Situata a 58mila anni luce dal centro galattico, dunque oltre il doppio più lontana di quanto non lo sia il Sistema solare, gli astronomi la chiamano Extreme Outer Galaxy. È la periferia della Via Lattea, la nostra galassia. Ed è lì in quella remota landa al confine con lo spazio intergalattico che il telescopio spaziale Webb, nel corso di una serie di osservazioni guidate da Mike Ressler del Jet Propulsion Laboratory della Nasa, ha acquisito immagini con dettagli senza precedenti di due nubi molecolari note come Digel Cloud 1 e Digel Cloud 2.
Avvalendosi della sensibilità e dell’elevata risoluzione delle sue due fotocamere di bordo – NirCam per il vicino infrarosso e Miri per il medio infrarosso – Webb è riuscito a immortalare, in alcune regioni all’interno delle due nubi molecolari, protostelle molto giovani (classificate come di classe 0), outflows, getti di materia e caratteristiche strutture nebulose. Alcune le vedete nell’immagine qui sopra, che mostra la regione di formazione stellare Digel Cloud 2S.
«Già eravamo a conoscenza dell’esistenza di queste regioni di formazione stellare, ma non eravamo in grado di approfondirne le proprietà», spiega il primo autore dello studio pubblicato nel luglio scorso su The Astronomical Journal, Natsuko Izumi, ricercatrice all’Università di Gifu e all’Naoj, l’Osservatorio astronomico nazionale del Giappone. «I dati di Webb si basano su ciò che abbiamo raccolto progressivamente nel corso degli anni grazie a osservazioni precedenti con diversi telescopi e osservatori. Con Webb possiamo ottenere immagini molto dettagliate e impressionanti di queste nubi. Nel caso della nube di Digel 2, in particolare, non mi aspettavo di vedere una formazione stellare così attiva e getti così spettacolari».
Pur trovandosi all’interno della nostra galassia, le nubi di Digel sono relativamente povere di elementi metallici, come gli astronomi chiamano quelli più pesanti dell’idrogeno e dell’elio. Un aspetto, questo, che le rende simili alle galassie nane, nonché alla Via Lattea primordiale. Webb ha osservato l’attività in corso in quattro ammassi di giovani stelle all’interno delle nubi di Digel 1 e 2: gli ammassi 1A, 1B, 2N e 2S. Per 2S, in particolare, Webb ha volto lo sguardo verso l’ammasso principale, contenente stelle giovani e appena formate. È un’area densa e molto attiva, popolata com’è di numerose stelle che emettono dai poli lunghi getti di materia. Le osservazioni condotte con Webb hanno anche consentito di confermare per la prima volta la presenza, all’interno della nube, di un sottoammasso per il quale si aveva fino a ora solo qualche indizio.
«Sappiamo dallo studio di altre regioni di formazione stellare vicine che, quando le stelle si formano, durante la fase iniziale della loro vita, iniziano a emettere getti di materia dai poli», dice Ressler, secondo autore dello studio e principal investigator del programma osservativo. «I nuovi dati di Webb mi hanno affascinato, e anche sorpreso, perché mostrano la presenza di getti multipli, in tutte le direzioni, originati da questo ammasso stellare. Una sorta di spettacolo pirotecnico, con oggetti che sparano ovunque».
Per saperne di più:
- Leggi su The Astronomical Journal l’articolo “Overview Results of JWST Observations of Star-Forming Clusters in the Extreme Outer Galaxy”, di Natsuko Izumi, Michael E. Ressler, Ryan M. Lau, Patrick M. Koch, Masao Saito, Naoto Kobayashi e Chikako Yasui