FRA LORO ANCHE IL PREMIO NOBEL MUHAMMAD YUNUS

Protagonisti della scienza: la top ten di Nature

La prestigiosa rivista ha selezionato dieci persone che nei mesi scorsi hanno dato un contributo significativo alla scienza. Due quelle legate all’astronomia: il geologo planetario cinese Li Chunlai e l’astrofisica canadese Wendy Freedman. Ma c’è anche la paladina dei dottorandi canadesi Kaitlin Kharas, alla guida di un movimento che ha ottenuto il maggiore aumento degli ultimi vent’anni dell’importo delle borse

     09/12/2024

Copertina dello speciale di Nature

Sono appena stati annunciati i nomi delle dieci persone che secondo Nature più hanno contribuito a dare forma e sostanza alla scienza nel 2024. Persone che insieme ai colleghi, spiega la rivista britannica, hanno contribuito a scoperte straordinarie, certo, ma anche a portare la dovuta attenzione su questioni cruciali della contemporaneità.

Due sono quelle più strettamente legate all’astronomia: il geologo planetario cinese Li Chunlai e l’astrofisica canadese Wendy Freedman – ora vedremo perché proprio loro. Prima però vale la pena passare in rassegna gli altri otto nomi. Il profilo di apertura spetta a Ekkehard Peik, fisico dell’istituto di metrologia tedesco, per i suoi studi sugli orologi nucleari – in particolare sull’impiego del nucleo del torio-229 – promettente alternativa agli ormai classici orologi atomici, in quanto molto più precisi. Huji Xu e Placide Mbala sono stati scelti per le loro scoperte, rispettivamente, sull’impiego delle cellule Car-T nella cura di alcune malattie autoimmuni e nel contenimento dell’epidemia di Mpox (il cosiddetto “vaiolo delle scimmie”) in Africa. L’impiego dell’intelligenza artificiale per le previsioni meteo è il motivo per cui è entrato in classifica anche Rémi Lam, ricercatore a Google DeepMind.

La sesta persona in lista è forse quella che più fra tutte non ha bisogno di presentazioni: l’economista e banchiere Muhammad Yunus, premio Nobel per la pace 2006 per aver ideato e sostenuto il microcredito nella sua versione moderna. A fargli ora guadagnare la menzione di Nature è il suo impegno, come capo del governo ad interim, a favore degli studenti del Bangladesh.

Di grande rilievo è la presenza nella top ten di tre donne il cui impegno ha avuto, e sta avendo, un notevole impatto sul mondo scientifico. Una è l’avvocata svizzera Cordelia Bähr, protagonista lo scorso aprile di una vittoria storica presso l’Echr (la Corte europea dei diritti dell’uomo): non facendo il necessario contro il crescente riscaldamento globale, ha decretato l’Ehcr, la Svizzera sta violando i diritti delle donne più anziane. Poi c’è Anna Abalkina, coraggiosa ricercatrice russa, oggi alla Freie Universität di Berlino, scelta per le sue indagini sulle frodi nel mondo dell’editoria scientifica, dal plagio fino alla clonazione truffaldina di intere riviste. A completare questo trio di paladine della scienza contemporanea c’è infine Kaitlin Kharas, dottoranda canadese in oncologia pediatrica che – insieme ai suoi compagni di Sos (Support Our Science) – è riuscita con determinazione a ottenere un risultato eccezionale: un aumento significativo – il più consistente da vent’anni a questa parte – dell’importo delle borse di PhD e postdoc. Un esito della cui importanza sono ben consapevoli i dottorandi qui in Italia, dove ancora le borse non raggiungono i 1200 euro al mese.

Ed eccoci ora ai due astronomi. Li Chunlai e in realtà più un geologo, ma le rocce che ha analizzato sono niente meno che i primi – e per ora unici – campioni giunti sulla Terra dal lato nascosto della Luna, quello a noi invisibile. Rocce e polvere raccolte nei pressi del polo sud del nostro satellite naturale e portate qui sul nostro pianeta dalla missione cinese Chang’e-6, della quale Li è deputy chief designer. A chiudere la top ten 2024 è infine Wendy Freedman, astronoma dell’Università di Chicago che lavora da anni a uno fra i tempi più controversi dell’astrofisica contemporanea: il tasso d’espansione dell’universo, e in particolare la discrepanza fra misure “cosmologiche” e misure “astrofisiche” – la cosiddetta tensione di Hubble. Ebbene, confrontando il valore della costante incriminata ottenuto usando le stelle cefeidi con quello che invece risulta da altre due “candele standard” – alcune stelle del ramo delle giganti rosse e altre del ramo asintotico delle giganti rosse – osservate con il telescopio spaziale James Webb, Freedman e colleghi potrebbero aver aperto la strada alla soluzione di questo dilemma. Occhi dunque puntati su di loro nel 2025.

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