QUANTO A RADIAZIONI, ESPLORERÀ L’AMBIENTE PIÙ OSTILE DEL SISTEMA SOLARE

Codice giallo per i transistor di Europa Clipper

Da una serie di test effettuati nei mesi scorsi è emerso che alcuni dei chip a bordo della sonda Nasa diretta alla luna ghiacciata di Giove, il cui lancio è previsto per ottobre, potrebbero non essere in grado di sopportare le intense radiazioni che attraversano l’ambiente fra il gigante gassoso e le sue lune

     16/07/2024

Rappresentazione artistica della sonda spaziale Europa Clipper della Nasa, il cui lancio è previsto per ototbre. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech

Il satellite mediceo Europa è uno fra i luoghi più promettenti per la ricerca di vita aliena nel Sistema solare. Ma l’ambiente che lo circonda potrebbe rivelarsi fatale per un’altra forma di “vita”: quella dei transistor a bordo di Europa Clipper, una missione Nasa da cinque miliardi di dollari che dovrebbe partire il prossimo ottobre, appunto, alla volta di Europa. Programma che ora rischia di poter subire un ritardo proprio a causa della resistenza alle radiazioni, che da quanto è emerso nei mesi scorsi risulta per alcuni transistor a bordo della sonda inferiore a quanto richiesto.

A mettere in allarme i tecnici della Nasa sono in particolare i chip con transistor a tecnologia Mosfet. Quelli utilizzati da Europa Clipper sono una versione blindata e irrobustita ad hoc: sono infatti progettati in modo da tollerare radiazioni da mille a tremila Gray (unità di misura della dose assorbita di radiazioni ionizzanti: tanto per farsi un’idea, per un essere umano già 6-8 Gray sono una dose letale). Questi transistor supercorazzati non dovrebbero dunque aver problemi ad affrontare l’enorme flusso di radiazioni che incontreranno nel corso della missione, per quanto – radioattivamente parlando – quello che Europa Clipper dovrà esplorare è l’ambiente più ostile di tutto il Sistema solare: al confronto, attraversare le fasce di Van Allen, dove le radiazioni sono circa 50 volte inferiori, è una passeggiata. Questo perché l’enorme campo magnetico del sistema gioviano – 20mila volte più forte di quello terrestre – intrappola le particelle cariche e le accelera ad altissime energie, producendo intense radiazioni che investono Europa e le altre lune interne.

Tornando ai transistor, sebbene in teoria abbiano tutte le carte in regola, i risultati dei test ottenuti finora mostrano che alcuni potrebbero non soddisfare appieno gli stringenti requisiti della missione. Il sospetto che potessero non reggere all’intenso flusso di radiazioni del sistema gioviano aleggia da tempo, tanto che già a maggio una nota della Nasa riportava il problema. In queste settimane – il completamento dell’analisi preliminare è previsto per la fine di luglio –  il team di Europa Clipper sta cercando di valutare quanti sono i transistor potenzialmente vulnerabili, per capire se la ridondanza, comunque prevista, è sufficiente. O se, invece, occorrerà sostituirli. Un’operazione, quest’ultima, piuttosto complessa in questa fase della missione, al punto da poter richiedere un posticipo della data di lancio. Posticipo non indolore, va sottolineato: trattandosi di una missione interplanetaria, una variazione rispetto al calendario ottimale può comportare traiettorie assai più complesse e ritardi anche di anni sull’arrivo a destinazione. Sempre meglio, comunque, rispetto al rischio di scoprire che i transistor non avrebbero retto solo una volta giunti a destinazione.