UNA NOVITÀ ASSOLUTA SUL PIANETA ROSSO

Roccia marziana con sorpresa

Il 30 maggio il rover Curiosity ha accidentalmente rotto una roccia sul terreno, passandoci sopra, rivelando qualcosa di mai visto prima sul Pianeta rosso: cristalli gialli di zolfo. Si tratta di zolfo puro, non una miscela di zolfo e altri materiali. Secondo il project scientist di Curiosity, trovare su Marte un campo di pietre di zolfo puro è come trovare un’oasi nel deserto. Ora bisogna capire come fa a trovarsi lì

     23/07/2024

Questi cristalli gialli sono stati trovati da Curiosity quando, il 30 maggio, ha rotto una roccia passandoci sopra. Grazie a uno strumento sul braccio robotico, gli scienziati hanno capito che si tratta di zolfo elementare. È la prima volta che questo tipo di zolfo è stato trovato sul Pianeta rosso. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Msss

Il 30 maggio scorso gli scienziati della Nasa sono rimasti sbalorditi quando al passaggio del rover Curiosity una roccia sul terreno si è rotta, rivelando qualcosa di mai visto prima sul Pianeta rosso: cristalli gialli di zolfo.

Dall’ottobre 2023, il rover sta esplorando una regione di Marte ricca di solfati, un tipo di sale che contiene zolfo e si forma con l’evaporazione dell’acqua. Ma mentre i rilevamenti passati riguardavano minerali a base di zolfo – in altre parole, una miscela di zolfo e altri materiali – la roccia che Curiosity ha recentemente aperto è fatta di zolfo elementare, o puro.

Non è chiaro quale sia il rapporto, se esiste, tra lo zolfo elementare e gli altri minerali a base di zolfo presenti nell’area.

Mentre normalmente lo zolfo viene associato all’odore delle uova marce (odore caratteristico dell’acido solfidrico), lo zolfo elementare è inodore. Si forma solo in una ristretta gamma di condizioni che gli scienziati non hanno mai associato alla storia di questo luogo. Curiosity ne ha trovato molto: un intero campo di rocce simili a quella schiacciata dal rover.

«Trovare un campo di pietre fatte di zolfo puro è come trovare un’oasi nel deserto», dichiara il project scientist di Curiosity, Ashwin Vasavada del Jet Propulsion Laboratory della Nasa. «Non dovrebbe essere lì, quindi ora dobbiamo spiegarlo. Scoprire cose strane e inaspettate è ciò che rende l’esplorazione planetaria così eccitante».

Il giorno 8 giugno Curiosity ha catturato questo primo piano di una roccia chiamata “Snow Lake”. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Msss

Si tratta di una delle numerose scoperte che Curiosity ha fatto durante il percorso “fuoristrada” all’interno del canale Gediz Vallis, un solco che si snoda lungo un lato del Monte Sharp, alto 5 chilometri, dalla cui base il rover sta risalendo dal 2014. Ogni strato della montagna rappresenta un diverso periodo della storia marziana. La missione di Curiosity è quella di studiare dove e quando l’antico terreno del pianeta avrebbe potuto fornire i nutrienti necessari a un’eventuale vita microbica.

Avvistato dallo spazio anni prima del lancio di Curiosity, il canale Gediz Vallis è uno dei motivi principali per cui il team scientifico ha voluto visitare questa zona di Marte. Gli scienziati ritengono che il canale sia stato scavato da flussi di acqua liquida e detriti che hanno lasciato una cresta di massi e sedimenti che si estende per tre chilometri lungo il fianco della montagna, sotto il canale. L’obiettivo è capire come miliardi di anni fa questo paesaggio sia cambiato e, sebbene gli indizi recenti siano stati utili, c’è ancora molto da imparare.

Dall’arrivo di Curiosity nel canale all’inizio di quest’anno, gli scienziati hanno cercato di capire se i grandi cumuli di detriti che si ergono dal fondo del canale siano stati depositati dalle antiche acque alluvionali oppure se siano il risultato di frane. Sembrerebbe che entrambi questi fattori abbiano avuto un ruolo: alcuni cumuli sono stati probabilmente depositati da violenti flussi di acqua e detriti, mentre altri sembrano essere il risultato di frane. Queste conclusioni si basano sulla forma delle rocce trovate: mentre le pietre trasportate dai flussi d’acqua diventano arrotondate come ciottoli di fiume, alcuni dei cumuli di detriti sono pieni di rocce più spigolose che potrebbero essere state depositate da valanghe asciutte.

Mentre esplorava il canale Gediz Vallis, a maggio, Curiosity ha catturato questa immagine di rocce che mostrano un colore pallido vicino ai loro bordi. Questi anelli, chiamati anche aloni, assomigliano ai segni che si vedono sulla Terra quando l’acqua di falda si infiltra nelle rocce lungo le fratture, provocando reazioni chimiche che ne cambiano il colore. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Msss

Infine, le reazioni chimiche provocate dall’acqua hanno fatto sbiancare alcune rocce che ora presentano aloni bianchi. L’erosione causata dal vento e dalla sabbia ha rivelato queste forme a raggiera nel corso del tempo.

Tutte queste tracce lasciate dall’acqua continuano a raccontare una storia più complessa rispetto a quelle che erano le aspettative iniziali del team, che non vedeva l’ora di prelevare un campione di roccia dal canale per saperne di più. Finalmente, il 18 giugno, gli scienziati hanno avuto la loro occasione. Mentre le rocce sulfuree erano troppo piccole e fragili per essere campionate con la trivella, nelle vicinanze è stata individuata una grande roccia soprannominata Mammoth Lakes.

Individuata una parte della roccia che permettesse una perforazione sicura, Curiosity ha praticato il suo 41esimo foro utilizzando la potente trivella all’estremità del suo braccio robotico e ha versato la roccia polverizzata all’interno di strumenti posizionati nel suo ventre per ulteriori analisi, in modo da riuscire a determinare di quali materiali è fatta la roccia. Poi si è allontanato da Mammoth Lakes.

Ora è in viaggio per vedere quali altre sorprese attendono di essere scoperte all’interno del canale.

Il rover Curiosity della Nasa ha catturato questa vista del canale Gediz Vallis il 31 marzo. Quest’area si è probabilmente formata in seguito a grandi inondazioni di acqua e detriti che hanno ammassato cumuli di rocce all’interno del canale. Crediti: Nasa/Jpl-Caltech/Msss