Ogni ‘mpidimentu è giovamentu (ogni impedimento è giovamento), recita un famoso detto siciliano. Una massima da utilizzare nei momenti imprevedibili della vita. Ma è davvero così? Errore e casualità possono essere alleati della ricerca? Tommaso Maccacaro, astrofisico nonché presidente dell’Inaf dal 2008 al 2011, e Claudio Maria Tartari, storico medievalista specializzato in paleografia e divulgatore, nel loro saggio La necessità del caso, edito da Edizioni Clichy, provano a snocciolare una riflessione affascinante e originale sul ruolo del caso nel progresso scientifico.
L’agile volume combina l’approccio scientifico con un tono narrativo leggero, creando una frattura con il classico stile saggistico e coinvolgendo il lettore in un dialogo tra amici di vecchia data. I due autori spiegano come la scienza non sia solo pianificazione e metodo, ma anche apertura al caso e all’imprevedibilità. Maccacaro racconta la sua esperienza nella ricerca astronomica e nella divulgazione, e Tartari offre una visione storica, raccogliendo le tracce del caso in episodi storici memorabili, come la scoperta dell’America.
Il caso, protagonista del libro, si manifesta quale elemento invisibile, una forza – come spiegano gli stessi autori – che influenza e devia il percorso della ricerca non solo scientifica. Ecco che si parla della scoperta della radiazione cosmica di fondo da parte di Arno Penzias e Robert Wilson, un esempio tanto famoso quanto eclatante: il segnale, inizialmente interpretato come un semplice disturbo, è oggi considerato uno dei pilastri dell’astrofisica moderna e la prova del modello del Big Bang. I temi trattati nei vari capitoli includono anche avvenimenti culturali e tecnologici, quali il tardivo sviluppo delle macchine a vapore e delle biciclette, o la nascita della radioastronomia.
L’elemento chiave del saggio rimane tuttavia la scelta del metodo narrativo. Gli autori muovono tutte le loro riflessioni attraverso dialoghi interattivi e vivaci, quasi a voler invitare il lettore a seguire un’amichevole conversazione tra esperti. Si alternano aneddoti personali, fatti storici e analisi scientifiche, il tutto condito da un’ironia centrata e pulita che riesce a rendere accessibili anche a chi non ha una formazione scientifica argomenti talvolta complessi. La narrazione è arricchita da dettagli storici che trasformano la lettura in un’esperienza didattica estremamente appagante e divertente.
Emerge una visione della scienza non come mera accumulazione di dati, rigida e lineare, ma come un insieme di intuizioni e coincidenze. Una grande caccia al tesoro nella quale la destinazione finale non è sempre scontata e dove il caso si intreccia alla determinazione degli scienziati. Una visione che si distanzia dalla retorica della perfezione scientifica, mostrando quanto sia essenziale per il progresso non solo l’abilità tecnica, ma anche la capacità di accogliere l’imprevisto. Un equilibrio tra dedizione e adattamento, dove anche i fallimenti e le intuizioni fortuite contribuiscono a creare conoscenza.
In un’epoca in cui l’incertezza è spesso considerata qualcosa da cui tenersi alla larga, La necessità del caso ricorda che il disordine e l’imprevisto possono invece portare a incredibili scoperte e innovazioni.