È venuto a mancare la settimana scorsa, nella notte tra il 21 e il 22 novembre, il professor Guido Pizzella, uno dei padri fondatori della ricerca sulle onde gravitazionali. «Guido Pizzella è stato il pioniere della ricerca delle onde gravitazionali in Italia», dice a Media Inaf il fisico Eugenio Coccia. «Aderendo alla visione di Edoardo Amaldi, dedicò tutto se stesso a questa ricerca, riuscendo a mettere già 40 anni fa l’Italia in prima fila a livello internazionale e formando una scuola di fisici che ne hanno poi raccolto il testimone».
Agli inizi della sua carriera scientifica, ricorda l’Osservatorio gravitazionale europeo Ego, Guido Pizzella lavorò con James A. Van Allen e Scott E. Forbush nello studio della magnetosfera terrestre, portando dei contributi nello studio della stabilità delle fasce di Van Allen e dei meccanismi di accelerazione delle particelle. Sulla base dell’esperienza acquisita negli Usa, rientrato in Italia si dedicò alla progettazione e realizzazione di un esperimento per la misura del vento solare usando il primo satellite dell’Esro (European Space Research Organization, ora Esa) a orbita eccentrica. Fu presidente del Gruppo italiano di fisica cosmica (Gifco) e fondatore e primo direttore del Laboratorio per il plasma nello spazio del Cnr. Assieme a Edoardo Amaldi fondò, all’inizio degli anni ‘70, la ricerca sperimentale delle onde gravitazionali in Italia, progettando e guidando la realizzazione dei rivelatori a barre risonanti Explorer e Nautilus.
Il funzionamento di Explorer, operativo al Cern dal 1990 al 2012 grazie al supporto dell’Infn, e in seguito di Nautilus, presso i Laboratori nazionali di Frascati dell’Infn fino al 2016, si basava su grandi masse (appunto, le barre) metalliche opportunamente isolate dalle vibrazioni esterne. Le deformazioni del tessuto dello spazio-tempo causate dal passaggio di un’onda gravitazionale avrebbero dovuto eccitare le frequenze di risonanza meccaniche della barra e quindi venire rivelate. Questo meccanismo si rivelò non sufficientemente sensibile per poter captare le onde gravitazionali, ma l’importanza di tali esperimenti per il progresso della ricerca sulle onde gravitazionali fu enorme: sui loro risultati si basarono Adalberto Giazotto e Alain Brillet per elaborare la proposta di costruire un rivelatore di onde gravitazionali basato invece sull’interferometria, Virgo. Assieme ai rivelatori statunitensi Ligo, Virgo ha contribuito alla prima rivelazione delle onde gravitazionali e poi allo sviluppo della nuova astronomia gravitazionale. Per questo nel 2016 la Società italiana di relatività generale e fisica della gravitazione (Sigrav) assegnò la “Medaglia Amaldi” a Pizzella e Giazotto.
«Oltre agli importanti risultati scientifici da lui conseguiti e la sua dedizione all’insegnamento», sottolinea il professor Lucio Cerrito sul sito dell’Università di Roma “Tor Vergata”, «il lascito maggiore del professor Pizzella è quello di aver costituito una scuola che ha fatto della passione per la scienza e della perseveranza la sua bandiera e che ha formato generazioni di fisici sperimentali. La sua impronta nella comunità scientifica e accademica resterà indelebile».