Com’è nato l’universo? E le stelle, i pianeti, la vita sulla Terra? Che ne sarà di tutto questo, un giorno? Sono domande che affrontiamo quotidianamente qui, sulle pagine di Media Inaf. E sono anche alcune delle domande che contribuiscono a tessere la trama di Stardust. Polvere di stelle, albo illustrato della svedese Hannah Arnesen, pubblicato in Italia da Orecchio Acerbo nella traduzione di Laura Cangemi. Una trama fatta di storie umane passate, presenti e future, che si intrecciano con la storia più grande – quella biologica e geologica del nostro pianeta e quella, cosmica, dell’universo.
Riassumere quasi 14 miliardi di anni in 350 pagine, per giunta con una prospettiva sul futuro, tanto dell’umanità quanto del cosmo, è un’impresa ambiziosa. Vengono in aiuto le splendide illustrazioni acquerellate che accompagnano le poche, misurate parole. Dalle prime stelle che rischiarano le tenebre primordiali alla colorata nebulosa da cui prende forma il Sole, con la sua corte di pianeti tra i quali fa bella mostra di sé, in terza posizione, il nostro pallido puntino blu. Dalle collisioni di comete e asteroidi, piccoli corpi forieri d’acqua e altre sostanze essenziali alla vita come la conosciamo sulla Terra, fino all’esplosione della vita stessa, che popola dapprima gli abissi marini per poi spingersi in ogni angolo del globo, attraversando innumerevoli trasmutazioni per sopravvivere a grandi e piccoli cambiamenti e forgiare, miliardi di anni più tardi, qualcosa che ci somiglia, in cui ci riconosciamo. Qualcosa che, oggi, interviene sull’ambiente in maniera sempre più massiccia, imponente e impattante, mettendo in moto mutamenti che rischiano di diventare fatali proprio per noi e per quanto di più bello abbiamo costruito in questa lunga evoluzione.
Il libro si articola in tre grandi sezioni. Tre lunghissime lettere d’amore. La prima è un inno alla Terra, culla delle nostre (dis)avventure, che ha visto alternarsi glaciazioni, estinzioni di massa, prodigiose fioriture e grandi rivoluzioni. La seconda si rivolge a chi legge: a noi e ai nostri corpi caduchi, fatti di materia riciclata, sintetizzata nei miliardi d’anni di storia cosmica e presa in prestito solo temporaneamente all’universo. Corpi che respirano le stesse molecole inalate da chi ci ha preceduto sul pianeta, che esitano ogni giorno di più a riconoscere il mondo che cambia e che a volte, in quest’era di emergenza climatica – anzi, emergenza umana – faticano a immaginare o addirittura a mettere al mondo chi verrà dopo di loro. La terza lettera, scritta per un figlio ancora non nato, pronostica possibili futuri. Futuri apocalittici, nei quali la transizione energetica non è mai arrivata a compimento, ma anche futuri più rosei, responsabili, in cui la cura e l’azione collettiva hanno cambiato il corso della storia.
In bilico tra arte e scienza, Stardust spazia dall’intimo e microscopico a quanto di più grande riusciamo a immaginare: c’è il buio pesto degli spazi intergalattici spolverizzati di stelle, il rosa dei tramonti terrestri, il verde brulicante di vita e il grigio degli incendi che sempre più spesso affollano le nostre notizie quotidiane. Creature multiformi emergono dalle pennellate di Arnesen, come il primo pesce ad avventurarsi sulle terre emerse centinaia di milioni di anni fa, uno “zio acquatico” di calviniana memoria, ignaro della colossale trasformazione iniziata con il suo pionieristico primo passo. Affiorano tra le pagine anche i nostri volti: volti dai molteplici toni e colori, omaggio alle Humanæ variazioni che rendono la nostra specie così ricca. E non mancano i corpi ingabbiati, le carcasse macellate delle altre, di specie, quelle che il modo di produzione dominante ha ridotto a mera merce, incurante sia delle emozioni animali sia dell’impatto che ha l’allevamento intensivo sull’ambiente. Il tutto scandito da grafici che mostrano l’andamento della temperatura terrestre nella storia e corredato dalle reazioni di adulti, adolescenti e bambini alla catastrofe climatica in corso, raccolte dall’autrice nei quattro anni di studio che hanno portato alla realizzazione di questo volume. Perché se è vero che “un giorno il Sole si gonfierà fino a diventare una gigante rossa […] e si spegnerà, diventerà un corpo celeste freddo e buio” è anche vero che, oggi, il terzo pianeta intorno al Sole “è la nostra casa, l’unica che conosciamo” e di cui prendersi cura, noi che altro non siamo se non “polvere di stelle sulla Terra”.