ACCOMAZZO: «POTREBBERO ESSERCI EFFETTI SULLA DEFINIZIONE DELLA MISSIONE»

BepiColombo, abbiamo un problema di propulsione

I propulsori della missione BepiColombo per l’esplorazione di Mercurio non riescono a fornire tutta la spinta richiesta. L’Esa sta lavorando, assieme all’industria, per capire la natura del problema, che sembra abbastanza serio, e cercare di ripristinare la funzionalità in vista delle prossime manovre. Con le spiegazioni di Andrea Accomazzo (Esa) e Gabriele Cremonese (Inaf)

     16/05/2024

Essenziali la nota stampa, e il tweet, pubblicati dall’Esa, l’Agenzia spaziale europea, riguardo il problema ai propulsori emerso durante l’ultima manovra di BepiColombo. Poco tradiscono sull’effettiva gravità della situazione e, soprattutto, sulla possibilità di recuperare la piena funzionalità in vista dell’ultimo anno e mezzo di viaggio prima dell’inserimento in orbita attorno a Mercurio, previsto per dicembre 2025.

Il problema, secondo quanto riportato dall’Agenzia, sarebbe emerso il 26 aprile durante una manovra orbitale, quando il modulo responsabile del trasporto non sarebbe riuscito a fornire sufficiente energia elettrica ai propulsori della sonda. BepiColombo è una missione congiunta dell’Esa e dell’agenzia spaziale giapponese Jaxa formata da tre unità: due orbiter (il Mercury Magnetospheric Orbiter della Jaxa, e il Mercury Planetary Orbiter dell’Esa), e un modulo responsabile del trasporto, il Mercury Transport Module (Mtm), che utilizza una combinazione di propulsione elettrica e spinta gravitazionale.

«Durante l’utilizzo della propulsione elettrica abbiamo riscontrato un problema per cui il satellite non è stato in grado di fornire tutta la potenza elettrica necessaria», spiega a Media Inaf  Andrea Accomazzo, responsabile della Divisione missioni interplanetarie al centro di controllo dell’Esa a Darmstadt, dal quale si controllano le operazioni di volo e le manovre orbitali di BepiColombo. «Questo ha causato uno spegnimento della propulsione elettrica, come previsto in questi casi. Questi archi di propulsione elettrica fanno parte delle manovre necessarie per guidare la sonda nel suo avvicinamento a Mercurio. La situazione è stata temporaneamente stabilizzata riducendo il livello di spinta dei motori e altri carichi elettrici del satellite, così da avere una fornitura di potenza stabile. In assenza di altri problemi, questa soluzione è in grado di raggiungere le condizioni orbitali per effettuare i tre passaggi gravitazionali con Mercurio previsti tra settembre e gennaio. Le investigazioni per capire l’origine del problema riscontrato continuano con il supporto necessario. Occorrerà del tempo per avere un quadro più preciso della situazione».

Le componenti della navicella BepiColombo. Dal basso verso l’alto: modulo di trasferimento di Mercurio, orbiter planetario di Mercurio, schermo solare e struttura di interfaccia e orbiter magnetosferico di Mercurio. Le navicelle sono mostrate con gli array solari e gli strumenti dispiegati. Crediti: Esa/Atg medialab

Il team dell’Esa a Darmstadt sta lavorando assieme ai partner industriali da fine aprile per risolvere il problema in vista delle prossime manovre orbitali. Sono riusciti, entro il 7 maggio, a riportare la spinta di BepiColombo a circa il 90 per cento del suo livello precedente. Tuttavia, la potenza disponibile del modulo di trasferimento è ancora inferiore a quella che dovrebbe essere, cosa che impedisce di ripristinare la spinta completa.

«La situazione al momento è sotto controllo e i motori stanno funzionando quasi a pieno regime, una leggera riduzione della potenza che non mette a rischio il prossimo flyby a settembre», rassicura Gabriele Cremonese, responsabile scientifico dello strumento Symbio-Sys a bordo di BepiColombo. Il flyby di cui parla è quello che sta portando la sonda a incontrare nuovamente Mercurio per la sua quarta manovra di assistenza gravitazionale. Mentre, come dicevamo, l’inserimento in orbita attorno al pianeta è previsto per la fine del 2025, con l’inizio delle operazioni scientifiche nella primavera 2026. «Come in tutte le risorse e sistemi di una missione spaziale ci sono dei margini, e quindi anche per la potenza dell’Mtm (il modulo di trasferimento responsabile della propulsione, ndr). Esa e le aziende coinvolte stanno lavorando per ottimizzare la potenza anche includendo i margini. In questo momento non sono previste variazioni nelle attività degli strumenti».

«I rischi associati a questo problema potrebbero anche avere effetti sulla definizione della missione», conclude Accomazzo, «pertanto richiedono massima attenzione e prudenza da parte nostra». Insomma, per il momento si lavora di conserva, e la fattibilità delle prossime manovre sembra non essere in discussione. L’Esa fa sapere che pubblicherà nuovi aggiornamenti non appena ci saranno avanzamenti di rilievo sui lavori.

Com’è fatto BepiColombo? Guarda il servizio di MediaInaf Tv: