L’Assemblea generale dell’Unione astronomica internazionale (Iau) si è conclusa a Città del Capo con il passaggio del testimone all’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) che avrà l’onore, e l’onere, di organizzare la prossima assemblea a Roma nell’agosto 2027. In effetti sono molteplici gli eventi astronomici di punta che si sono svolti o si svolgeranno in Italia. A luglio, la riunione annuale della European Astronomical Society ha richiamato a Padova quasi 1800 astrofisici. A ottobre a Milano ci sarà la 75esima International Astronautical Conference, alla quale sono attesi diecimila partecipanti. Poi, ad agosto 2026 a Firenze, è prevista l’assemblea generale del Cospar, il Comitato mondiale per la ricerca spaziale, dove si aspettano quattromila partecipanti. Un numero di presenze paragonabile è previsto l’anno successivo per l’assemblea generale della Iau a Roma.
Ospitare eventi così importanti a livello mondiale è un chiaro indicatore della stima che la comunità astrofisica italiana gode nel panorama internazionale. L’Italia si posiziona molto bene a livello mondiale nel panorama della ricerca astrofisica, da terra e dallo spazio, che vede la nostra comunità in prima fila in molti progetti importanti.
La ricerca astrofisica italiana sta vivendo un momento d’oro reso possibile, oltre che dall’impegno di tutta la comunità, anche dalle disponibilità di finanziamenti Pnrr che hanno permesso la partecipazione a grandi progetti internazionali in parallelo all’aggiornamento delle strutture osservative e della loro strumentazione insieme al potenziamento delle infrastrutture di calcolo.
Fare astrofisica oggi significa analizzare grandi quantità di dati, magari con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, e spesso facendo leva su simulazioni complesse volte a ricreare condizioni irripetibili nella storia dell’universo.
Per essere competitivi, occorre utilizzare la strumentazione esistente, a terra e nello spazio, ma anche costruirne di nuova, magari sviluppata grazie a idee innovative di una comunità molto vivace e apprezzata a livello mondiale.
Dal momento che le informazioni arrivano da molti canali, occorre presidiare tutte le possibili emissioni celesti dalle onde radio, all’infrarosso, all’ottico, all’ultravioletto, ai raggi X e gamma, senza dimenticare le onde gravitazionali, i raggi cosmici ed i neutrini. Gli strumenti devono essere adattati a ogni intervallo di frequenza e ai diversi canali.
Inaf è socio fondatore dei grandi progetti internazionali che vogliono infrangere tutti i record precedenti in fatto di dimensioni e sensibilità. L’Extremely Large Telescope (Elt) in costruzione in Cile, nel deserto di Atacama, prevede uno specchio segmentato da 39 m di diametro che opererà all’interno di una struttura grande come il Colosseo che deve essere in grado di muoversi con precisione assoluta. Costruito dallo European Southern Observatory, vede l’Italia in prima linea nell’ingegneria e nella strumentazione per correggere la turbolenza atmosferica e ottenere immagini di nitidezza eccezionale. Per studiare le origini dell’universo, ma anche per cercare segnali di vita extraterrestre dai sistemi planetari vicini c’è lo Square Kilometre Array, il più potente osservatorio radio mai costruito, con una sezione in Sud Africa e una in Australia, luoghi tra i più radio quieti della Terra. Per seguire i fenomeni più energetici che avvengono nell’universo violento, Inaf è uno dei leader del Cherenkov Telescope Array, un grande osservatorio dedicato allo studio dei fotoni gamma più energetici prodotti dalle sorgenti celesti. Sarà formato da un centinaio di telescopi speciali posizionati in Cile e a La Palma per cogliere il lampo blu delle particelle figlie dei raggi gamma quando attraversano l’atmosfera. Ma Inaf è coinvolto anche nell’astronomia dallo spazio, nelle missioni di difesa planetarie oltre che in quelle che vanno ad esplorare i pianeti del sistema solare. La sonda Juice, che ha appena compiuto la manovra di doppio sorvolo della Luna e poi della Terra, ha moltissima Italia a bordo.
Un panorama esaltante con tanti progetti di successo che guarda al futuro con un po’ di apprensione. Cosa succederà dopo il Pnrr? Saremo in grado di tenere il passo? Riusciremo a fermare la fuga dei cervelli? Diventeremo attraenti per gli scienziati stranieri?
Guarda su MediaInaf Tv la playlist sui grandi progetti da terra e dallo spazio nei quali l’Inaf è coinvolto: