Un po’ come quando si assaggia un piatto di alta cucina, che si compone di ingredienti con preparazioni diverse, il gusto di osservare uno stesso oggetto con diversi telescopi si esalta e si amplifica se lo si fa “in un unico boccone”, assaggiando tutto insieme. Le immagini che vedete qui sotto, elaborate dalla Nasa, sono proprio questo: un piatto di alta cucina cosmica. Uniscono le visioni di uno stesso oggetto da parte del telescopio a raggi X Chandra della Nasa, del telescopio spaziale Hubble e del telescopio spaziale Webb. Il primo osserva nei raggi X, il secondo in ultravioletto, ottico e infrarosso, il terzo esclusivamente a lunghezze d’onda infrarosse.
Un viaggio, quello proposto da Nasa attraverso queste immagini, che si allontana sempre più da noi, includendo scale cosmiche via via più grandi.
Cominciamo allora in basso a destra, con la regione di formazione stellare Rho Ophiuchi, a una distanza di circa 390 anni luce dalla Terra. Quello che vedete è un complesso di nubi fatto di gas e stelle di diverse dimensioni ed età. In questa immagine, i raggi X di Chandra sono di colore viola e rivelano le stelle neonate che esplodono violentemente e producono raggi X. I dati infrarossi di Webb sono di colore rosso, giallo, ciano, azzurro e blu più scuro e riescono a vedere le regioni di gas e polvere, che se provassimo a guardare con i nostri occhi – sensibili alla luce ottica – non potremmo cogliere.
In alto a destra, un po’ più lontana ma pur sempre nella nostra galassia, la Via Lattea, c’è la Nebulosa di Orione. Si trova a circa 1500 anni luce di distanza, ed è proprio al centro di quella costellazione che si riconosce, nel cielo, per avere tre stelle vicine a formare la cosiddetta “cintura” di Orione. Se si guarda con un telescopio (anche piccolo) appena sotto il centro di queste, si può vedere la nebulosa. Con Chandra e Webb, chiaramente, si può ammirare in gran dettaglio. Chandra mostra le giovani stelle che brillano nei raggi X, colorate in rosso, verde e blu, mentre Webb mostra il gas e la polvere (in rosso più scuro) che, collassando, formeranno la prossima generazione di stelle.
Scendendo in basso a sinistra, ora, si cambia galassia. Come la Via Lattea, Ngc 3627 è una galassia a spirale che – dalla nostra prospettiva – appare leggermente di taglio. Si tratta, in particolare, di una galassia a spirale “barrata”, per la forma rettangolare della sua regione centrale, con due bracci a spirale che, dal centro, formano un arco. E proprio al centro troviamo la regione maggiormente evidenziata (in viola e bianco) da Chandra. Si tratta del buco nero supermassiccio al centro di Ngc 3627, mentre in rosso, verde e blu i dati ottici del telescopio spaziale Hubble e Webb, che individuano la polvere, il gas e le stelle in tutta la galassia.
L’ultima immagine inquadra infine l’oggetto più lontano e più esteso: l’ammasso di galassie Macs J0416. Come tutti gli ammassi, è in grado di contenere centinaia o addirittura migliaia di singole galassie legate fra loro gravitazionalmente. Gli ammassi sono pervasi da un’enorme quantità di gas caldo – o plasma – che risulta visibile ai raggi X (mostrati in viola nell’immagine). Di nuovo, le viste di Hubble e Webb sono rappresentate in rosso, verde e blu, ma questa volta a ciascun puntino colorato corrisponde una galassia. Gli ammassi sono infatti i sistemi gravitazionalmente legati più grandi dell’universo.