Speculoos si trovano a Cerro Paranal, in Cile, a oltre 2500 metri di altezza s.l.m., e osservano il cielo alle lunghezze d’onda del vicino infrarosso. Il loro primo pianeta scoperto, di cui si parla in un articolo pubblicato oggi da Nature Astronomy, si chiama Speculoos 3-b.

«Ha praticamente le stesse dimensioni del nostro pianeta», spiega l’astronomo Michaël Gillon, primo autore dell’articolo e guida del progetto. «Un anno, cioè un’orbita intorno alla stella, dura circa 17 ore. I giorni e le notti, invece, sembra non finiscano mai. Riteniamo infatti che il pianeta ruoti attorno alla stella in modo sincrono, ovvero rivolgendo a essa sempre lo stesso lato – il lato a giorno appunto, proprio come fa la Luna per la Terra. Il lato notturno, invece, rimane bloccato in un’oscurità senza fine».

La stella Speculoos-3 è di gran lunga più fredda rispetto al Sole: ha una temperatura media di circa 2.600 gradi. A causa della sua orbita iper-corta, il pianeta riceve dalla sua stella ogni secondo un’energia quasi sedici volte superiore a quella che riceve la Terra dal Sole, ed è quindi letteralmente bombardato da radiazioni ad alta energia. È improbabile – ritengono i ricercatori – che in condizioni simili si possa sviluppare un’atmosfera attorno al pianeta. Così come è improbabile che possa sviluppare e sostenere qualunque forma di vita. Rimane però un pianeta interessante da studiare anche con il telescopio spaziale Webb, pensano gli autori, che potrebbe vederne la mineralogia e approfittare dell’assenza dell’atmosfera per studiare più approfonditamente la sua stella. Per candidati più promettenti per la vita, invece, bisognerà attendere le prossime rilevazioni.

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