Da quando è apparsa in cielo è stata immortalata praticamente da ogni angolo della Terra. Astrofotografi, appassionati, curiosi: non c’è persona che non abbia alzato gli occhi al cielo per ammirarla. Nel nostro emisfero, la luminosità di Venere e la stella Arturo – la quarta più brillante del cielo notturno osservabile e una delle prime visibili al tramonto – ci hanno aiutato ad individuarla. L’avrete capito: stiamo parlando della regina indiscussa dei cieli di queste ultimi mesi: la cometa non periodica C/2023 A3 Tsuchinshan-Atlas, ribattezzata dai media come “la cometa del secolo”. Osservata per la prima volta nel gennaio 2023 dallo Zǐjīn Shān Astronomical Observatory, la cometa ci è venuta a trovare dopo aver lasciato la remota nube di Oort, che circonda il Sistema solare, raggiungendo il perielio, cioè la minima distanza dalla nostra stella, il 27 settembre del 2024, divenendo visibile in tutto il suo splendore anche a occhio nudo. Da allora l’abbiamo vista ritratta mentre solcava il cielo sopra luoghi e paesaggi suggestivi in migliaia di scatti mozzafiato. Scatti come quello che vedete nell’immagine d’apertura, scelto oggi, mercoledì 6 novembre, dalla Nasa come Apod, Astronomy Picture of Day.
L’autrice della fotografia è Alessandra Masi, astrofotografa di professione, socia dell’Associazione astronomica Cortina e fotografa sostenitrice della Fondazione Dolomiti Unesco, che nel suo palmarès conta già diversi riconoscimenti: un’altra sua foto è stata la Apod del 19 gennaio 2021 – la stessa poi pubblicata l’11 febbraio come Epod (Earth Science Picture of the Day) – e il suo scatto “Luna eclissata tramonta vicino alla Rocchetta di Prendera” si è aggiudicato il primo posto nella categoria eclissi lunare totale nell’edizione 2021 del concorso fotografico Iau Oae Astrophotography Contest.
L’Apod di oggi, scattata a metà ottobre, mostra il cielo illuminato dalla lunga coda di polveri e ioni della cometa che puntano verso l’alto, lontano dal Sole. Ma mostra anche una caratteristica rara e interessante della cometa: la presenza di un’anticoda che punta verso il basso, quasi verso il Sole appena tramontato. Si tratta di una scia di particelle di polveri più grandi, prodotte dall’elevata velocità di espulsione dei materiali dal nucleo, visibile solo quando la Terra passa attraverso il piano orbitale della cometa.
«In questi ultimi anni ho avuto la fortuna di riprendere diverse comete ed è sempre entusiasmante seguire la loro evoluzione», dice Masi a Media Inaf. «Il loro aspetto muta ogni giorno e ogni ora in modo imprevedibile suscitando in me stupore e curiosità, spingendomi a pianificare luoghi e postazioni adatte per poterle osservare e riprendere al meglio».
A rendere lo scatto dell’astrofotografa ancora più suggestivo c’è poi il paesaggio: la vista del borgo di Tai di Cadore, in primo piano, con le imponenti montagne dolomitiche, patrimonio dell’Unesco, sullo sfondo. A causa del maltempo, ottenere la foto non è stato semplice, ma alla fine la pazienza ha ripagato l’autrice dello scatto.
«Anche nel caso di questa cometa avevo scelto delle postazioni che mi consentissero di ritrarla nell’ambiente vicino a casa, ma il maltempo sembrava non concedere tregua», ricorda Masi. «La sera del 15 ottobre delle nuvole dense oscuravano il cielo generando in me la preoccupazione di un’altra deludente uscita. Ho cominciato a scattare sperando di individuarla in mezzo alle nuvole e finalmente eccola comparire. Pian piano il cielo si è aperto, permettendomi di vederla ad occhio nudo e di poterla aspettare nella posizione che avevo immaginato, in un suggestivo scenario sopra il paese di Tai di Cadore, una frazione di Pieve di Cadore, per poi tramontare velocemente dietro Monte Pelmo, che per me rappresenta una delle meraviglie delle Dolomiti».
La foto – scattata con una Canon R6, obiettivo Canon 24/105 a 55mm, 3200 Iso 4 sec. F5.6 – è frutto di esposizioni multiple per recuperare le luci del paese. Il risultato finale rivela tutta la passione di Alessandra Masi per l’astrofotografia paesaggistica, in particolare per quella del paese in cui vive.
«Sono sorpresa d’essere riuscita, nonostante le luci del paese e la forte luminosità della Luna, che hanno rappresentato la difficoltà maggiore, a catturare la lunghissima coda con l’anticoda della cometa, che hanno contribuito a creare un’immagine interessante, tanto da suscitare l’interesse per questo prestigioso riconoscimento», continua Masi. «Un riconoscimento che, come il precedente, ritrae il paese in cui vivo e al quale sono profondamente legata, e del quale sono lieta di avere l’opportunità di condividere la bellezza».
«Esplorare il cielo notturno è una passione che cresce in me a ogni uscita», conclude l’astrofotografa. «L’emozione di catturare gli oggetti celesti e incorniciarli nell’ambiente in cui vivo, nel suggestivo scenario delle Dolomiti, è un’esperienza indimenticabile che per me ha una doppia valenza: ricordarmi i bellissimi momenti emozionali al cospetto di tanta bellezza e rendere l’idea della prospettiva e delle dimensioni proporzionali degli oggetti osservati. L’amore per il territorio dolomitico, riconosciuto dall’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità, mi ha ispirata nella ricerca della fotografia paesaggistica e ad avvicinarmi, come fotografa sostenitrice, alla fondazione Unesco. Inoltre, la frequentazione dell’Associazione astronomica Cortina Stelle ha rappresentato un passo importante per appassionarmi alla conoscenza e alla ripresa del cielo stellato, permettendomi di ottenere dei riconoscimenti anche a livello internazionale».