Secondo i dati raccolti dai satelliti della Nasa e dell’Esa sulla temperatura media giornaliera globale dell’aria, il 22 luglio 2024 è stato il giorno più caldo mai registrato: 17.16 °C. Quasi un grado (+0.90 per la precisione) in più rispetto alla media globale dal 1991 al 2020 e 0.18 gradi in più dell’anno scorso – che già registrava un’aumento apprezzabile rispetto alla media dell’ultimo trentennio. Record ai quali ci dobbiamo abituare, e che forse nemmeno più stupiscono. Record dei quali, però, dovremmo seriamente preoccuparci, specialmente se nulla lascia sperare in un’inversione di tendenza.
Il grafico che vedete riportato sulla destra raccoglie i dati di una rianalisi climatica di Era5 da parte del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (o European Centre for Medium-Range Weather Forecasts, Ecmwf) per il programma Copernicus Climate Change Service (C3S). Il grafico mostra la temperatura globale media dell’aria a due metri dal suolo relativa all’anno in corso (rosso scuro), al 2023 (arancio) e al periodo 1991-2020. È evidente anche a una prima occhiata come le rilevazioni degli ultimi due anni si collochino nettamente sopra la media degli ultimi trenta.
July 22, 2024 was the hottest day on record. Average global temperatures for July 21 & 23 also exceeded the previous record.
The preliminary finding comes from @NASA atmospheric models that combine millions of land, sea, air & satellite observations. https://t.co/qZoqWphzAd pic.twitter.com/8LRyrxxcYG
— NASA Climate (@NASAClimate) July 29, 2024
Nel grafico in basso a sinistra, invece, si riporta l’anomalia delle temperature rispetto allo scorso anno, e alla media degli ultimi trent’anni (utilizzando gli stessi colori). Qui è ancora più evidente come gli ultimi 12 mesi costituiscano un unico, inquietante, filone di record. Solo guardando all’ultimo mese, anche il 21 e il 23 luglio hanno superato il precedente record giornaliero, stabilito appena un anno fa, a luglio 2023.
«In un anno che è stato il più caldo mai registrato, queste ultime due settimane sono state particolarmente brutali», ha dichiarato l’amministratore della Nasa Bill Nelson, riferendosi ai dati pubblicati dall’agenzia spaziale degli Stati Uniti, basati sulle analisi del Modern-Era Retrospective analysis for Research and Applications, Version 2 (Merra-2) e del Goddard Earth Observing System Forward Processing (Geos-Fp), in accordo con quelli europei. «Attraverso le nostre oltre due dozzine di satelliti per l’osservazione della Terra e oltre sessant’anni di dati, la Nasa sta fornendo analisi critiche su come il nostro pianeta sta cambiando e su come le comunità locali possono prepararsi, adattarsi e rimanere al sicuro».
Queste temperature da record, ripeterlo è doveroso quanto ormai pleonastico, fanno parte di una tendenza al riscaldamento a lungo termine guidata dalle attività umane, in primo luogo l’emissione di gas serra. Il monitoraggio del riscaldamento globale è uno sforzo congiunto delle agenzie spaziali di tutto il mondo, che rendono pubblici i loro risultati avvertendo, periodicamente, sui giorni e i periodi record. Uno sforzo che dovrebbe essere utilizzato e canalizzato nella ricerca di provvedimenti non solo palliativi, ma anche risolutivi da parte dei cittadini e dei decisori politici a livello globale.
Correzioni del 30/07/2024: il nome in italiano dell’Ecmwf è Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine, non a medio raggio come inizialmente tradotto. Abbiamo anche aggiunto il valore della temperatura relativa al 22 luglio (17.16 °C.), non esplicitato nei grafici.