IL PICCO POTREBBE ARRIVARE NEI PROSSIMI MESI

Vado al massimo: siamo all’apice del ciclo solare

L’attività magnetica del Sole si è intensificata negli ultimi mesi, con un aumento delle macchie solari e dei fenomeni di space weather. Aurore boreali, ma non solo, anche tempeste geomagnetiche che potrebbero interferire con le attività umane. Con un commento della coordinatrice del progetto Sorvegliati spaziali dell’Inaf Daria Guidetti

     22/10/2024

La scorsa settimana la Nasa, la National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa) e l’International Solar Cycle Prediction Panel hanno annunciato che il Sole ha raggiunto il periodo di massimo solare, che potrebbe continuare anche il prossimo anno.

Immagini del Solar Dynamics Observatory della Nasa che confrontano il Sole durante un periodo di minimo dell’attività (dicembre 2019), con l’attuale periodo di massimo (maggio 2024). Le immagini sulla riga superiore, in luce visibile, mostrano l’aumento delle macchie solari con l’intensificarsi dell’attività magnetica; mentre le due immagini sulla riga in basso, ottenute alle frequenze dell’ultravioletto estremo, mostrano le regioni attive sulla superficie del Sole, anch’esse in aumento durante il massimo. Crediti: NASA/SDO

Per capire di cosa stiamo parlando, vi basterà guardare le immagini qui a fianco. Le due viste del Sole sulla sinistra sono state scattate nel dicembre 2019, quando il Sole si trovava al minimo del proprio ciclo di attività, mentre le due sulla destra sono state scattate a maggio di quest’anno, al massimo dell’attività. Le prime due immagini del Sole, quelle sul pannello più alto, sono state scattate dal Solar Dynamics Observatory della Nasa, e mostrano l’aumento nel numero di macchie solari al variare dell’attività solare, uno dei metodi che gli scienziati usano per tracciare proprio il progredire del ciclo solare. Anche le seconde due viste del Sole, nel pannello più in basso, sono state scattate dalla sonda della Nasa, ma questa volta usando un filtro che lascia passare le frequenze dell’ultravioletto estremo, attraverso le quali si possono vedere le regioni in attività sulla superficie della nostra stella. La vista, in questo caso, già dice tutto su quale sia la differenza fra il minimo e il massimo.

Ma torniamo un attimo indietro, e vediamo cos’è e quanto dura il ciclo di attività del Sole.

Si tratta di un ciclo naturale originato dal variare dell’attività magnetica del Sole attraversa. Circa ogni 11 anni, al culmine del ciclo solare – coincidente con il culmine dell’attività magnetica del Sole – i poli magnetici del Sole si invertono e il Sole passa da uno stato di calma a uno stato attivo e tempestoso. Sulla Terra sarebbe come se i poli Nord e Sud si scambiassero di posto ogni decennio. La Nasa e il Noaa, per determinare e prevedere l’andamento del ciclo solare tengono traccia delle macchie solari. Tornando alle prime due immagini, le macchie solari sono quelle zone scure sulla superficie del Sole (visibili nel primo pannello, in alto a destra). Sono regioni più fredde che nascono quando si verifica una concentrazione di linee di campo magnetico. Le macchie solari sono la componente visibile delle regioni attive, cioè quelle aree in cui il campo magnetico è particolarmente intenso e complesso e dal quale scaturiscono le eruzioni solari.

«Durante il massimo solare, il numero di macchie solari e quindi l’attività solare aumentano», spiega Jamie Favors, direttore del programma meteorologico spaziale presso la sede centrale della Nasa a Washington. «Questo aumento dell’attività offre un’entusiasmante opportunità di conoscere la nostra stella più vicina, ma provoca anche effetti reali sulla Terra e in tutto il nostro Sistema solare».

Ebbene sì, l’attività magnetica del Sole si ripercuote nello spazio – quello che in gergo viene definito space weather – e può influenzare i satelliti e gli astronauti nello spazio, nonché i sistemi di comunicazione e navigazione (come radio e Gps) e le reti elettriche sulla Terra.  Quando il Sole è più attivo, gli eventi meteorologici spaziali sono più frequenti. Per citarne uno, negli ultimi mesi c’è stato un aumento della visibilità delle aurore e a impatti su satelliti e infrastrutture.

Nel maggio 2024, una raffica di grandi brillamenti solari e di espulsioni di massa coronale ha lanciato nubi di particelle cariche e campi magnetici verso la Terra, creando la tempesta geomagnetica più forte degli ultimi vent’anni – e forse una delle più forti aurore degli ultimi 500 anni. Tuttavia, non è detto che il picco di questo ciclo solare sia già stato raggiunto, anzi, gli scienziati non saranno in grado di determinare l’esatto picco di questo periodo di massimo solare per molti mesi, poiché l’unico modo per identificarlo è osservare un declino costante dell’attività solare dopo il picco. Quello che si sa, per ora, è che negli ultimi due anni il Sole si trova in una fase attiva, osservabile chiaramente nel numero di macchie solari sempre elevato. Secondo le previsioni, questa fase di massimo durerà ancora un anno circa, dopodiché il Sole entrerà in una fase di declino, e giungerà al minimo.

Infografica sullo space weather realizzata dal progetto Sorvegliati spaziali dell’Inaf. Crediti: Inaf, Sorvegliati spaziali

«L’attuale Ciclo Solare è stato e continua a essere una sorpresa: si pensava che sarebbe stato di intensità media e simile al ciclo precedente, invece ha superato le aspettative. Il fatto che le luci aurorali si siano manifestate per ben quattro volte in Italia a partire da novembre 2023 ne è stato testimone e ci ricorda quanto siamo connessi a tale attività», dice a Media Inaf Daria Guidetti, ideatrice e coordinatrice del progetto Sorvegliati spaziali dell’Inaf. «Le aurore ne sono le manifestazioni belle, ma poi possono esserci anche effetti meno piacevoli provocati da flussi elevati di particelle solari e radiazione elettromagnetica entrambi di alta energia: disturbi e/o danni alla strumentazione dei satelliti, rischi per gli astronauti, interruzioni nelle comunicazioni radio e del sistema Gps. Effetti spiacevoli possono esserci anche a terra, per esempio a causa di correnti elettriche indotte in grado di danneggiare i trasformatori di alta tensione che a loro volta possono causare interruzioni nella distribuzione dell’energia elettrica. Sorvegliati spaziali ha recentemente ampliato il suo team e, oltre ai bollettini solari quotidiani e mensili che già forniamo, stiamo preparando un nuovo prodotto dedicato proprio a sensibilizzare il pubblico sulle attività solari e sulle conseguenze pratiche nella vita di tutti i giorni. Stay tuned».

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