LETTO PER VOI

Giganti ghiacciati

“Giganti ghiacciati. Sulle orme delle sonde Voyager alla scoperta di Urano e Nettuno”, di Luca Nardi e Fabio Nottebella, è tra i dieci libri da non perdere nel 2024 tra le pubblicazioni divulgative di scienze matematiche, fisiche a naturali, secondo la giuria del Premio nazionale di divulgazione scientifica Giancarlo Dosi. È edito da Dedalo (2023) e fa parte della collana ScienzaFacile. La prefazione è a cura di Piero Bianucci

     24/10/2024

Giganti ghiacciati. Sulle orme delle sonde Voyager alla scoperta di Urano e Nettuno. Prefazione di Piero Bianucci. Edizioni Dedalo, 2023 (euro 17).

È tra i dieci libri da non perdere nel 2024, categoria pubblicazioni divulgative di scienze matematiche, fisiche a naturali, secondo la giuria del Premio nazionale di divulgazione scientifica Giancarlo Dosi. Parliamo del libro di Luca Nardi e Fabio Nottebella Giganti ghiacciati, edito da Dedalo nel 2023 nella collana “ScienzaFacile” (con prefazione di Piero Bianucci). Il sottotitolo ne dà già un assaggio, e suona un po’ come una promessa: sulle orme delle sonde Voyager, alla scoperta di Urano e Nettuno.

Si tratta infatti del primo libro che si occupi in modo esclusivo di mondi ghiacciati, sdoganando ulteriormente con il grande pubblico l’idea che l’acqua non sia una specialità terrestre. Se vi siete mai chiesti cosa succede nel Sistema solare dopo Saturno, l’ultimo pianeta visibile a occhio nudo, “Giganti ghiacciati” potrebbe fare al caso vostro.

Il libro si articola in due sezioni e undici capitoli, per un totale di 220 pagine. Nella prima sezione, sulle orme delle Voyager, si parte dagli anni Settanta del secolo scorso per seguire le rotte delle sonde Voyager della Nasa. Il grand tour planetario ha spinto le due Voyager “là dove nessuno era mai giunto prima”, per guardare per la prima volta da vicino i quattro pianeti giganti del Sistema solare: Giove, Saturno, Urano e Nettuno. Nella seconda sezione del libro si parla di vita (e vita è proprio il titolo della sezione), dalla definizione suoi ingredienti fondamentali fino alle principali sfide dell’astrobiologia. E a questo proposito, per individuare la cosiddetta fascia di abitabilità, la presenza di acqua liquida si rivela sempre un elemento cruciale. È ormai noto che nell’universo l’acqua è molto diffusa, e il fatto che allo stato liquido sia un solvente ideale per trasportare molecole complesse la rende centrale nella ricerca della vita, presente, passata, o di quelli che si ritengono esserne i precursori.

I due pianeti più esterni del Sistema solare, Urano e Nettuno. Crediti: Nasa

Con lo scorrere delle pagine, il discorso ci riporta sempre più nel dettaglio al titolo, con il mirino sempre più focalizzato sugli ultimi due pianeti del Sistema solare, Urano e Nettuno, con le loro lune e i loro anelli. I due giganti ghiacciati sono definiti dagli autori “perle azzurre”, e si rivelano man mano anche per i lettori tra i mondi più estremi e interessanti del nostro sistema planetario. Nardi e Nottebella sottolineano a più riprese come Urano e Nettuno restino i due pianeti più trascurati del Sistema solare, e rivolgono a più riprese un appello affinché nuove missioni spaziali possano tornare a osservarli per cercare di risolvere i misteri ancora racchiusi – senza una risposta – sotto la coltre di ghiaccio di questi giganti lontani.

Terminato il viaggio spaziale nel Sistema solare, gli autori non si sono fermati ma hanno proseguito il viaggio nella dimensione temporale, chiedendosi come finiranno quei mondi e quelle lune, coinvolti e sottoposti all’evoluzione del Sole e, più in grande, di tutto l’Universo.

E tutto sembra finire come è iniziato, nel ghiaccio e nell’oscurità, sentenziano gli autori parafrasando il noto astrofisico Giovanni Bignami: «le teorie sulla fine dell’universo, e quindi sulla vita, sono cose per palati forti».

Giganti ghiacciati è dedicato a un pubblico curioso e appassionato di fatti astronomici, che si avvicina anche per la prima volta a un testo scientifico, data la totale assenza di formule e tecnicismi. Non è in ogni caso un libro per bambini, l’età consigliata per la lettura è dai 14 anni in su, considerata anche la densità delle nozioni che si susseguono in modo abbastanza incalzante.

Rende sicuramente più agile la lettura un ottimo indice che permette di identificare i punti di interesse senza perdersi tra le pagine, e un’ampia bibliografia per chi volesse avere dei riferimenti per approfondire o anche come prova metodologica della solidità delle affermazioni contenute nel testo. Quest’ultima merita infatti una nota di riguardo per gli autori, la cui sistematicità nella raccolta delle fonti (la maggior parte delle volte internazionali) permette anche di sottolineare come un buon testo che parli di fatti annessi alla scienza, anche senza l’ambizione di raggiungere il pubblico degli esperti in materia, non possa prescindere da una buona letteratura di riferimento.

Insomma, se non avete letto “Giganti ghiacciati” sotto l’ombrellone, potrete farlo nelle vacanze nel periodo invernale, aspettando la cerimonia conclusiva del Premio nazionale di divulgazione scientifica Giancarlo Dosi, in programma il prossimo 12 dicembre.